16.10.18

SCIE CHIMICHE AL PARLAMENTO ITALIANO



di Gianni Lannes

Negli ultimi tre lustri - dati ufficiali alla mano - sono stati presentati in materia di aerosolchemioterapia bellica in Italia, ben 16 atti parlamentari. Relativamente ad essi ben 11 non hanno però mai ricevuto una risposta governativa; e paradossalmente risulta ancora "l'iter in corso". Le 5 interrogazioni che hanno avuto un riscontro dal governo tricolore, presentano tuttavia una risposta a dir poco menzognera, omertosa, confusa, illogica, contraddittoria e standardizzata.


 
E gli onorevoli grillini che tanto hanno starnazzato contro le "scie chimiche" a partire dallo stesso Grillo, non hanno mai presentato un atto parlamentare in materia, ma addirittura alcuni fra deputati e senatori sono andati in gita premio a Niscemi in Sicilia, per la benedizione del Muos targato United States of America, anello fondamentale della guerra ambientale. Oggi gli adepti di Casaleggio al governo non fiatano più sull’argomento, dopo l’annuncio di fedeltà alla NATO pronunciato dal Di Maio.



In ogni caso la convenzione ENMOD dell'ONU, ratificata dalla legge nazionale italiana numero 962 del 1980 (in vigore), a firma del presidente della Repubblica Sandro Pertini, vieta proprio la guerra ambientale attualmente in atto sotto mentite spoglie. Quando si mette a rischio o si lede il diritto alla salute della popolazione, negare ed occultare l'evidenza è un crimine contro l'umanità?

 











L’interrogazione a risposta scritta numero 4/05922 risalente al 2 aprile 2003 - nel corso della XIV legislatura - attende ancora da allora uno straccio di spiegazione su questo fenomeno ormai dilagante. Anche le due interrogazioni 4/01960 del 27 marzo 2014 e la numero 3/01311 del 16 ottobre 2014 giacciono inevase in un cassetto parlamentare.





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