Tira
aria di prossima approvazione, in aule di parlamento debitamente
semivuote, visto che c'è già accordo tra i massimi capibanda, di
una legge semplicemente infame, che renderà infame il numero che
porta: Tremilasessantotto. Con questa legge avremo fatto un altro bel
passo verso lo Stato totalitario, sacrificando uno dopo l'altro i
diritti — ininterrottamente proclamati inalienabili dai
cannibali di ogni clan politico e religioso — della persona umana.
E'
nato il finissimo concetto giuridico della Donazione Presunta:
chiunque sarà presunto essere donatore volontario dei propri
organi, la legge considerando evidentemente inammissibile che si
possa arrivare a tanta abiezione, di porre un veto, da morti, al
proseguimento del battito cardiaco o del filtro renale di un semivivo
sconosciuto, in trepidante attesa, in qualche lontana corsia, che
lui, proprio lui, il presunto, precipiti col camion nella scarpata o
abbia brillantemente, in ogni modo, da una Moira repentina, addentato
e spezzato il filo.
C'è
tuttavia anche una presunzione di renitenza. La morale sociale storce
la bocca, ma l'inammissibile dev'essere ammesso, se si vuole
conservare allo Stato di diritto almeno una faccia da clown bianco:
qualcuno potrebbe desiderare di essere trasferito nella sua presunta
Dimora Eterna perversamente integro, a disfarsi in pace all'ombra di
quel sentimento di compianto «che solo a' pii dà ne le
calcagne», e allora, questo refrattario, questo insensibile come
può tenere lontana dal suo magro petto la mano dell'illustre
Espiantatore-Trapiantatore?
Qui
la legge è più che mai spietata verso chi si permette di non
conoscerla: fin da prima della maggiore età legale, mi pare già a
sedici anni, bisognerà far sapere che non si vuol saperne di
essere saccheggiati in caso di accidente mortale, con conseguente
giudizio clinico di morte, se non sicura, almeno sufficiente
per un trafugamento d'organi; c'è da pensare che molti si
dimenticheranno di farlo, ed è su questo onesto ignorare l'unica
possibile salvaguardia legale che puntano, fraudolentemente, i
trapiantatori.
«Non
risulta aver fatto la necessaria dichiarazione» e i familiari
costernati si vedranno restituire, tristemente eviscerata,
l'indifendibile salma, che la premurosa équipe non avrà
perso tempo ad aprire, svuotare, ricucire. Così una pervertita idea
come quella del «servizio sociale del corpo» - da cui possono
partire illimitati crimini di Stato – ci rende sempre più
biecamente e disperatamente cose.
Ma
i non-donatori come saranno riconoscibili? Porteranno al collo una
piastrina? Ecco lì un morto solitario, che ha incontrato Thànatos
lungo una strada, un'ora o due fa, e ha qualche difficoltà ad
esprimersi, e specialmente ad opporre un rifiuto: sarà o non sarà
un donatore presunto?
L'impaziente
Manipolatore dovrà interrogare la memoria elettronica: se dal
calcolatore uscirà un regolare rifiuto, l'équipe rinfodererà
i coltelli delusi o inventerà un appiglio per servirsene? E se
quella Cosa incaricata di parlare per il morto s'inceppasse? La
presunzione della sua infallibilità non è meno traballabile che la
presunzione dell'universale volontà di donare organi per espletare
(mai in pace!) un servizio sociale che può essere solo
imposto a cadaveri, difficilmente persuaso a una viva mente che
ragiona.
E
c'è poi il bisogno di fare presto. La legge concede venti minuti
(venti!!) di sospensione dell'espianto in caso di arresto cardiaco, o
sei ore di encefalogramma “inerte”: il giudizio
è al cronometro svizzero e all'intelligenza di una macchina
grafica. E' il ritorno di un'antica paura, quella di essere
seppelliti viventi. Nessuna
macchina può darci la certezza che
un essere umano è davvero morto: soltanto lo scorrere delle
ore è tranquillizzante. Ma la Tremilasessantotto le strangola, le
ore, perché gli Dei inferi hanno sete, sempre più fretta e più
sete.
Era
proprio Doktor Mengele, quel cranio corrotto ripescato in Brasile?
Venisse pure a testimoniarlo l'arcangelo Gabriele, risponderei che ne
dubito. A me sembra piuttosto vivo, e dappertutto, Mengele, con più
o meno aloni di sadismo. Una sperimentazione sfrenata — senza
volontà precisa, ripetutamente, annualmente confermata davanti alla
legge, di un vero donatore —su corpi frettolosamente giudicati
morti (che ancora non significa insensibili) è menghelismo
attenuato, un preludio saettante, un brontolio di tuono. E mi domando
se quei famosi paralumi e saponi fabbricati con sostanza umana nei
laboratori himmleriani siano un passato che si allontana o non invece
un futuro che si avvicina.
Perché
non presumere anche la volontà di ciascuno di diventare
sapone, da bagno o da bucato? Di diventare turacciolo, piastrella,
cuscino, o anche pizza, italian pizza? Sapere che, una volta
fatti sapone, saremo messi nei lavabi di una scuola, di una fabbrica
che occupa cento bravi operai, di un Ospedale che brilla come un
incendio nella notte, come potrebbe non rallegrarci? E' impiego
sociale del corpo, una felicità, una gara!
La
Tremilasessantotto è là, pronta a ricevere il placet di
qualche numero legale di malfamati legislatori. Pare già scontato il
fornicamento solito tra PCI maschio e DC femmina, con applausi di
voyeurs socialisti e repubblicani. Che siano contrari
almirantiani e capannisti significa poco, per il voto. La Chiesa?
Mah. I giornali? Per lo più, complici.
L'équipe
chirurgica ha il vento, ha il dominio, ha l'imperio, ha la forza.
Ha specialmente la forza dell'amoralità, la forza della morale
presunta: si tratta di far vivere, di far vivere ad ogni costo.
Ma profanando i "morti" (ndr a cuore battente e sangue
circolante), si massacrano intimamente, tacitamente, i vivi, e si
accumula necessità — tremenda — di castigo.
Una
legge ignobile del genere di questa che ci pende sopra è stata già
nei giorni passati approvata a Bruxelles. Dappertutto è tempo di
assassini.
**Si
farà un convegno a Bergamo, il 5 luglio, al teatro Donizetti, per
informare e contrastare, per quanto si può. Lo segnalo perché la
faccenda non resti senza eco. Ma ormai, noi poveri refrattari, noi
che gridiamo e ci agitiamo per i troppi oltraggi che la
coscienza patisce, siamo spazzatura disperata che aspetta
l'inceneritore del Comune. Tuttavia che si gridi, che si gridi
ancora.
Guido
Ceronetti
LA
STAMPA
Venerdì
13 Giugno 1986
*LA STAMPA
Venerdì 13 Giugno
1986
***
Questa voce
eccezionale avrebbe dovuto scatenare la
rivoluzione...
L'INFAME 3068
L'infame Disegno di Legge 3068 conteneva globalmente
la ridefinizione di morte in termini di “morte cerebrale” a cuore battente,
l'espianto/trapianto di organi e tessuti, il silenzio-assenso alla “donazione”,
l'import-export, in sintesi l'organizzazione istituzionale della macellazione
umana. Esplose l'indignazione delle donne dell'AEDfemminismo Associazione
Educazione Demografica -antimedicalizzazione- che diedero il via nel 1985 alla
Lega Nazionale Contro la Predazione
di Organi,
pienamente espressa nel convegno nazionale del 5 luglio 1986 al Teatro Donizetti
di Bergamo.
Una voce, quella di Guido Ceronetti, scrittore
eccelso e sofisticato saggista, scolpì la propria indignazione in un articolo che annunciava il
convegno e che deve restare nella storia per la forza morale di netta condanna,
da nessuno mai più eguagliata. Una voce che doveva far tremare le alte sfere,
attizzare gli intellettuali spenti e provocare la rivolta del popolo furente.
Invece il popolo non lo ha creduto possibile “in
democrazia” (!). Così,
surrettiziamente i legislatori asserviti alla lobby trapiantistica frazionarono
gli obiettivi e con atti successivi nel tempo hanno raggiunto con l'inganno
quello che volevano, rendere l'Uomo merce: prima la L. 578/93 che impone la
fraudolenta “morte cerebrale”, poi il D.M. 582/94 che fissa i tempi variabili
del cosiddetto “accertamento”, quindi la L. 91/99 per l'organizzazione totale,
finanziamenti, import-export e silenzio-assenso...
Giornalisti
ed intellettuali invece di contrastare man mano leggi e decreti in fieri e far
emergere le predazioni omicide, gli inganni e i relativi procedimenti legali in
corso in Italia, per non rischiare hanno divulgato solo gli espianti-trapianti
predatori denunciati dal giornalismo d'inchiesta di altre nazioni, mantenendo
nelle pubblicazioni l'ossessivo uso del punto interrogativo sui temi di vita e
di morte.
Ora siamo
immersi nella dittatura della morte utilitaristica, oltre al business
trapiantistico siamo a rischio imminente di una legge per la sperimentazione in
vivo sui cd. “morti cerebrali” tenuti vivi negli ospedali ed università per
esercitazioni chirurgiche, chimiche e radiologiche. Allerta!
Leggi e respira la forza vitale, originale e vera,
ed accendi il tuo sdegno!
Consiglio Direttivo
Nerina Negrello
Presidente
Lega
Nazionale
Contro la
Predazione di Organi
e la Morte a
Cuore Battente