di Gianni Lannes
Stivale inospitale: vietato ai minori. L'Italia è agli ultimi
posti in Europa per «povertà di futuro» di bambini e adolescenti,
privati di opportunità, prospettive e competenze. La povertà nelle
sue varie forme, educativa, sociale, economica, d'istruzione, li sta colpendo in modo grave, privandoli di prospettive e di
opportunità.
I principali dati negativi nei riguardi dei bambini e degli adolescenti sono i seguenti: il taglio dei fondi per i minori e famiglie, la mancanza di una vita dignitosa, il basso livello di istruzione.
Il Belpaese si colloca al diciottesimo posto nell'Europa dei 27 per spesa per l'infanzia e la famiglia.
Si tratta di un Paese «vietato» ai minori, dove quasi 1 milione e trecentomila bambini e ragazzi – il 12,5 per cento del totale, più di 1 su 10 – vivono in povertà assoluta, oltre la metà non legge un libro, quasi 1 su 3 non usa internet e più del 40 per cento non fa sport. Ma, soprattutto, un Paese dove i minori non riescono a emanciparsi dalle condizioni di disagio delle loro famiglie e non hanno opportunità educative e spazi per svolgere attività sportive, artistiche e culturali, sebbene siano moltissimi i luoghi abbandonati e inutilizzati che potrebbero invece essere restituiti ai bambini per favorire l'attivazione di percorsi di resilienza, grazie ai quali potrebbero di fatto raddoppiare la possibilità di migliorare le proprie competenze.
Dall'indice di povertà educativa emerge che sono la Campania, la Sicilia, la Calabria, la Puglia e il Molise le regioni italiane dove gli effetti della povertà educativa su bambini e ragazzi si fanno sentire maggiormente e dove minori sono le opportunità di attivare percorsi di resilienza.Nel nostro Paese quasi il 14 per cento dei ragazzi abbandona gli studi precocemente; quasi 9 bambini su 10 (87 per cento), inoltre, non vanno all'asilo nido o non frequentano servizi per la prima infanzia. Per quanto riguarda la partecipazione dei minori alle attività culturali e ricreative, l'Ipe dice che più della metà dei ragazzi, in Italia (52,8 per cento) non legge libri; quasi il 43 per cento non fa sport e quasi 1 su 3 (29,1 per cento) non naviga su internet. E, ancora, quasi 7 su 10 non vanno a teatro o non visitano siti archeologici; quasi 8 su 10 non vanno a concerti e più della metà (55 per cento) non visitano mostre o musei.
Altrettanto preoccupanti sono i dati che riguardano il lavoro: i disoccupati sono il 38,4 per cento degli under 25, il quarto peggior risultato a livello europeo, mentre i giovani che non lavorano e non stanno seguendo corsi di formazione, sono 3.200.000 e posizionano il nostro Paese al venticinquesimo posto su 27.
Che fare? È necessario un impegno straordinario per spezzare questo circolo vizioso tra povertà economica ed educativa e allargare lo sguardo delle politiche di contrasto alla povertà educativa, oltre l'individuo, la famiglia e la scuola verso il territorio e gli spazi dove il bambino cresce o sopravvive.
Per contrastare la povertà educativa perche' non si recuperano tanti spazi pubblici in stato di abbandono e degrado su tutto il territorio nazionale da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e gli adolescenti?
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=minori
Gianni Lannes, Bambini a perdere, Lpe, Cosenza, 2016.
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