7.1.20

ITALIA: VIA DALLA GUERRA!

  foto Gianni Lannes © 

di Gianni Lannes


Il complesso militar-industriale degli Stati Uniti d'America persegue con criminale determinazione una strategia di destabilizzazione permanente del Medio Oriente: l’invasione nel 2003 dell’Iraq lasciata nel caos da 17 anni, i raid in Libia del 2011 contro Gheddafi insieme a Francia e Gran Bretagna, la guerra per procura in Siria contro Assad ed in Yemen, le monarchie del Golfo e la Turchia impegnate, insieme ai jihadisti, a contrastare prima di tutto l’influenza iraniana e poi anche quella russa. L’obiettivo di Washington era ed è quello di polverizzare gli stati arabi e musulmani, e oggi gli hezbollah in Libano, che in qualche modo possano opporsi a Israele, il guardiano per conto nordamericano nella regione, e all’Arabia Saudita, il maggiore cliente petrolifero  di armamenti Usa. Gli iracheni hanno intimato ai nostri 900 soldati di andarsene. Nel Sud del Libano c’è UNIFIL, i circa 10mila militari della forza multinazionale di interposizione delle Nazioni Unite. Il comandante è un italiano, il generale Stefano Del Col; anche il contingente più grande, 1.068 donne e uomini, è italiano. Saranno loro le prime vittime delle preannunciate ritorsioni?

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Che fare se il nostro Paese non conta niente a livello internazionale ed è stato ridotto ad un avamposto bellico yankee? Sarà forse per via della palese inettitudine, del servilismo e della proverbiale subordinazione ai potentati stranieri dei politicanti italidioti? Un belpaese così distratto da non accorgersi che gli “alleati” USA in questi anni hanno portato le loro guerre in Italia, dall’Iraq, alla Siria, alla Libia. Sarebbe ora di chiudere le basi di guerra USA in Italia; avviare l'immediato ritiro dei contingenti militari italiani da Iraq, Libano e Afghanistan; rinunciare agli acquisti dei cacciabombardieri a capacità nucleare F-35 targati United States of America. In altri termini: acquisire sovranità e indipendenza.