14.10.15

XYLELLA, GASDOTTO TAP E DEPOSITO DI SCORIE NUCLEARI NEL SALENTO?





di Gianni Lannes


Italia depredata, usata come uno zerbino e il Mezzogiorno peggio ancora come discarica, grazie al favore di chi abusivamente bivacca a Palazzo Chigi, essendo stato imposto dal Napolitano ma non votato dal "popolo sovrano". 

L'Europa impone e comanda su dettato del potere economico: addio a natura, storia, archeologia, cultura e vita a dimensione umana, in un'antica terra del Sud. I tre tracciati del metanodotto Snam che collegheranno il Trans-Adriatic Pipeline da Melendugno allo snodo di Mesagne, attraversano i territori su cui le autorità presumono di aver rinvenuto i maggiori focolai di Xylella fastidiosa, e su cui sono previsti gli abbattimenti più massicci a Veglie, Oria e Torchiarolo. Coincidenze? Tanto basta a far sorgere documentati dubbi sugli anomali disseccamenti per far tabula rasa rapidamente. Secondo la cronaca documentale, a tutt’oggi, non è stata ancora fornita una prova scientifica sulla reale presenza della Xylella. Piuttosto, l’argomento saltò fuori nell’ottobre 2010, in occasione di un convegno internazionale in Puglia e così il TAP che rifornirà di metano l’Europa dall’Azerbaigian, sacrificando la bellezza paesaggistica dell’Italia.  



Il 20 maggio 2015 il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha firmato il Decreto di Autorizzazione Unica, abilitando la costruzione e l’esercizio dell’opera, approvando il progetto e dichiarando altresì la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’infrastruttura, anche ai fini degli espropri. I lavori inizieranno entro il 16 maggio 2016 e l’operatività dell’infrastruttura dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2020. Ecco perché con il pretesto della Xylella, si addormentano più in fretta le proteste popolari, spianando le selve di ulivi plurisecolari. Il ministro Orlando nel Salento ha dichiarato: «Tap e Xylella non sono questioni da mettere sullo stesso piano». 


In provincia di Lecce 11 amministrazioni comunali e 35 tra associazioni e comitati si sono già schierate con il movimento No Tap, che protesta contro la costruzione dell'impianto. Tra emissioni, condotte, tunnel e terminal, secondo uno studio preparato da un gruppo di esperti coordinati dal professor Dino Borri, ordinario del Politecnico di Bari, rischia di mettere a rischio migliaia di ulivi, l’assetto idrogeologico della costa, una spiaggia e un’oasi protetta, senza parlare dell’ecosistema che vede, tra le specie a rischio, cetacei e tartarughe caretta caretta. 





Dulcis in fundo: proprio il Salento è uno dei territori prescelti (insieme alla Sardegna e al Veneto) su cui il governo Renzi, eterodiretto dall’estero, intenderebbe costruire il cimitero nazionale di rifiuti radioattivi, in palese violazione della Convenzione europea di Aarhus, ratificata in Italia con la legge 108 del 2001. Che fare? Ribellione pacifica e resistenza. Proteggere concretamente il territorio, ed organizzare uno sciopero generale per non pagare più tasse inique a questo regime di fantocci e parassiti telecomandati.




Ma torniamo ai prevalenti e dominanti interessi stranieri sul gas naturale. TAP ha la propria sede centrale a Baar, in Svizzera, e uffici operativi in tutti i paesi attraversati dal gasdotto (Grecia, Albania e Italia). Gli azionisti attuali del progetto sono la norvegese Statoil (20%), l'inglese BP (20%) l'azera SOCAR (20%), la belga Fluxys (19%), la spagnola Enagás (16%), la svizzera Axpo (5%). TAP, insieme a TANAP (Trans Anatolian Pipeline che attraverserà da Est a Ovest la Turchia) e a SCP (South Caucasus Pipeline) è una delle infrastrutture di trasporto che apriranno il Corridoio Sud del Gas, consentendo l’accesso al mercato europeo delle gigantesche riserve di gas naturale dell’area del Mar Caspio. Il gas che TAP trasporterà appartiene al Consorzio Shah Deniz II, proprietario del gas proveniente dall’omonimo giacimento offshore azerbaigiano situato nel Mar Caspio a sud di Baku. 
 
Il progetto è stato elaborato dalla EGL, ora denominata Axpo, società attiva soprattutto nel trading di elettricità, gas e prodotti finanziari energetici, che nel 2003 iniziò uno studio di fattibilità conclusosi nel 2006 con parere positivo circa la realizzabilità tecnica, economica e ambientale del gasdotto.
Il 28 giugno 2013, il Consorzio Shah Deniz II ha selezionato TAP come progetto vincente per il trasporto del gas dell’Azerbaigian in Europa preferendolo al progetto concorrente Nabucco West. Il 19 settembre 2013 Enel, Hera, Shell, E.ON, Gas Natural Fenosa, Gdf Suez, Axpo, Bulgargaz e Depa hanno firmato a Baku con il Consorzio Shah Deniz II i contratti di fornitura per la più importante vendita nella storia del gas (130 miliardi di Euro). Il 17 dicembre 2013, il Consorzio Shah Deniz II ha annunciato la Decisione Finale di Investimento per sviluppare il giacimento di Shah Deniz II e gli azionisti di TAP hanno confermato la Resolution to Construct per lo sviluppo e la realizzazione del progetto Trans Adriatic Pipeline. Ovviamente nessuna autorità e multinazionale ha interpellato prima, anzi mai, i cittadini della Puglia, soprattutto del Salento.

Il gasdotto partirà da Kipoi in Grecia. Sarà lungo 870 km circa, di cui 104 km offshore nel Mar Adriatico. L'altezza massima raggiunta sarà di circa 1.800 metri sulle catene montuose dell'Albania; la profondità massima sarà di circa 820 m. Sono previste 3 stazioni di compressione lungo il percorso (2 per la fase iniziale) e il diametro del tubo sarà di 48" (1,22m) sul tratto a terra e di 42" (1,07m) per il tratto marino. TAP trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi all'anno di gas naturale, una quantità pari a quella utile per coprire il fabbisogno di 7 milioni di famiglie. 
L’Unione europea riconosce a TAP un ruolo importante nel raggiungimento dell’obiettivo di politica energetica per  garantire la sicurezza e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico nell’Europa centrale e settentrionale. La Commissione Europea, il Parlamento e il Consiglio hanno assegnato a TAP lo status di  Progetto di Interesse Comune (PCI), secondo le nuove linee guida TEN-E (Trans-European Energy infrastructure).   

A settembre del 2014 il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, ha firmato il decreto di compatibilità ambientale, superando il parere negativo espresso dalla Regione Puglia e del Ministero dei Beni Culturali. Il parere positivo del Ministero dell’Ambiente, a valle di un’approfondita analisi delle alternative di circa 50 pagine, ha confermato che il sito migliore per l’approdo del gasdotto sulle coste salentine è San Foca, per il minor impatto ambientale e paesaggistico: «Valutato pertanto, per quanto sopra riportato circa l’approfondimento delle alternative, effettuato considerando ulteriori aree di indagine e parametri di valutazione così come richiesto durante la fase istruttoria, che l’ipotesi D1 (San Foca) risulta l’alternativa migliore sotto i profili tecnico, ambientale e paesaggistico. Si evidenzia che in questa alternativa la tecnologia del microtunnel permetterà di ridurre al minimo le interferenze con la fascia litoranea (potenziali impatti sul turismo, sul paesaggio e sull'ambiente)». 
Il provvedimento del ministro Guidi abilita  la costruzione e l’esercizio dell’opera, sostituendo ogni altro atto formale di assenso delle altre amministrazioni intervenute nel procedimento, approvando il progetto e dichiarando altresì la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’infrastruttura, anche ai fini degli espropri. Il decreto stabilisce infatti che i lavori dovranno iniziare entro il 16 maggio 2016 e l’operatività  dell’infrastruttura dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2020. Il progetto, su cui è stata espressa la compatibilità ambientale con Decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare  dell’11 settembre 2014, ha ottenuto il via libera da parte del  Consiglio dei Ministri il  29 aprile scorso, dopo un esame comparativo di tutti gli interessi  coinvolti. Questi ultimi consistono, da una parte nella rilevanza energetica dell’opera ai fini della diversificazione degli approvvigionamenti,  nella strategicità della stessa connessa all’attuazione dell’Accordo internazionale Grecia, Albania, Italia e nell’interesse comunitario alla sua realizzazione in quanto apertura di un nuovo corridoio di approvvigionamento dell’Unione Europea, e dall’altra nella tutela di una zona territoriale di rilevante valore per gli interessi ambientali e turistici, tenuto anche conto  che il progetto  ha avuto una istruttoria complessa, durata alcuni anni, che ne ha vagliato in maniera approfondita la  compatibilità ambientale e di sicurezza».
  

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