San Piero a Grado (PI): centrale nucleare militare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Gianni Lannes
Liquidi radioattivi nel Mar Tirreno: un altro crimine di Stato. Poiché i pericoli a danno dell'ignara popolazione incombono, torno nuovamente sul tema, eluso dal Governo italiano. Ho deciso di alzare il tiro perché forse non arriveremo sani e salvi alla fine dell'anno. Ecco la Toscana ignota, ad un soffio dalla famosa torre di Pisa.
Al primo ministro pro tempore Matteo Renzi chiedo:
NELLA CENTRALE NUCLEARE MILITARE DI SAN PIERO A GRADO MANCANO ALL'APPELLO BEN 350 METRI CUBI DI SCORIE SOLIDE AD ALTA ATTIVITA', DI TERZA CATEGORIA, LE PIU' PERICOLOSE PER INTENDERCI. PER CASO SONO STATE SEPPELLITE DISTRATTAMENTE DALLE FORZE ARMATE ITALIANE NELLA MINIERA DI PASQUASIA IN SICILIA E IN PROVINCIA DI BENEVENTO? EVENTUALMENTE, PER ORDINE DI CHI, E CON QUALE AUTORITA' IL FATTO E' TENUTO NASCOSTO AL POPOLO "SOVRANO", IN VIOLAZIONE DI LEGGI E NORMATIVE NAZIONALI E INTERNAZIONALI? QUALE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA APPOSTO IL SEGRETO DI STATO?
Camen, Cresam, Cisam: un cambiamento di nome ma non di fatto nel Centro interforze studi applicazioni militari del ministero Difesa tricolore. Il Centro di ricerca bellica a due chilometri dalla base Usa di “Camp Darby” (imbottita di ordigni nucleari, in base ai documenti ufficiali del governo Usa), è sorvegliato vista da carabinieri 24 ore su 24 col colpo in canna. Cosa custodisce quest’area top secret? Dai documenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei ministeri Difesa ed Esteri, emerge una verità inconfessabile: una centrale atomica United States of America, la costruzione di una bomba nucleare, la sperimentazione di un missile a testata nucleare, l’assemblaggio di un motore Fiat-Ansaldo per navi e sommergibili a propulsione atomica; ed infine, l’acquisto dal governo Usa di plutonio e uranio. «Al Camen si mossero i primi passi per la costruzione della bomba atomica italiana» conferma l’ambasciatore Sergio Romano. Il 12 gennaio 1956, presso l’Accademia navale di Livorno, era entrato in funzione il Centro per l’Applicazione Militare dell’Energia Nucleare. I primi risultati furono visibili negli anni seguenti».
Nel 1967 il Governo Italia affonda in mare il primo carico di scorie nucleari (dati ufficiali dell'Unione europea). Nel 1968 a livello internazionale l'Italia aderisce al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), ma segretamente grazie al Governo di Washington, pure firmatario del TNP fa esperimenti nucleari in campo bellico (missile Alpha in Sardegna) e accumula plutonio.
Al primo ministro pro tempore Matteo Renzi chiedo:
NELLA CENTRALE NUCLEARE MILITARE DI SAN PIERO A GRADO MANCANO ALL'APPELLO BEN 350 METRI CUBI DI SCORIE SOLIDE AD ALTA ATTIVITA', DI TERZA CATEGORIA, LE PIU' PERICOLOSE PER INTENDERCI. PER CASO SONO STATE SEPPELLITE DISTRATTAMENTE DALLE FORZE ARMATE ITALIANE NELLA MINIERA DI PASQUASIA IN SICILIA E IN PROVINCIA DI BENEVENTO? EVENTUALMENTE, PER ORDINE DI CHI, E CON QUALE AUTORITA' IL FATTO E' TENUTO NASCOSTO AL POPOLO "SOVRANO", IN VIOLAZIONE DI LEGGI E NORMATIVE NAZIONALI E INTERNAZIONALI? QUALE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA APPOSTO IL SEGRETO DI STATO?
Camen, Cresam, Cisam: un cambiamento di nome ma non di fatto nel Centro interforze studi applicazioni militari del ministero Difesa tricolore. Il Centro di ricerca bellica a due chilometri dalla base Usa di “Camp Darby” (imbottita di ordigni nucleari, in base ai documenti ufficiali del governo Usa), è sorvegliato vista da carabinieri 24 ore su 24 col colpo in canna. Cosa custodisce quest’area top secret? Dai documenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei ministeri Difesa ed Esteri, emerge una verità inconfessabile: una centrale atomica United States of America, la costruzione di una bomba nucleare, la sperimentazione di un missile a testata nucleare, l’assemblaggio di un motore Fiat-Ansaldo per navi e sommergibili a propulsione atomica; ed infine, l’acquisto dal governo Usa di plutonio e uranio. «Al Camen si mossero i primi passi per la costruzione della bomba atomica italiana» conferma l’ambasciatore Sergio Romano. Il 12 gennaio 1956, presso l’Accademia navale di Livorno, era entrato in funzione il Centro per l’Applicazione Militare dell’Energia Nucleare. I primi risultati furono visibili negli anni seguenti».
Nel 1967 il Governo Italia affonda in mare il primo carico di scorie nucleari (dati ufficiali dell'Unione europea). Nel 1968 a livello internazionale l'Italia aderisce al Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), ma segretamente grazie al Governo di Washington, pure firmatario del TNP fa esperimenti nucleari in campo bellico (missile Alpha in Sardegna) e accumula plutonio.
Sardegna: test del missile italiano a testata nucleare "Alpha" - archivio LANNES |
San Piero a Grado (PI): centrale nucleare militare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Nel 1961 il Camen fu trasferito in questa sede dove
venne dotato di attrezzature d’avanguardia quale il reattore nucleare di
ricerca RTS-1 “Galileo Galilei” in funzione, ufficialmente, dal 1960 al 1980.
«Il reattore è un “Material Fertil Reactor” (MTR) per testare i materiali
necessari per la costruzione di altri reattori. E tanto per rivelarne una: navi
e sommergibili atomici» attesta l’ingegner Mario Pocai del Cisam.
San Piero a Grado (PI): centrale nucleare militare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
San Piero a Grado (PI): centrale nucleare militare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Il Rapporto 1010 (3 settembre
1973) del Camen è eloquente: “Studio sulla possibilità di impiego di plutonio
in sostituzione di uranio 235 nei reattori nucleari termici”. Alla stregua del
rapporto 1037 (6 maggio 1974) “Progetto di un elemento di combustibile
sperimentale per esperienza di conversione Uranio-Plutonio nel reattore G.
Galilei”; e del rapporto 1041 (21 agosto 1974) intitolato “Impianto di
laboratorio per il ritrattamento di uranio irraggiato”. Ed ancora del rapporto
1154 (2 settembre 1977), denominato “Progetto di impianto di produzione di
esafluoruro di uranio” e del rapporto 1158 (12 settembre 1977), intitolato
“Immagazzinamento di rifiuti radioattivi in formazioni saline”. «Ci siamo
sempre occupati della sorveglianza fisica per vari enti del ministero della
Difesa - mi ha spiegato Francesco Andreuccetti, direttore del Centro - del
servizio di dosimetria per tutte le forze armate, della gestione della catena
di controllo ambientale e della raccolta, condizionamento e conservazione di
rifiuti radioattivi provenienti dalla Difesa».
San Piero a Grado (PI): centrale nucleare militare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Come vengono conservate le
scorie e i materiali atomici? «Non posso toccare questioni di natura
classificata. Qui è tutto sotto controllo e non c’è motivo di rendere pubblici
i dati sul nucleare militare in Italia - replica l’ammiraglio Andreuccetti -
Noi ci atteniamo a un regolamento interno». Ma, allora, ammiraglio, quanti
rifiuti sono stati prodotti e risultano presenti al Cisam? «Bisogna vedere.
Prenda per buono l’inventario dell’anno 2000 dell’Enea». Appunto le stime
dell’Enea, dell’Anpa, dell’Enel e addirittura un rapporto dell’Unione europea
indicano «700 metri cubi». Durante il penultimo governo Berlusconi, il ministro
dell’Ambiente Altero Matteoli, coadiuvato dal suo capo di gabinetto Paolo Togni
(ex vice presidente della Sogin, società incaricata di “bonificare il nucleare
italiano), non ha mai pubblicato - come prescrive la legge - l’inventario
nazionale dei rifiuti radioattivi. Il direttore del Cisam poi ammette: «Noi in
effetti abbiamo avuto ulteriori introduzioni di materiale nucleare proprio per
la nostra attività di spazzini del nucleare e, di conseguenza, se invece di 700
metri cubi sono 750 non glielo so dire». Ma proprio sui numeri si infittisce il
mistero, poiché nell’Inventario nazionale rifiuti radioattivi redatto
dall’Apat, i dati del Cisam attestano una riduzione a «350 metri cubi di
rifiuti radioattivi». In virtù dello stato giuridico particolare
dell’amministrazione militare, quest’area non è interessata allo stato di
emergenza nucleare. Eppure il rapporto sullo “Stato della radioprotezione in
Italia”, compilato dall’ Enea prima che la gestione del nucleare passasse alla
Sogin nel 1999, considera «l’impianto del Cisam tra quelli da mettere in
sicurezza, considerata la pericolosità del combustibile usato prima dello
spegnimento e dei rifiuti radioattivi prodotti». In sostanza, il Cisam è al di
fuori di ogni controllo democratico e scientifico.
L’ingegner Sandro Giulianelli già operativo nell'Apat conferma: «Dal 2003, inspiegabilmente, nell’inventario nazionale
radiometrico e volumetrico dei rifiuti nucleari non figura più il Cisam».
Nell’ordinanza di nomina del generale Carlo Jean a
commissario con poteri speciali per il nucleare (D.P.C.M. 7 marzo 2003, numero
3267) il capo del governo Silvio Berlusconi elenca gli impianti atomici che
devono essere smantellati, con il successivo stoccaggio delle scorie in un
deposito unico: ma nell’atto non si menziona il reattore Galilei, né il Cisam,
e nemmeno viene citata la Toscana, tra le regioni in emergenza a causa della
presenza di plutonio, uranio e altre sostanze radioattive. Dove sono gli
elementi di combustibile irraggiato per 20 anni, le sorgenti dismesse e le
scorie radioattive di prima, seconda e terza categoria? Al Cisam sono stoccati
rifiuti nucleari di cui non si conosce né la quantità esatta, né i criteri di
sicurezza adottati per la salvaguardia della popolazione civile e
dell’ambiente.
Non è tutto. La magistratura ha aperto un’inchiesta in seguito alla
presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica. «Più di cento bidoni
sono stati abbandonati per anni all’aperto. Contengono scorie e rifiuti
radioattivi» accerta il sostituto procuratore Flavia Aleni. Il pm ha appurato -
con una consulenza tecnica - il grado di pericolosità. Si tratta degli scarti
della lavorazione di un ventennio produttivo del reattore nucleare di media
potenza “Galileo Galilei” , avviato nel 1960 per esperimenti di guerra e poi,
ufficialmente disattivato nell’80. «Le scorie sono rimaste lì - racconta
l’ingegnere che ha sporto denuncia - e con il tempo i contenitori si sono
deteriorati. Alcuni sono arrugginiti, altri hanno evidenti fori con la
possibilità che parte del materiale sia uscito. Tempo fa sono stati spostati in
un’altra zona della base. Un’operazione che è avvenuta senza la minima
prevenzione». La Procura ha nominato un perito che ha svolto accertamenti e
stilato una relazione, constatando nel sito la presenza di «materiale
radioattivo». Per l’esperto che ha evidenziato il caso «sono materiali entrati
in contatto con il reattore e contaminati ma anche scorie della lavorazione,
radionuclidi tra cui spiccano uranio e plutonio. I più pericolosi, perché non
solo devono osservare rigidissime misure di prevenzione - spiega il tecnico -
ma anche il loro smaltimento deve essere eseguito attenendosi a norme di
sicurezza rigorose». Secondo l’ingegner Luigi Boeri, un esperto di chiara fama,
consulente di numerosi magistrati, «tale perizia ha comunque omesso e
minimizzato la reale pericolosità dei rifiuti nucleari».
E ancora. Due interrogazioni parlamentari attestano
il trasferimento dall’arsenale della Marina di La Spezia al Cisam, di ben 760
chilogrammi d materiali ferrosi e cementizi contaminati da circa 2 chilogrammi
di uranio impoverito. Domanda, infatti, il senatore Luigi Malabarba (Prc) il 4
febbraio 2004 (interrogazione n. 4-06049), ai ministri della Difesa, della
Salute e dell’Ambiente: «quali disposizioni siano state adottate in relazione
al trasporto, presso il CISAM di San Piero a Grado (Pisa), dei rifiuti
nucleari, e ciò anche tenendo conto del fatto che la quantità di tali rifiuti
sembra eccedere le possibilità di stoccaggio in sicurezza presso il CISAM,
nonché delle conseguenze dell’inquinamento sulla popolazione locale». Il
ministro Antonio Martino replica che «gli atti sono coperti dal segreto. I
materiali che l’interrogante definisce “rifiuti nucleari” sono, in effetti,
materiali emettitori di radiazioni ionizzanti rimossi a cura del Cisam.
L’esiguo quantitativo dei suddetti materiali è assolutamente compatibile con le possibilità di stoccaggio in sicurezza presso le aree attrezzate del predetto centro». La deputata Elettra Deiana (Prc) non demorde e si rivolge il 22 aprile 2004 (interrogazione n. 4-09816) a Berlusconi. «Le pale di elicottero incriminate per l’uranio, sono state trasferite alla chetichella, per essere lavate, al Cisam, un’altra struttura sulla quale vige il più assoluto riserbo». Il ministro Martino (14 aprile 2005) conferma, tra l’altro la presenza di «n. 1 contrappeso delle pale di elicottero costituito da kg 1,8 di uranio impoverito». Si sono verificati da allora, prima e fino a tempi recenti, altri trasferimenti di rifiuti nucleari? Il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore, tacciono. Secondo gli atti ufficiali sono stati smaltiti nella discarica del Cisam i dischi di uranio impoverito che erano stati abbandonati nella discarica di “Campo in Ferro”, nell’area dell’Arsenale militare di La Spezia. La presenza in discarica dei dischi gettati sul terreno, materiale considerato molto pericoloso, è stata accertata dal consulente tecnico del procuratore della repubblica Attinà, ingegner Luigi Boeri, che ha avviato l’inchiesta sulle violazioni della legge Ronchi da parte dei vertici della marina militare. I dischi di uranio impoverito vengono utilizzati per stabilizzare e bilanciare le pale degli elicotteri grazie ad un peso specifico (pari a 19) molto elevato. Già nel 2002 un gruppo di cittadini segnalò la pericolosità del Cisam: la delicata fase di dismissione del reattore non verrebbe eseguita secondo regole di sicurezza e viene rilevata la presenza di un cimitero radioattivo nell’area naturalistica. Il ricorso all’alibi della segretezza caratterizza il comportamento delle autorità militari. Oltretutto, non è stato mai comunicato agli enti locali (comuni, provincia e regione), il piano di evacuazione in caso di incidente nucleare ed il piano delle misure protettive contro le emergenze radioattive.
L’esiguo quantitativo dei suddetti materiali è assolutamente compatibile con le possibilità di stoccaggio in sicurezza presso le aree attrezzate del predetto centro». La deputata Elettra Deiana (Prc) non demorde e si rivolge il 22 aprile 2004 (interrogazione n. 4-09816) a Berlusconi. «Le pale di elicottero incriminate per l’uranio, sono state trasferite alla chetichella, per essere lavate, al Cisam, un’altra struttura sulla quale vige il più assoluto riserbo». Il ministro Martino (14 aprile 2005) conferma, tra l’altro la presenza di «n. 1 contrappeso delle pale di elicottero costituito da kg 1,8 di uranio impoverito». Si sono verificati da allora, prima e fino a tempi recenti, altri trasferimenti di rifiuti nucleari? Il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore, tacciono. Secondo gli atti ufficiali sono stati smaltiti nella discarica del Cisam i dischi di uranio impoverito che erano stati abbandonati nella discarica di “Campo in Ferro”, nell’area dell’Arsenale militare di La Spezia. La presenza in discarica dei dischi gettati sul terreno, materiale considerato molto pericoloso, è stata accertata dal consulente tecnico del procuratore della repubblica Attinà, ingegner Luigi Boeri, che ha avviato l’inchiesta sulle violazioni della legge Ronchi da parte dei vertici della marina militare. I dischi di uranio impoverito vengono utilizzati per stabilizzare e bilanciare le pale degli elicotteri grazie ad un peso specifico (pari a 19) molto elevato. Già nel 2002 un gruppo di cittadini segnalò la pericolosità del Cisam: la delicata fase di dismissione del reattore non verrebbe eseguita secondo regole di sicurezza e viene rilevata la presenza di un cimitero radioattivo nell’area naturalistica. Il ricorso all’alibi della segretezza caratterizza il comportamento delle autorità militari. Oltretutto, non è stato mai comunicato agli enti locali (comuni, provincia e regione), il piano di evacuazione in caso di incidente nucleare ed il piano delle misure protettive contro le emergenze radioattive.
Il Centro di ricerca bellica fu diretto per
anni da un ammiraglio e da alti ufficiali aderenti alla P2, la loggia massonica
golpista creata da Licio Gelli, diretta nell’ombra da Eugenio Cefis.
Giornalisti italiani, che vi riempite la bocca di ovvietà e non rivolgete la vostra attenzione alle cose importanti, VERGOGNATEVI! Queste righe di Lannes dovrebbero apparire OGNI GIORNO NELLE PRIME PAGINE di tittu i quotidiani nazionali.
RispondiEliminaVERGOGNA! VERGOGNA!! VERGOGNA!!!
Qui su questo blog se ne scopre sempre una nuova, dell'esistenza di una centrale nucleare militare in Italia credo che lo sappia soltanto lo 0,000000001% della popolazione, forse nemmeno i cittadini di Pisa ne sono a conoscenza, di certo non sono notizie che si leggono sulla prima pagina dei quotidiani nazionali meglio le balle di Renzusconi, i diktat dell'eurocrazia la fantomatica ripresa che non c'è le finte promesse di posti di lavoro e nel frattempo il popolo viene trattato peggio degli schiavi, una realtà surreale scusate l'ossimoro.
RispondiEliminaBisogna andare dritti per la nostra strada e rifiutare l'operato di questa gente, se così si può chiamare. Bisogna stare lontani dalle loro opere e dalle loro parole e combatterli, senza paura alcuna, perché essi, se Dio non lo vuole, non hanno il potere di torcerci un solo capello.
EliminaA volte vado in crisi, preferirei forse non aver capito, ma poi mi dico in questo mondo viviamo e se siamo qui una ragione ci dovrà essere. un mondo migliore per chi verrà dopo di noi, grazie Gianni e grazie a quei pochi che fanno ancora vera informazione.
Elimina...la ragione di ogni male sta nella drammaticità di captare POI il suo "opposto" ...
EliminaCaro Filippo, prova immaginare una bertuccia, dopo un "esperimento", dotata geneticamente di corde vocali e DNA umano, domandarsi CHI SONO IO? E SPERAR IN UNA VITA FUTURA MIGLIORE! Ho paura che l'uomo sia una 'schifezza" simile...tra archeologia rivelatrice, la forza del Vril, le frequenze "magiche" nascoste tipo antigravità...tutto si riduce ad un enorme pollaio che dà l'impressione di esser autogestito..ma che in realtà ha le sue tabelle di marcia, già "ben" stabilite...da chi forse, vive più a lungo di "noi"....CONSOLATI CHE SE NOI SAPPIAMO 10 e qualcuno sà 100...c'è sempre il 101...e non son di certo dei cuccioli di DALMATA!
se i primi esperimenti di scorie radiottive risalgono al 1968 non ci sono parole e ' tutto inutile siamo impestati cosi' si puo' dare voce anche alle cause dei molti tumori .danno la colpa allo stile di vita ecc.ecc.invece credo ke il 59% dei casi e' dovuto a questo
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