28.5.20

LA SCUOLA È FINITA!

foto Gilan

di Gianni Lannes

Che infame destino: sospesa, congelata, conclusa, terminata per sempre. Il nuovo ordine mondiale non prevede istruzione critica per le masse, a maggior ragione in un belpase privo di sovranità e indipendenza, nonché di libertà. Nulla sarà mai più come prima in Italia, ormai - a tutti gli effetti - la prima nazione cavia della Terra.

Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo 2020 l'avvocato del popolo ha disposto la sospensione delle attività didattiche in tutte le scuole del Paese fino al 3 aprile 2020. Dopo una serie di proroghe di tale sospensione, il decreto-legge del 16 maggio 2020, numero 33, contenente «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19» recita: «Le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, sono svolte con modalità definite con provvedimento adottato ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020».

A parte la confusione governativa tra virus (Sars CoV 2) e malattia (Covid-19) conseguentemente, le attività didattiche in presenza sono state definitivamente chiuse fino al termine dell'anno scolastico in corso.

L'esecutivo del Conte bis ha ripetutamente annunciato l'ipotesi di riaprire gli istituti del territorio nazionale all'inizio del nuovo anno scolastico, previsto a settembre 2020. Tuttavia, allo stato attuale non risulta nessun provvedimento che offra certezze circa il rispetto di tale scadenza.

Secondo le notizie riportate dai rotocalchi tricolore, il ministero in settimana dovrebbe ricevere due relazioni: quella del comitato tecnico-scientifico, relativa alle norme sanitarie, e quella del comitato di esperti nominato dallo stesso ministro.

Al di là delle indiscrezioni trapelate sui mass media circa le distanze, gli ingressi scaglionati, e l'uso delle mascherine, a pochi giorni dalla fine dell'anno scolastico e a quasi tre mesi di distanza dalla sospensione delle lezioni, le scuole e le famiglie italiane non possono fare riferimento a nessun atto formale ufficiale che garantisca l'effettiva ripresa in presenza delle lezioni a settembre 2020. Tale stato di incertezza coinvolge oltre 8 milioni di studenti, con le rispettive famiglie e più di 8000 istituti scolastici, con i rispettivi docenti e tutto il personale non docente.

I fatti sotto gli occhi di tutti, confermano una grave sottovalutazione delle conseguenze sociali, oltre che educative e didattiche, della sospensione delle lezioni in presenza e, in particolare, di tutti i minori ad avviso dell'interpellante totalmente dimenticati nei numerosi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri emanati durante la fase del cosiddetto «lockdown».

Il protrarsi di questa fase di stallo istituzionale rischia di pregiudicare l'avvio e la prosecuzione del nuovo anno scolastico: infatti, laddove le misure da adottare fossero comunicate in ritardo, le scuole non avrebbero il tempo necessario a predisporre gli interventi necessari a rispettare le nuove disposizioni.

L'inquilino pro tempore di Palazzo Chigi quali iniziative intende porre in essere al fine di garantire la regolare ripresa delle lezioni in presenza, per l'anno scolastico 2020-2021, magari nel mese di settembre? Un fatto è certo: questi mesi di prigionia domestica hanno arrecato all'infanzia e all'adolescenza danni fisici e sul piano mentale e cognitivo.

Riferimenti: