5.5.20

SCIOPERO FISCALE: SCACCO MATTO AL POTERE!



di Gianni Lannes

«Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo», diceva Gandhi, l’icona mondiale della disobbedienza civile, pacifica e non violenta. Quella grande anima è passata dal pensiero critico all'azione concreta e risolutiva per la libertà.



La risposta vincente al regime totalitario in atto che ha arrestato più o meno 60 milioni di italiani e sospeso la libertà, può essere lo sciopero fiscale, ammesso dalla Costituzione repubblicana e dalla legislazione vigente ed il ritorno pacifico alla vita bella e libera, senza restrizioni assurde. Di certo, non le sterili marce su Roma che al governo non fanno neppure il solletico; perciò, fate attenzione ai soliti pifferai in azione per svilire la giusta protesta civile. Il governo del grande fratello, espressione di un sistema politico succube del sistema finanziario mondiale, ha il compito di portare nel 2020 al fallimento l'Italia, non di risollevarla. Il nuovo coronavirus, è soltanto un utile pretesto per ingabbiare ed impoverire tutti.

Il Mahatma adottò la protesta fiscale come strumento di lotta per l'indipendenza dell'India dalla corona britannica. La democrazia demograficamente più grande del mondo è nata da una rivoluzione, vinta anche con lo strumento della resistenza fiscale. Le rare volte in cui la protesta non è stata annegata nel sangue, si è determinato l'immediato collasso del sistema e l'instaurazione di un nuovo ordine politico.

La più grande esperienza di lotta fiscale è quella che scatenò la rivoluzione nordamericana, fino alla costituzione degli United States of America. I coloni si rifiutarono di pagare le tasse alla Gran Bretagna, con la colonna sonora del ritornello "No Taxiation Without Representation". In sostanza, gli USA sono sorti da uno sciopero fiscale. Anche la Rivoluzione francese ebbe un profilo fiscale: il tartassato popolo francese mal digeriva la propria fame condita di tributi da versare ad una aristocrazia sempre più ingorda. Lo sciopero fiscale, tuttavia, necessita di un preesistente sistema democratico, poiché l'istituto generale dello sciopero è uno strumento fondamentale proprio della democrazia a sovranità popolare di cittadine e cittadini liberi.

Lo schiavo e il suddito non hanno il diritto di sciopero, mentre il cittadino libero e sovrano, non è tale se non gode della prerogativa dello sciopero. L'esperienza si è ripetuta negli Stati Uniti d'America durante la guerra del Vietnam, con gesti eclatanti di politici di primissimo piano. In questi casi l'uso del termine sciopero è corretto, poiché il sistema giuridico entro cui si consumarono tali lotte riconosceva e garantiva il diritto di sciopero.

Sciopero fiscale ovviamente non significa evasione fiscale. L'evasore è un ladro di risorse della collettività. Invece il resistente fiscale dichiara espressamente il proprio rifiuto di pagare le imposte ad uno Stato che ha abolito la libertà e lo fa rivendicando un preciso obiettivo di carattere politico, sociale, economico e culturale. L'obiettivo del resistente fiscale è il bene comune: evidente, generale e nell'interesse della collettività. Allora, si tratta di stabilire in che forma possa attuarsi uno sciopero fiscale che non lasci dubbi sulle reali finalità dell'iniziativa. Peraltro, la Cassazione con la sentenza numero 16022, datata 16 ottobre 1989, è giunta ad escludere che l'istigazione a non pagare le tasse sia da ricondurre alle norme del codice penale (punisce l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico).

Difatti, il popolo italiano, oggi, non è più rappresentato in Parlamento a causa di una legge elettorale (incostituzionale, ossia illegale, fuorilegge) che affida ai segretari di partito, l'elezione di circa mille rappresentanti nazionali. E i risultati disastrosi si vedono. Il Parlamento imbottito di fantocci, burattini, incompetenti, analfabeti funzionali e parassiti, è ormai esautorato e non controlla più il governicchio grulpiddino. E non vi lasciate incantare dalle finte opposizioni: mandano in onda solo un teatrino concordato nei dettagli; insomma, recitano il copione preconfezionato da chi comanda realmente.

In tale ottica, l'eventuale sciopero fiscale rimarrebbe nel rango delle scelte costituzionalmente garantite, poiché se il popolo, in modo organizzato e senza volontà di evasione fiscale, sospendesse immediatamente il pagamento dei tributi, accantonando le somme non versate, con l'impegno di riversarle all'erario successivamente al raggiungimento dell'obiettivo che la protesta si è posta di raggiungere, lo sciopero assumerebbe il profilo della lotta di popolo non violenta.

Bisogna restituire a Cesare ciò che è di Cesare. Siccome Cesare è il popolo sovrano, ove Cesare stesso intendesse sospendere i pagamenti dei tributi a sé medesimo in segno di lotta contro la casta italidiota dei politicanti eterodiretti dagli interessi speculativi stranieri, ovvero contro le ristrette cerchie di privilegiati che hanno occupato tutte le istituzioni e che tengono in ostaggio la democrazia, lo sciopero fiscale si porrebbe come forma popolare di soluzione della questione morale della politica italiana.

Un modo per iniziare uno sciopero fiscale assolutamente compatibile con il quadro normativo nazionale vigente esiste ed è il seguente: astenersi dal gioco alle lotterie, dal fumo di sigarette, dal consumo di superalcoolici e ridurre notevolmente il consumo dei carburanti. In questi campi lo Stato ricava un enorme gettito fiscale, a danno della salute fisica e psichica dei cittadini, oltre che delle loro personali e familiari finanze. Il Conte bis fa affidamento sui risparmi degli italiani per pagare l'enorme interesse sul debito pubblico, ingigantito dal medesimo inquilino pro tempore di Palazzo Chigi. A proposito: che fine ha fatto l'ingente riserva aurea dell'Italia?

L'articolo 13 della Costituzione repubblicana italiana definisce la libertà personale come assolutamente “inviolabile” e prevede una “riserva di legge” assoluta. Nell'ordinamento giuridico italiano la riserva di legge, inserita nella Costituzione, prevede che la disciplina di una determinata materia sia regolata soltanto dalla legge primaria e non da fonti di tipo secondario (decreti e ordinanze). La riserva di legge ha una funzione di garanzia in quanto vuole assicurare che in materie particolarmente delicate, come nel caso dei diritti fondamentali del cittadino, le decisioni vengano prese dall'organo più rappresentativo del potere sovrano, ovvero dal Parlamento come previsto dall'articolo 70. Ne consegue che, dal momento che le restrizioni personali, nonché di fatto gli arresti domiciliari dei cittadini italiani sono state ordinate da Giuseppe Conte, mediante decreti legge e addirittura decreti de presidente del consiglio dei ministri, senza neanche un fondamento, esse risultano arbitrarie ossia irricevibili.

Il diritto alla salute è tra i diritti fondamentali ma non prima del diritto alla libertà individuale. I Padri Costituenti, durante i lavori preparatori dell’Assemblea Costituente, anteposero la libertà alla salute, poiché non può esistere salute se prima non c'è libertà. Non a caso la libertà personale è definita addirittura come inviolabile. E non è un caso che la libertà sia posta all'articolo 13 (prima) e la salute sia collocata all’articolo 32.

La tecnocrazia ha sostituito la democrazia (incompiuta). È in atto un esperimento di ingegneria sociale su scala mondiale. L'Italia, priva di indipendenza e sovranità, ora anche della libertà, è il laboratorio perfetto in Occidente, dove esperimentare il futuro di schiavitù che ci attende, se non ci ribelleremo adesso.
La cosiddetta “fase 2” è un passaggio della classica finestra di Overton: abituare (al peggio) la gente (dall'individuo alla massa) a cambiamenti impensabili ed inaccettabili. L'obiettivo è plasmare il genere umano e la società civile, iniziando dalla perdita d'identità personale dei popoli, proprio a partire da ogni singola persona. Il volto umano rappresenta la parte fondamentale dell'identità individuale e, proprio per questo, uno dei punti fondamentali delle restrizioni imposte, riguarda l'uso ossessivo della mascherina. L'obbligo d'indossarla ha lo scopo preciso di nascondere il volto umano, di negarlo alla vista; il che significa farci apparire tutti come una massa informe di creature aliene che vagano, stonate ed impaurite, alla ricerca della loro sopravvivenza. Si tratta di un modo astuto per dirigere tutto e tutti docilmente, verso questo nuovo assetto globale. Il Nuovo Ordine Mondiale è che la realizzazione, nonché messa in funzione di un mondo tecnologico che rifiuta l'essere umano; abiura l’essere umano e la sua straordinaria facoltà di pensare, ragionare, amare e concepisce l'umanoide robot come suo sostituto ideale. In fondo, l'umanoide, il robot per il padrone non consuma, non pretende ed è gestito in modalità utensile da remoto, proprio come per la cosiddetta “didattica a distanza”, senza troppe complicazioni. Più che macchine ci serve l'umanità. La libertà non può essere soppressa: alle leggi ingiuste si risponde con la disobbedienza, poiché la libertà è un diritto naturale. Con la disobbedienza civile non si è fatta civiltà. D'altronde, per dirla, con don Lorenzo Milani, "l'obbedienza non è una virtù". All'Italia occorre un nuovo Rinascimento, non un imbarbarimento.

È giunta l'ora di staccare la spina ad un sistema marcio che rischia di far fallire per sempre l'Italia e rendere schiavi a vita gli italiani per le prossime generazioni.