1.11.18

SCIE BELLICHE E CALAMITA’ INNATURALI IN ITALIA



di Gianni Lannes

Calamità naturali o artificiali? È cambiato il vento? Il 30 ottobre 2018 in Italia si muore a causa della pioggia. Nel belpaese ormai la normalità scorre e incombe il tempo dell’emergenza infinita. È troppo comodo chiudere gli occhi della ragione alla presunta fatalità di madre natura e non interrogarsi invece sulle cause di giorni nefasti, in cui hanno perso la vita 11 persone. L’Italia scivola sempre più nell’evento eccezionale, nel lutto ricorrente, nella disperazione: per un terremoto indotto dalla spasmodica ricerca di idrocarburi nel sottosuolo, per un ponte che schianta improvvisamente ma di cui si sapeva da sempre, per un diluvio d’acqua, per una tempesta drammatica. Dovremmo chiederci se il nostro futuro è più controllabile dall’alto dei cieli. L’ultima versione catastrofica di questa presunta impotenza la ri-viviamo per inerzia ed omertà, ogni qual volta, come nei giorni scorsi, i fenomeni atmosferici infieriscono contro il nostro fragile habitat. Gli ultimi disastri hanno definitivamente frustrato ogni velleità sulle misure di sicurezza della “protezione civile”. A proposito: c’è una connessione con le scie belliche rilasciate notte e giorno da squadriglie di velivoli sul territorio italiano, il bombardamento elettromagnetico e i fenomeni atmosferici? In maniera sistematica dal 2002,  in Europa, Italia inclusa, aerei a bassa e bassissima quota diffondono persistenti scie nell’aria che velano ed offuscano il sole. Tale attività ha conseguenze deleterie sull’ambiente e gravi ripercussioni sulla salute umana? Di che tipo di sperimentazioni si tratta? Quali sarebbero le finalità indicibili ai comuni mortali? Perché le autorità di ogni ordine e grado negano l’evidenza e consentono di attentare alla vita dell'ignara popolazione?

Nel volume 16 numero 4 del febbraio 1963 degli Annali di Geofisica, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia c'è una dissertazione che riporta questo titolo:

  «II problema della trasformazione artificiale delle condizioni meteorologiche».

Attenzione: l’autore non è un sovversivo, un “complottista”, o peggio ancora un terrorista, bensì un generale dell’Aeronautica militare italiana, tale Antonio Serra. Non uno qualunque, ma il capo per anni del Servizio Metereologico dello Stato italiano. Ecco tra l’altro cosa ha scritto l’alto ufficiale:

«Risultati molto promettenti delle tecniche di nucleazione artificiale dell’atmosfera, finora adoperate, per riconoscimento quasi unanime, si sono avuti dalle cosiddette formazioni nuvolose orografiche e semiorografiche, cioè legate alla presenza di catene di montagne e di colline sufficientemente alte, mentre nelle zone di pianura i risultati ottenuti non sono statisticamente apprezzabili. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità di operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta, occorrenti poi per la irrigazione delle zone piane. Non vi è dubbio, alla luce dell’attuale conoscenza, che esperimenti del genere siano promettenti di fecondi risultati, sia nel campo della ricerca puramente scientifica che delle pratiche applicazioni. Sono esposti brevemente i principali piani ili esperienza di laboratorio e campali realizzati dal 1947 al 1960 relativamente alla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche in generale e della induzione artificiale delle precipitazioni atmosferiche. Successivamente sono descritti i principi su cui sono fondate le tecniche più note sulle operazioni di induzione provocata delle precipitazioni atmosferiche. Infine sono trattati brevemente gli aspetti del suddetto problema ancora aperti alla ricerca e le varie possibilità pratiche di intervento dell’uomo sulla modificazione artificiale delle condizioni meteorologiche».


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