20.9.23

LA SCUOLA NON E' UNA PRIGIONE!

 

foto Gilan


di Gianni Lannes

Come cambia adesso - sotto il governino Meloni - la scuola tricolore: condotta e bocciature sicure. Il motto riverniciato dal modernismo liberista neofascista è sempre "dio, patria, famiglia". Più burocrazia, ma per quale merito? Nella giornata del 18 settembre 2023 il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per revisionare la valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti. Ecco quanto riportato in una nota del ministero dell’Istruzione e del Merito, in relazione alla nuova rilevanza data al voto in condotta. Il cosiddetto merito fa rima con passività e subordinazione, ma non è più il tempo dell'obbedienza, come ha insegnato a suo tempo don Lorenzo Milani.

“Il disegno di legge è principalmente incentrato su quella che viene definita filiera tecnologico-professionale, ma di questo parleremo in seguito. Il governo di Giorgia Meloni mira a garantire un maggior controllo in aula attraverso la valutazione del comportamento degli studenti, che avrà un peso enorme in merito alla media complessiva e, dunque, all’ammissione all’Esame di Stato e non solo. La riforma della scuola evidenzia la possibilità di bocciare uno studente, in risposta a gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto. In parole povere, chi non rispetta le norme comportamentali pagherà le dovute conseguenze, in relazione alla gravità delle proprie azioni.

Ricevere il 5 equivale a bocciatura, mentre ottenere un sei in condotta genererà un debito scolastico registrato in Educazione civica. Ciò richiederà una verifica per il recupero a settembre. Test che sarà incentrato sui valori di cittadinanza e costituzionali.

Cambierà l’intero sistema di gestione dell’ordine in aula, con le sospensioni fino 2 giorni che non prevedranno più l’allontanamento dalla scuola. Sarà invece previsto più impegno e maggior studio in classe. Nei casi più gravi, ovvero con sospensione di più di due giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale. Ciò potrà avvenire in strutture convenzionate”.

Ecco le parole del ministro pro tempore Giuseppe Valditara: “L’istruzione è oggi finalmente in grado di garantire agli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno”. L’obiettivo finale è offrire competenze spendibili nel mondo del lavoro, offrendo competitività nel prossimo futuro al sistema produttivo italiano. Tra gli obiettivi portare in classe la cultura del lavoro. «A me – ha spiegato Valditara – interessa una nozione democratica di merito, non elitaria. Il docente tutor e quello orientatore devono trovare elementi di incontro tra le potenzialità di uno studente e le esigenze del mercato del lavoro. Nella scuola dobbiamo portare il valore, la cultura del lavoro. Oggi bisogna rafforzare ulteriormente l’alternanza scuola-lavoro».

Questa scuola improntata all'ossessiva burocratizzazione istituzionale, pompata peraltro dai Pon (alla voce sperpero incontrollato e impunito di denaro pubblico) non educa ma reprime le individualità e non istruisce, perché non sa ascoltare e non è predisposta a far emergere e valorizzare i talenti degli studenti. Il sapere critico è improntata al dubbio che fa civiltà e non al nero dogma che cala dall'alto. La scuola non è un'azienda e tantomeno una prigione. Altro che dialogo, ascolto, progresso etico. Alla voce repressione di Stato telecomandato che riporta l'Italia e la sua gioventù indietro, invece di progredire. Criminalizzazione aberrante e controllo preventivo dei giovani, mentre gran parte delle scuole pubbliche italiane giacciono non a norma, le aule sono sovraffollate, scarseggiano o non sono fruibili le strutture sportive (soprattutto al Sud), insomma risultano insicure e tante rischiano di crollare, nonostante le promesse governative di risanarle che risalgono agli esecutivi Berlusconi, in cui figurava pure la ministra Meloni.

Senza i giovani non c'è futuro. Allora, creare i campi del sapere e non alimentare i campi di battaglia. Per dirla con Maria Montessori, un'autentica educatrice: “Per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano ancora che se ti diverti non impari”. Non c'è futuro e progresso senza libertà.


Riferimenti:

Luisa Piarulli, Tempo di educare. Tempo di esistere, Golem edizioni, Torino, 2019.

Gianni Lannes, l'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=montessori

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=piarulli

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuola

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni

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