28.3.21

LA FRECCIA DEL SUD!

 


di Gianni Lannes

«La volontà è un’energia innata, radicata in ciascuno di noi e rappresenta una forza interiore che sa orientare la vita indipendentemente dal fatto che ciò che si desidera sia giusto o sbagliato... La volontà funziona se è frutto di un’intuizione, mentre la meditazione in questi casi diventa secondaria: in tutti questi anni in cui ho praticato lo sport, mi sono sentito sempre giovane e tutti i giorni ho mostrato un forte interesse verso gli allenamenti e le gare. Insomma, avevo piacere e sentivo una forte passione per quello che facevo. In tutti questi anni mi è stato possibile conseguire determinati risultati perché non mi sono mai fatto prendere da idee sbagliate, da luoghi comuni e da situazioni che, poi, si sarebbero potute rivelare inutili. In tanti anni di carriera non ho perso tempo con i falsi obiettivi, ma ho mirato subito al sodo. Quando tornavo da una gara sconfitto, non ci pensavo troppo e il giorno dopo tornavo subito ad allenarmi».

Sono parole di Pietro Paolo Mennea, scritte in uno dei suoi libri, intitolato 19”72 Record di un altro tempo.

Un campione indimenticabile nello sport, un uomo d'altri tempi nella vita, un esempio cristallino per i giovani nato a Barletta il 28 giugno 1952, andato via dalla dimensione terrena - a causa di un male incurabile - nella primavera dell'anno 2013, ma sempre presente nei nostri cuori di sportivi. È stato l’unico atleta italiano di livello mondiale di tutti i tempi a partecipare a quattro finali olimpiche nei 200 metri. Il suo primato stabilito nel 1979 (19:72) non è più record del mondo da qualche tempo, ma resta ancora dopo 41 anni il record europeo. Pur non essendosi mai occupato di spiritualità, possedeva in realtà una straordinaria connessione con la sua anima, che traspariva dal suo atteggiamento verso l'esistenza e nel rapporto con il prossimo.

Non si abbatteva davanti alle sconfitte o alle difficoltà, né di ordine fisico, né di ordine politico (fu spesso ostacolato dalla Federazione italiana, che gli imponeva delle scelte agonistiche insensate). Dopo una sconfitta, il suo primo pensiero era allenarsi meglio. Pietro è andato avanti così dal 1968 fino al suo ritiro definitivo nel 1988. Ciao Pietro, caro amico!

Riferimenti:

http://www.pietromennea.it/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mennea




 

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