di
Gianni Lannes
Altro
che nuovo coronavirus (Sars CoV2), maldestramente confuso negli atti
ufficiali dai politicanti italidioti con la malattia Covid 19.
«L’Italia sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da
armi nucleari» dichiara Sergio Mattarella. «Faccio mie le parole
del presidente della Repubblica per una politica che punti ad un
mondo libero da armi nucleari» ribadisce il presidente della
Commissione Difesa della Camera, Gianluca Rizzo (M5S). I fatti,
tuttavia, procedono in un'altra direzione. L’Italia, grazie ad Aldo
Moro, ha ratificato nel 1975 il Trattato di non-proliferazione delle
armi nucleari (Tnp), che stabilisce: «Ciascuno degli Stati
militarmente non nucleari, parte del Trattato, si impegna a non
ricevere da chicchessia armi nucleari, né il controllo su tali armi,
direttamente o indirettamente». Il governo tricolore ha concesso
il territorio nazionale, mettendo a repentaglio la sicurezza
dell'ignara popolazione, per lo schieramento di armi nucleari United
States of America.
Attualmente
una cinquantina di bombe nucleari modello B61, sono installate nelle
basi di Aviano, insieme a caccia Usa F-16C/D, e a Ghedi-Torre dove
Tornado PA-200 dell’Aeronautica italiana sono pronti all’attacco
nucleare sotto comando USA. L’Italia – conferma la Nato – fa
parte dei paesi che «forniscono all’Alleanza aerei equipaggiati
per trasportare bombe nucleari, su cui gli Stati uniti mantengono
l’assoluto controllo, e personale addestrato a tale scopo».
La
B61 sarà sostituita a breve dalla B61-12: una nuova bomba atomica,
con una potenza selezionabile al momento del lancio, che si dirige
con precisione sull’obiettivo ed ha la capacità di penetrare nel
sottosuolo per distruggere i bunker dei centri di comando. Il
programma del Pentagono, in corso di realizzazione, prevede
l'allestimento di 500 B61-12, al modico prezzo di ben10 miliardi di
dollari. Il programma è nella fase finale: nei poligoni nel Nevada
sono in corso test di lancio della nuova bomba (senza testata
nucleare). Tra gli aerei che vengono certificati per il suo uso vi
sono il Tornado PA-200 e il nuovo F-35A (schierato in Puglia nella
base AMI di Amendola in provincia di Foggia, in dotazione
all’Aeronautica italiana.
Nella
Penisola da nord a sud fino ai piedi del vulcano attivo Etna Sigonella) albergano centinaia di potenti ordigni (bombe, missili,
mine) nucleari di proprietà degli Stati Uniti d'America. In caso di
incidente, sabotaggio, bombardamento o altro, per l'Italia sarebbe la
fine. Nei mari del giardino d'Europa transitano, attraccano, sostano
e giocano alla guerra unità a propulsione ed armamento nucleare.
L'Adriatico e il Tirreno sono stati trasformati segretamente dalle
Forze Armate anglo-americane, in discariche di armi vietate dalle
Convenzioni internazionali di Ginevra e di Parigi. In base ai
resoconti dell'Alleanza atlantica, le stime istituzionali fanno
riferimento a circa un milione di bombe eterogenee caricate con
aggressivi chimici e nucleari. Le radiazioni sono invisibili, ma
tutti gli esseri viventi in natura ne risentono, l'organismo umano si
ammala e muore. Abbiamo il diritto di sapere cosa stanno facendo alla
flora e alla fauna,quali implicazioni ha tutto questo sulla catena
alimentare e i delicati equilibri ecologici dei nostri mari. Le
conseguenze potrebbero essere drammaticamente irreversibili.
Allora, perché mai l'inquilino pro tempore del Quirinale mente così spudoratamente?
Gianni
Lannes, Italia Usa e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.