18.9.19

CARI FIGLI...

 
 Gilan (2019)

Cari figli,

vi scrivo all'alba da questo nostro familiare esilio garganico mentre la luna illumina i miei pensieri. Il nostro legame non è solo fisico, ma talmente profondo da in-fondersi nell'anima. Una madre, come un padre, non possono e non potranno mai staccarsi dai propri figli, nonostante le prove della vita e il passaggio evolutivo della morte. Voi siete i nostri maestri: attraverso il vostro sguardo limpido ripercorriamo la nostra esistenza con l'entusiasmo che voi avete riacceso in noi alla nascita. La vita finisce ma ricomincia in un'altra dimensione. Noi siamo parte di tutto, del mare come dell'albero: la vita è tutt'uno. Non c'è gioia senza sofferenza: il vostro dolore immenso ha il volto del mio stesso dolore. La vita di chi sia ama scorre e passa oltre la nostra umana comprensione. Il tempo è un cerchio perfetto disegnato dalla mamma con l'ultimo gesto della mano su questa terra. Ammirate e non dimenticate mai la sua grande bellezza di donna divenuta una stella. Lei, è la nostra isola dove seguitiamo con passione ad immergerci. Lei è il nostro arcobaleno e non ci ha abbandonato: chiudete gli occhi e cercatela parlandole nel silenzio dell'animo. Noi non la dimenticheremo mai, 7 mesi dopo, come 7 o 70 anni più tardi e oltre, perché vive in noi, per sempre con amore infinito.

 Gilan (2019)


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