di Gianni Lannes
«Indietro non si torna» ha sentenziato il sindaco di
Torino. La grillina Appendino ha deciso di conservare nell’uso della
modulistica del “suo” Comune, i termini “genitore
1” e “genitore 2”, per indicare
addirittura i componenti fondatori di una famiglia umana.
È una posizione quanto meno strana, che nel designare il
primo nucleo costitutivo della comunità familiare preferisce quella
terminologia in salsa burocratica, all’impiego dei vocaboli naturali, padre e madre, a quanto pare da evitare in quanto concetti ormai superati
in una visione di famiglia composta da genitori del medesimo sesso.
L’attribuzione a uno dei due del numero 1, appunto, non creerebbe
una discriminazione sociale?
La trovata modernista non sembra corretta neppure dal
punto di vista semantico, dal momento che, se si va alla radice del vocabolo genitore, che deriva dal verbo latino gignere, e sta a indicare chi genera,
non può non rilevarsi come la parola risulti inidonea a descrivere lo status di
due persone dello stesso sesso e perciò impossibilità per legge di natura, a
procreare tra di loro.
Padre e madre sono termini che vantano uno stretto ma
soprattutto indivisibile legame primordiale che nessuno può recidere.
Riferimenti:
Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, LPE, Cosenza, 2016.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2016/01/a-difesa-della-famiglia-naturale.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=GENDER
Riferimenti:
Gianni Lannes, BAMBINI A PERDERE, LPE, Cosenza, 2016.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2016/01/a-difesa-della-famiglia-naturale.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=GENDER