17.11.17

IL VACCINO MIGLIORE



 
Tenerezza ma soprattutto amore, ma non violenza istituzionale e medica. Il latte materno è il miglior vaccino: esso fortifica a livello naturale le difese immunitarie del pargolo fornendogli anticorpi essenziali. L’unica cosa che lo Stato ha il dovere di fare è aiutare, o meglio favorire in tutti i sensi l’allattamento naturale al seno, e nulla più. Chi è di avviso contrario si pone su un piano criminale, poiché nessuna autorità ha il diritto di iniettare nell’essere umano sostanze estranee all’organismo. Esistono leggi universali al di sopra delle norme correnti. Nello Stato di diritto non è possibile restringere la vita umana nei paletti normativi per tutelare interessi speculativi e di dominio.

L'obbligatorietà vaccinale al pari dello stupro viola l'individuo perché calpesta il consenso attraverso la violenza, istituzionale e coercitiva, annientando così l'integrità della persona. Non si possono obbligare neonati, bambini e adolescenti sani a vaccinarsi per forza, pena la sanzione amministrativa e l'esclusione dai servizi scolastici; come non si può obbligare una donna a farsi violentare, tanto meno con la minaccia e il ricatto. Qualsiasi abuso di potere in tal senso è un crimine contro l'umanità.
  
Anche nel belpaese l’opinione pubblica è ancora ben lontana dall’aver consapevolezza che tutto ciò che capita al bambino nei suoi primi anni di vita si ripercuote inevitabilmente sull’intera società.
 
Anche in Europa i minori sono vittime di pesanti umiliazioni e gravi maltrattamenti, nonostante le convenzioni internazionali. Questa scoperta riguarda ogni singolo individuo e, se opportunamente divulgata, dovrà portare a un mutamento sostanziale della nostra società e soprattutto dovrà liberarci dalla cieca spirale della violenza.  

Ogni bambino viene al mondo per crescere, svilupparsi, vivere,  amare ed esprimere i propri bisogni e sentimenti, allo scopo di meglio tutelare la propria persona. Per potersi sviluppare armoniosamente, il bambino ha bisogno di ricevere attenzione e protezione da parte di adulti che lo prendano sul serio, gli vogliano bene e lo aiutino onestamente a orientarsi nella vita.

Nel caso in cui questi bisogni vitali del bambino vengano frustrati, egli viene allora sfruttato per soddisfare i bisogni degli adulti, picchiato, punito, maltrattato, manipolato, trascurato, ingannato, senza che in suo aiuto intervenga alcun testimone di tali violenze. In tal modo l’integrità del bambino viene lesa in maniera irreparabile.

La normale reazione a tali lesioni della propria integrità sarebbe di ira e dolore, ma poiché in un ambiente simile l’ira rimane un sentimento proibito per il bambino e poiché l’esperienza del dolore sarebbe insopportabile nella solitudine, egli deve reprimere tali sentimenti, rimuovere il ricordo del trauma e idealizzare i suoi aggressori. In seguito non sarà più consapevole di ciò che gli è stato fatto.

Perché un bambino maltrattato non divenga un delinquente o un "malato mentale", è necessario che egli, perlomeno una volta nella vita, incontri una persona la quale sappia per certo che “deviante” non è il bambino picchiato e smarrito, bensì l’ambiente che lo circonda, ovvero la società e le istituzioni. La consapevolezza o l’ignoranza della società aiutano, in tal senso, a salvare una vita o contribuiscono a distruggerla.  

Le esperienze traumatiche rimosse nell’infanzia vengono immagazzinate nella memoria corporea; esse a livello inconscio, continuano a esercitare la loro influenza sulla vita dell’individuo. 

 

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