Oggi satira. La burionite è una malattia infettiva? Non è che la Lorenzin confonde ancora batteri e virus saltellanti, inventandosi epidemie inesistenti? Un luminare? Sara mica pompato dal sistema come altri fantocci sulla scena? L'aspirante nobel delle Marche, "mister so tutto dei vaccini" in un concorso a cattedra all'università di Camerino è arrivato appena al settimo posto su 9 concorrenti; e dunque non ha superato l'esame per aggiudicarsi il posto. E si dà pure parecchie arie. Il dottor Fabio Franchi sui vaccini l'ha smontato in pochi secondini.
Paragonare l'uomo all'asino. Insorgo con veemenza:
come vi permettete, non meritano tale insulto, gli asini. Equus Asinus: l’asino
è classificato nell’ordine dei Perissodattili, nella famiglia degli Equinidi. Tempo
fa ho invitato Burioni ad un confronto dialettico: ancora non si è fatto vivo
(bontà sua). Non mi sarei mai aspettato che un soggetto della sua statura si
abbassasse a scrivere per quelle masse di asini che insulta. Ma allora
toglietemi una curiosità: i suoi libri (si fa per dire) li possono leggere solo
i camici sbiancati? Quindi la Lorenzin è tagliata fuori?
La supponenza è sempre sintomo di ignoranza. Della serie: analfabetismo funzionale o di ritorno. Si può sempre essere ignoranti anche se in possesso di più lauree. Avere un titolo di studio diverso da quello medico non vuol dire essere dementi, e non essere in grado di capire le cose che si leggono anche se da neofiti.
Parlare con Burioni
di vaccini sarebbe come chiedere all'oste: scusi, il vino è buono? Gli
anticorpi monoclonali saranno la base per i vaccini del futuro. Basta chiedere
alla Pomona dei brevetti burionali.
Comunque, la comunità scientifica pro-vaccini si rifiuta di portare avanti uno studio serio e super partes che confronti lo stato di salute a lungo termine delle persone vaccinate con quelle non vaccinate. Hanno forse paura dei risultati?
Comunque, la comunità scientifica pro-vaccini si rifiuta di portare avanti uno studio serio e super partes che confronti lo stato di salute a lungo termine delle persone vaccinate con quelle non vaccinate. Hanno forse paura dei risultati?
In un vecchio film Paolo Villaggio, ragioniere, è
tormentato dal principale, un bauscia che esordisce sempre chiedendogli “chi è
il più cretino tra me e lei?”. Il tenore de “La congiura dei somari” è simile.
Non è solo questione di competenze (né tantomeno di fantomatici saperi
sapienziali); ma anche di interessi e di onestà. Villaggio-ragioniere avrebbe
dovuto rispondere “chi è più ladro tra me e lei?”. Invece in questo caso non
bisogna cadere nella provocazione di chi dà dell’asino presuntuoso e
intruppato, perché non va mai dimenticato che in effetti su argomenti medici le
competenze tecniche, non sufficienti da sole, sono necessarie; e perché chi ha
preparato la padella delle iniezioni obbligatorie ha interesse a spingere i
recalcitranti nella brace della “libertà di scelta”, una fiaba ideologica che,
data la delicatezza psicologica e la complessità tecnica dei temi medici, e
dati i miliardi investiti in disinformazione e propaganda, va a favore del
business e a danno della salute ancora di più delle cure imposte. La soluzione
è darsi governanti adeguati e onesti, che controllino il business invece di
servirlo; e che diano direttive affidabili avvalendosi di consulenti “a doppia
forza”, sia competenti sia onesti.
Scherzi a parte. Io so di non sapere. La nostra conoscenza del mondo e di noi stessi è ancora estremamente limitata. Dietro i fatti, gli avvenimenti e le apparenze c’è una verità che sfugge alla rete dei nostri sensi, ai criteri della nostra minuscola scienza e della nostra striminzita ragione.
I tre principali quesiti a cui la scienza non sa
ancora rispondere con precisione sono: la nascita dell’universo; il passaggio
da materia inanimata a materia animata, ovvero la nascita della vita nel cosmo;
il passaggio dall’animale all’essere umano, vale a dire la nascita della
razionalità e della coscienza. La storia della scienza è tutta una sequela di
verità che si dimostrano presto errori alla luce di nuovi fatti e di nuove
verità.
Quanto alla medicina non è proprio una scienza ma
piuttosto scientismo, dunque non può avere pretese coercitive sulla vita,
soprattutto quando il mercato e il lucro economico sono tutto quel che conta e
l’unica moralità è dettata dal profitto speculativo.
I fatti e non le mere opinioni, non sono mai
tutta la verità, al di là di essi c’è un altro livello di realtà. La nostra
conoscenza del mondo è ancora molto limitata. E’ imbarazzante per gli
scientisti tuttologi, in realtà nulla saccenti alla ribalta dei mass media, non
sapere un bel niente e tacciare il prossimo con l'etichetta di complottismo.
L’universo che noi vediamo, a occhio nudo, o con
gli strumenti di cui disponiamo, è solo il 5 per cento del totale; il resto è
fatto di forme di materia ed energia sconosciute. Di tale preponderante
frazione, il 25 per cento è appunto materia che non interagisce con i nostri
strumenti, e quindi ne deduciamo l’esistenza, ad esempio, dagli effetti
gravitazionali esercitati sul moto delle galassie. Non essendo costituita da
nessuna delle 17 particelle elementari osservate finora, è stata definita dagli
scienziati materia oscura.
Uno dei falsi miti del tempo corrente è lo
scientismo, ovvero l’illusione di poter conoscere la realtà nelle sue varie forme,
servendosi esclusivamente della scienza moderna, nonché di risolvere ogni
problema umano grazie ad essa e alle sue applicazioni tecniche. Lo scientismo
si basa su due postulati: che la sola realtà sia quella misurabile e
quantificabile, e che il progresso della conoscenza scientifica e della
tecnologia liberi l’umanità dalle tenebre.
Morale: l’intelligenza non è direttamente
proporzionale al numero di lauree. Similmente non è certo la lettura di qualche
libro che fa il medico o lo scienziato. E neanche il fatto che sia stato
scritto, direi, è prova delle fondatezza delle tesi che vi sono esposte. Non è il fatto di aver letto o imparato a
memoria qualche volume che fa di un uomo un medico o uno scienziato, neanche le
migliaia di libri scritti e riscritti per supportare la pratica delle
vaccinazioni, è prova della fondatezza delle tesi che vi sono esposte.
In ogni caso, il caro dottor Shoenfeld prende il professor Burioni
e lo mette nel taschino. Yehuda Shoenfeld: citazioni = 76202
Indice H = 117 i10-index = 1134. Roberto Burioni: citazioni = 2516
Indice H = 27 i10-index = 60. L'indice H o indice di Hirsch (a volte, in
inglese, H-index), è un criterio per quantificare la prolificità e l'impatto
scientifico di un autore, basandosi sia sul numero delle pubblicazioni, sia sul
numero di citazioni ricevute; l'i10-index (detto anche H-10) indica il numero
di pubblicazioni accademiche che un autore ha scritto e che hanno ricevuto almeno
dieci citazioni. Yehuda Shoenfeld è indicato anche
come il “Padrino del Autoimmunologia”. Il clinico israeliano ha dedicato oltre
trent’anni allo studio del sistema immunitario umano. È autore di innumerevoli
studi alcuni dei quali sono pietre miliari per la pratica clinica.
Esiste un abisso tra la "sedicente" e
autoreferenziale comunità scientifica che produce "verità"
inoppugnabili (anche se temporaneamente) e il mondo degli operatori che devono
mettere in pratica una certa disciplina. Ci si deve fidare, non c'è altro modo
se uno vuole continuare a lavorare. Questi produttori di scienza sono diventati
come una setta che orientano il sapere verso precise acquisizioni e cercano di
bloccare qualsiasi altra strada alternativa. Essi si controllano da soli e si
sono creati un ecosistema competitivo in cui lottano furiosamente per
conquistarsi la palma d'oro delle pubblicazioni. Basta leggere il libro
"Effetti Collaterali " di Ben Goldacre per rendersi conto che quasi
tutto il mondo della ricerca (almeno quello milionario dei grossi trials) è
mosso da intenzioni che nulla hanno in comune con l'interesse della salute
collettiva e con il bene dei malati. Allora si capisce perché la gente non
avverte più quel senso di reverente rispetto che si aveva verso gli uomini di
scienza e verso i medici.
“Il sistema attuale per far fronte alle malattie
infettive emergenti è obsoleto e comporta uno spreco di risorse umane ed
economiche” a dichiararlo è Rino Rappuoli chief scientist della GlaxoSmithKline
Vaccines, uno dei più autorevoli esperti in materia che ad AboutPharma ha
raccontato quali sono le falle dell’approccio attuale e quali le possibili
soluzioni. A iniziare da vaccini smart creati grazie alla biologia sintetica e
anticorpi monoclonali.
Quanto alla medicina, ripeto, non è una scienza ma
piuttosto scientismo allo stato brado, dunque non può avere pretese coercitive sulla vita,
soprattutto quando il mercato e il lucro economico sono tutto quel che conta, e
l’unica moralità è dettata dal profitto speculativo.
riferimenti:
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