Allora, pensa globalmente e mangia localmente. Localizzazione vuol dire spostare l’attività economica nelle mani di piccole e medie imprese, invece di concentrarla in un numero ristretto di multinazionali. Localizzazione vuol dire accorciare il più possibile la distanza fra produttori e consumatori. Il cibo globale è nocivo, è costoso sotto il profilo ecologico, economico e sociale. Un sistema alimentare locale significa prodotti freschi, coltivati in poderi vicini, venduti nei mercati in piazza e in piccoli negozi locali indipendenti. Altro che grande distribuzione, incoraggiata e favorita dalla casta parassitaria dei politicanti nullafacenti. Nella filiera corta i chilometri alimentari, ovvero la distanza che il cibo percorre dalla terra al piatto sono relativamente pochi, il che riduce di parecchio i combustibili fossili e il conseguente inquinamento. Le economie rurali traggono beneficio dai sistemi alimentari locali, dal momento che la maggior parte del denaro speso dalla gente per mangiare va al contadino, non a remote società speculative finanziarie.
Attualmente viene imposto in tutto il mondo un
unico modello “educativo”, eliminando le conoscenze e abilità di cui la gente
ha bisogno per vivere delle proprie risorse, nei loro luoghi sulla Terra.
Dobbiamo dire la verità sul commercio e sul modo con cui si misura il
progresso, e dobbiamo descrivere i vantaggi ecologici, sociali, psicologici ed
economici dell’opera di localizzazione e decentramento dell’economia. Oggi i
prezzi li detta il mercato, temperando la domanda con l’offerta, oppure li
gonfia la pubblicità o la moda; ma i prezzi si potrebbero costruire anche in modo
efficacemente alternativo. Non si può consegnare la nostra salute nelle mani di organizzazioni finanziarie che hanno come unico scopo il massimo profitto economico e sono irresponsabili nei confronti della gente e della natura, perché rispondono solo ai loro azionisti e solo dei profitti, non dei modi come li ottengono a scapito della vita. Siamo prigionieri della tecnologia alimentare ma esistono praticabili vie di liberazione. Il tabù della rivoluzione ecologica è l'alimentazione industriale. Il pane di ieri è buono domani.
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.