27.10.12

ENERGIE A PERDERE

di Gianni Lannes

Tira una brutta aria per il paesaggio italiano e perfino l’uso distorto del sole non fa sconti allo Stivale, in termini di consumo di terra fertile sottratta all’agricoltura. In Italia entro il 2020 i consumi elettrici da fonti rinnovabili dovranno raggiungere quota 17 per cento, hanno imposto oscuri burocrati. Il famigerato Protocollo di Kyoto ed i vincolanti accordi europei prevedono necessariamente la riduzione delle emissioni inquinanti che alterano il clima (un fenomeno che vanta come concausa la guerra ambientale di natura bellica esercitata da Nato & Russia). Anche per questa ragione il popolo italiano da anni finanzia la cosiddetta “energia verde”, invece di incentivare concretamente la piantumazione di alberi.

I nostri incentivi ai soliti prenditori (Marcegaglia, De Benedetti, Enel, Edison, Banche & Soci) battono il record del mondo: solo nel 2010 hanno toccato i 3 miliardi e 200 milioni di euro (fonte: Autorità per l’Energia elettrica e il gas).

La folle corsa non è stata arrestata, nonostante la compresenza massiccia delle ecomafie accertata in ambito giudiziario. Addirittura latita un fondamentale piano energetico nazionale.

Terna, ossia la società semi-pubblica responsabile della trasmissione di energia sulla rete territoriale, ha ricevuto richieste di allacciamenti di nuovi impianti “rinnovabili”: 120 mila megawatt attendono l’autorizzazione, quando nella Penisola il picco di potenza richiesta è pari a meno della metà.

Chi lucra coi nostri soldi ferendo a morte il paesaggio? Prevalentemente le multinazionali nazionali ed internazionali, ma anche le società a responsabilità limitata (con capitali risibili) di sviluppatori per conto terzi (Capitalia in primis). Un solo esempio per comprendere il pericolo: in provincia di Foggia è attivo un ingegnere, tale Marcello Salvatori, socio o comunque presente in ben 26 società che impiantano perfino inceneritori di rifiuti (Enterra di Bergamo) sempre in Capitanata. 

Ecco a chi chi è indirizzato il riferimento probante: Mistral Spa, Enterra Spa, Vento Energia Srl, Salvatori Marcello, Develop Srl, Sistemi Energetici Spa, Zefiro Srl, Risorse Energetiche Srl, Ascoli Energia Srl,  Rinnovabili Srl, Eolica Italiana Srl, Amgas Wind 1 Srl, Canosa Energia Srl, Delsis Srl, Buonvento Srl, Belvedere Srl, Sisen 2 Srl, Mate Srl, Murgia Energia Srl, Sisen 3 Srl, Massa Solar Srl, Consorzio Eolica Manfredonia, Enerland, Carapelle 1 Srl, Carapelle 2 Srl, Società Consortile Srl. 

Grazie alla tacita connivenza affaristica della Regione Puglia - governata dall'ambientalista Nichi Vendola - dal 2005 a tutt'oggi, i mafiosi in doppiopetto strappano violentemente la terra ai contadini con qualsiasi pretesto.

In sostanza, l’industria delle finte energie rinnovabili è alimentata dalla nostra bolletta elettrica (la più cara d’Europa): il contributo che paghiamo si chiama cip 6 e l’ha introdotto in veste di ministro un tale Bersani, a capo attualmente del Partito Democratico (già sul libro paga del clan Riva).

Il Gestore dei Servizi Energetici ha recentemente annunciato: “Rinnovabili: c’è il rischio stangata da 5,7 miliardi di euro la bolletta degli italiani. Le bollette elettriche degli italiani diventeranno nei prossimi mesi le più alte del mondo per sostenere questo mercato” drogato da alcuni governi italiani, dulcis in fundo, quello del golpista Monti Mario.

In Sicilia, Sardegna, Molise, ma soprattutto nella Puglia del finto ecologista Nichi Vendola, la “Green Economy “ ha concentrato l’assalto più pericoloso alla storia ed alla geografia del giardino d'Europa.

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