di Gianni Lannes
Al siparietto mancava tricolore mancava solo il ventriloquo del ministro. Ecco il delirio di un generalone: il nulla mescolato al niente. A quanto pare pur di destare attenzione Vannacci, arruolato d'ufficio alle prossime elezioni europee dalla Lega di Salvini, le spara sempre più grosse.
Roberto Vannacci vuole classi separate per i disabili, poi la frase su “Mussolini statista” e le negazione del diritto all'aborto delle donne.
Uno dei passaggi più contestati nell'intervista pubblicata dalla Stampa riguarda la scuola e la proposta di classi separate per i disabili: “Credo che delle classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare”. “Non è discriminatorio – afferma Vannacci – per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti”.
Poi su fascismo e Mussolini, Vannacci dichiara di non capire “perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni”. “Rivendico anche la considerazione su Mussolini, che è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di ‘statista’ sul dizionario”.
“L’aborto non è un diritto”: l’aborto, afferma Vannacci, è “un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto“.
Insomma, una ghettizzazione disumana dei bambini, in contrasto con i valori più profondi della nostra Costituzione e con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Le posizioni di Vannacci sono incompatibili con i valori della Costituzione repubblicana, e sono, in modo disgustoso, impregnate della teoria dell’eugenetica che la storia ha sconfitto insieme al nazismo.
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