3.4.24

IL PONTE DEI PADRINI

 

foto Gilan
 


di Gianni Lannes

Ferire l'Italia per annientarla con un intervento distruttivo, inutile e costoso. Ecco un primato mondiale: il ponte sullo Stretto che non ha neppure la copertura finanziaria e ingrassa la speculazione col pretesto mascherato dello sviluppo economico. Chi specula? A proposito: il tifoso di Putin è soltanto incompetente oppure è telecomandato? Nel Belpaese il motto imperante dei politicanti tricolore - alla luce dei fatti - è sperperare denaro pubblico per distruggere la bellezza dell'Italia e rendere la vita difficile se non impossibile all'ignara popolazione. Anche i costi risultano ampiamente sottostimati e i danni ambientali non calcolati. Un'opera campata in aria come questa perché non è supportata da un potenziamento infrastrutturale adeguato e funzionale a un nuovo sistema di mobilità in sintonia con i dettami universali dell'ecologia? Per procedere con gli espropri delle civili abitazioni, quali aggiornamenti di carattere tecnico sono stati apportati al progetto, tenendo conto che la sua elaborazione risale a ben 13 anni fa? Non c'è pubblica utilità nel degradare un luogo straordinario.

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Con il decreto-legge numero 35 del 2023 sfornato dal governino post fascista della Meloni & camerati, denominato “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria”, è stata ripristinata la Stretto di Messina S.p.A., la concessione affidata alla medesima e sono state riavviate le attività di programmazione e progettazione dell'opera; il decreto-legge prevede, tra l'altro, la redazione di un nuovo piano economico-finanziario della concessione, nel quale devono essere, in particolare, individuati il costo complessivo dell'opera, con evidenza delle singole voci di spesa che lo compongono, comprensivo degli eventuali oneri finanziari che si prevede di sostenere per la realizzazione e gestione dell'opera, oltre alla copertura finanziaria dell'investimento.

Orbene, nell'allegato al Documento di economia e finanza (DEF) 2023 è stato indicato che il costo dell'opera è pari a 13,5 miliardi di euro, cui sommare per le opere complementari e di ottimizzazione delle connessioni ferroviarie l'importo di 1,1 miliardi e per le opere complementari e di ottimizzazione delle connessioni stradali un ulteriore importo, non quantificato, poiché considerato di minore impatto economico; dal DEF 2023, risulta, dunque, un costo stimato dell'opera e delle relative connessioni pari ad almeno 14,6 miliardi, senza considerare le connessioni stradali necessarie.

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All'articolo 1, comma 272, della legge di bilancio per il 2024 (legge n. 213 del 2023) è stato previsto che “Al fine di consentire l'approvazione da parte del CIPESS, entro l'anno 2024, del progetto definitivo del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria ai sensi dell'articolo 3, commi 7 e 8, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, nelle more dell'individuazione di fonti di finanziamento atte a ridurre l'onere a carico del bilancio dello Stato, è autorizzata la spesa complessiva di 9.312 milioni di euro”.

All'articolo 1, comma 273, è stato inoltre previsto che “Per le finalità di cui al comma 272 è altresì autorizzata la spesa di: a) 718 milioni di euro, in ragione di 70 milioni di euro per l'anno 2024, 50 milioni di euro per l'anno 2025, 50 milioni di euro per l'anno 2026, 400 milioni di euro per l'anno 2027 e 148 milioni di euro per l'anno 2028, mediante corrispondente riduzione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, di cui all'articolo 1, comma 177, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e imputata sulla quota afferente alle Amministrazioni centrali ai sensi dell'articolo 1, comma 178, lettera b), numero 1), della legge 30 dicembre 2020, n. 178, come modificato dall'articolo 1 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162; b) 1.600 milioni di euro, in ragione di 103 milioni di euro per l'anno 2024, 100 milioni di euro per l'anno 2025, 100 milioni di euro per l'anno 2026, 940 milioni di euro per l'anno 2027 e 357 milioni di euro per l'anno 2028, mediante corrispondente riduzione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, di cui all'articolo 1, comma 177, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e imputata sulle risorse indicate per la Regione siciliana e la regione Calabria dalla delibera del CIPESS n. 25/2023 del 3 agosto 2023, adottata ai sensi dell'articolo 1, comma 178, lettera b), numero 2), della legge n. 178 del 2020, come modificato dall'articolo 1 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162”.

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A fronte del costo complessivo stimato dell'opera pari ad almeno 14,6 miliardi di euro, - se la semplice aritmetica non è una mera opinione - sono dunque stati stanziati complessivamente 11 miliardi e 630 milioni di euro, di cui 2,3 miliardi sottratti dal fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, in ragione di 718 milioni di euro da imputarsi alle amministrazioni centrali e 1.600 milioni di euro imputati alla Regione Siciliana e alla Regione Calabria.

In sostanza, la copertura finanziaria individuata risulta insufficiente per una differenza tra costo complessivo stimato e risorse stanziate di almeno 3 miliardi di euro.

Le stime indicate, quale che sia il criterio utilizzato per l'individuazione degli importi necessari, non hanno potuto tenere conto dell'aggiornamento del progetto, approvato dal consiglio d'amministrazione della società Stretto di Messina soltanto lo scorso 15 febbraio 2024, ancora oggi non divulgato pur a fronte delle reiterate richieste, che deve peraltro essere sottoposto al vaglio della conferenza dei servizi che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti deve indire, oltre che dell'autorità competente per l'esame della valutazione di impatto ambientale.

Alcun progetto, e in particolar modo la costruzione di questa specifica opera, i cui adempimenti preliminari all'avvio dei cantieri comportano, tra l'altro, l'espropriazione di circa 500 abitazioni e la riorganizzazione complessiva, anche in termini di sicurezza e viabilità, delle città di Messina e Villa San Giovanni (Reggio Calabria), può essere avviato senza la certezza dei costi necessari e la relativa copertura finanziaria allocata.

A Meloni e Salvini, poiché la trasparenza amministrativa non è un accessorio, l'opinione pubblica pubblica potrebbe porre i seguenti quesiti:

Quali sono, e secondo quali criteri siano state individuate, le ultime stime sul costo complessivo della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, comprendendovi anche tutte le connessioni stradali e ferroviarie necessarie?

Se sussiste o meno, ad oggi, la copertura finanziaria integrale dell'opera e, in caso di insussistenza, se si intenda avviare i lavori senza risorse che ne assicurino il completamento?

I governanti della Regione Siciliana e la Regione Calabria hanno accordato, e con che modalità, la riduzione delle risorse a loro destinate nel fondo per lo sviluppo e la coesione per il complessivo importo di 1,6 miliardi di euro e se, dunque, tali risorse destinate alla realizzazione del ponte sullo stretto siano da considerarsi certe o meno?

Quali interventi già previsti, a fronte della sottrazione di 780 milioni di euro imputati alle amministrazioni centrali e, in particolare, di 1,6 miliardi imputati alle due Regioni, si sono dovuti accantonare per destinare tali risorse alla costruzione del ponte sullo stretto?

Secondo documentate fonti di stampa, tuttavia confermate dall'interessato, il ministro Salvini avrebbe incontrato ben prima dell'approvazione del decreto relativo al pronte sullo Stretto e addirittura prima della stessa costituzione bel nuovo Governo, l'ex ministro Lunardi, che nel secondo governicchio Berlusconi promosse la gara vinta dal consorzio Eurolink, e il titolare dell'impresa Salini principale azionista dell'attuale Webild, il gruppo che raccoglie il 40 per cento della società «Stretto di Messina» spa.

La procedura scelta dall'esecutivo meloniano è stata quella di riaffidare proprio alla società in questione la realizzazione dell'opera anche al fine di sanare i contenziosi generati dalla fallimentare gestione e dalle avventurose decisioni del Governo nel 2005.

Il ponte che vorrebbero a tutti i costi edificare non ha - a tutti gli effetti - una solida base di approfondimento tecnico e scientifico, come imporrebbe la necessità di realizzarla in piena sicurezza.

Inoltre, la riesumata «Società Stretto di Messina», in deroga ad ogni regolamento e legge di merito, assegna indennità di oltre 240 mila euro per amministratori e dirigenti, assumendo il profilo di un vero e proprio stipendificio.

La notizia, confermata dal ministro Salvini, configura un atto grave di sudditanza ai gruppi imprenditoriali del vecchio consorzio impegnati in un contenzioso con lo Stato per il naufragio del vecchio appalto, del valore di 8 miliardi, causato proprio dal fatto che la vecchia società era sostanzialmente diventata una macchina mangia soldi che non riusciva ad arrivare ad un punto certo di conclusione e di indirizzo sulle scelte tecniche da adottare.

Lo Stato italiano non può essere esecutori dei giganteschi interessi privati che da un ventennio ruotano intorno ad un'opera pubblica dai contorni nebulosi.

Secondo quanto riportato nella puntata del 26 novembre 2023 della trasmissione Report, l'ex Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Pietro Lunardi, avrebbe partecipato informalmente alle prime riunioni sul progetto del ponte sullo Stretto di Messina, subito dopo l'insediamento dell'attuale Governo.

L'ex ministro Lunardi avrebbe altresì suggerito, ancor prima della formazione del Governo, il nome di Pietro Ciucci per l'incarico di amministratore delegato della nuova «Stretto di Messina s.p.a.».

La conferma del ruolo di Lunardi nella riesumazione del progetto di realizzare il collegamento stradale e ferroviario tra Sicilia e Calabria sarebbe data dall'incontro tra Lunardi e il professor Alberto Prestininzi, coordinatore del comitato tecnico-scientifico per la costruzione del ponte sullo stretto, prima smentito dallo stesso Lunardi e successivamente confermato con la motivazione di un presunto «passaggio di testimone» con l'attuale ministro.

Nella stessa puntata sarebbero emersi significativi collegamenti tra l'ingegner Giovanni Mollica, ingegnere lobbista ed ex consulente del consorzio Eurolink, e Armando Siri, ex sottosegretario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ed attuale consigliere del Ministro Salvini per le politiche economiche. Le richieste di chiarimento ad Armando Siri da parte dei giornalisti di Report sono rimaste senza risposta.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=stretto 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=salvini

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni 

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