foto Gilan |
di Gianni Lannes
Perché facciamo fatica a creare relazioni con gli altri esseri umani, anche se la nostra storia è il risultato di scambi con ogni realtà vivente? Il paradigma dell'utilità ha pervaso la nostra cultura al punto da regolare i comportamenti di massa in campo sociale e ambientale.
L'aumento delle povertà e delle diseguaglianze è il principale fattore che produce instabilità e determina una mentalità di rigetto nei confronti delle diversità e di qualunque elemento “non utile”.
Migrare è un diritto universale. Nessuno sceglie dove nascere, ma cerca di emigrare dove può sopravvivere, o meglio vivere dignitosamente evitando la sofferenza. Le attuali migrazioni sono sempre più legate a crisi economiche pilotate, guerre telecomandate, mutamenti climatici indotti che i paesi “sviluppati” hanno provocato con la loro attività predatoria nei paesi d'origine dei migranti.
Solo accettando la sfida della convivenza e riconoscendo l'uno e il tutto (l'insieme) ovvero il valore della diversità si può tenere insieme il vicino e il lontano in un medesimo orizzonte ecologico e sociale.
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