2.1.20

ELETTRODOTTI SU SCUOLE E CASE: LEUCEMIA NEI BAMBINI E MALATTIE NEGLI ADULTI

Rivoli (TO) - foto Gilan

di Gianni Lannes

In Italia non vale il principio di precauzione, ma l'indifferenza ed il profitto economico, garantito da politicanti e compiacenti esperti di turno: insomma, la vita umana, in barba al dettato costituzionale, non è tutelata. Il limite di esposizione dovrebbe essere mac zero a livello biologico. La popolazione non sa, oppure ignora con sprezzante superficialità, mentre l'Istituto Superiore di Sanità, foraggiato dai produttori di farmaci (ad esempio: Glaxo Smith Kline) minimizza disinformando l'opinione pubblica. Linee elettriche e leucemie infantili: causa-effetto o solo coincidenze? A Rivoli, ad un tiro di schioppo da Torino, la rete dell'alta tensione - senza contare l'effetto cumulativo delle proliferanti stazione radio base per la telefonia cellulare e l'imminente sistema 5G - cinge d'assedio con un micidiale reticolato nel disinteresse generale: scuole, abitazioni, parchi pubblici, luoghi di ritrovo e vie cittadine. Un caso simile è presente anche in Puglia: per esempio a Carapelle, in provincia di Foggia.

Rivoli (TO) - foto Gilan


Basta recarsi in largo Volturno, all'ingresso della scuola elementare statale “Salvador Allende”, dove fino a qualche tempo c'era pure la scuola media "Primo Levi" (ora sede Asl),  oppure al vicino parco giochi dedicato a Paolo Borsellino, o magari dare un'occhiata alle numerose abitazioni sottostanti torri e piloni di Terna (già Enel), per rendersi conto del rischio o forse del concreto pericolo per la salute umana, di grandi ma soprattutto dei più piccini.

Rivoli (TO) - foto Gilan

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 Rivoli (TO) - foto Gilan
 Rivoli (TO) - foto Gilan


Uno studio nel 2005 (Childhood cancer in relation to distance from high voltage power lines in England and Wales: a case-control study)
ha evidenziato quanto segue:

«Nascere a meno di duecento metri da un pilone dell’ alta tensione aumenterebbe il rischio di ammalarsi di leucemia infantile del 70% rispetto a chi è nato a più di 600 metri. Sono stati considerati 2900000 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni, malati di cancro (tra essi 9.700 di leucemia) nati tra il 1962 ed il 1995 ed altrettanti soggetti di controllo. Lo studio è stato effettuato valutando la distanza dell'indirizzo di residenza ove il bambino sarebbe nato rispetto al reticolato della linea elettrica. I risultati sono che 64 bambini con la leucemia erano nati a circa 200 metri dai piloni, 258 tra i 200 ed i 600 metri. Tra chi era nato entro 200 metri dai piloni si sarebbero registrati cinque casi di leucemia in più sul totale di 400 casi che si verificano ogni anno. Rispetto ai nati a più di 600 metri dal reticolato elettrico il rischio di leucemia aumenterebbe del 69% per i nati entro 200 metri, mentre entro una distanza tra 200 e 600 metri la percentuale di aumento del rischio sarebbe del 23% circa. Nessuna associazione tra distanza di nascita dalla linea elettrica ed altri tumori pediatrici è stata osservata nello studio».

Nel 2018 una metanalisi internazionale, relativamente alla leucemia infantile e della distanza dalle linee elettriche, ha riscontrato «un rischio piccolo e impreciso per residenze <50 200="" altri="" aumento="" campi="" che="" chiarire="" da="" del="" dell="" di="" e="" elevati="" font="" in="" kv="" le="" linee="" m="" magnetici.="" molti="" non="" questo="" ragioni="" rimangono="" rischio="" riscontrate="" sono="" spiegate="" state="" studi="">

«Nel 1979 Wertheimer e Leeper hanno pubblicato i risultati del primo lavoro sull’aumento dei casi di leucemia nei bambini esposti residenzialmente a CEM/ELF generati da elettrodotti ad alta tensione e/o da cabine di trasformazione elettrica inserite nelle abitazioni – ha evidenziatoil professor Angelo Gino Levis - Nel Giugno 2001, la IARC ha quindi classificato i campi magnetici ELF come “possibili agenti cancerogeni per l’uomo”. Una diversa valutazione propende invece per una classificazione dei CEM/ELF come “probabili cancerogeni per l’uomo” sottolineando con ciò un grado più elevato di comprovata cancerogenicità per l’uomo. Incrementi anche elevati e statisticamente significativi dell’incidenza di varie forme di leucemie, linfomi e sindromi linfo/ mielo-displasiche acute e croniche sono stati ripetutamente documentati in maschi adulti esposti residenzialmente od occupazionalmente (macchinisti e impiegati nelle ferrovie, addetti alla saldatura mediante resistenza elettrica, lavoratori elettrici in generale) a valori relativamente modesti di campo magnetico (1-20 μT)».

Negli anni ’80 e ’90 fu condotto un numero considerevole di studi epidemiologici che indicarono un’associazione tra cancro e esposizione di lungo periodo a campi magnetici a bassa frequenza, di intensità inferiori per ordini di grandezza ai limiti raccomandati dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti. In altri termini, esiste un'associazione tra leucemia infantile ed esposizione prolungata a livelli più alti di esposizione a campi magnetici di 50-60 hertz, come quelli prodotti dagli elettrodotti in ambienti residenziali.


Rimedi? Imporre quanto prima l'interramento delle linee ad elevata tensione elettrica, come è già accaduto ad Ancona. I politicanti nostrani cosa aspettano per arrestare rischi e pericoli? Ignoranza, incoscienza o menefreghismo istituzionale? Il sindaco di Rivoli (la massima sanità autorità sanitaria locale) è al corrente o non si rende conto? Allora, chi controlla i controllori? In ogni caso, la salute umana, in primis dei bambini, viene al primo posto, come ha indicato nel 1999, l'inascoltato Comitato Nazionale per la Bioetica. Purtroppo il governicchio nazionale ed il parlamento tricolore se ne infischiano allegramente, come sempre, della salute della gente.



Riferimenti:














 Rivoli (TO) - foto Gilan

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