di Gianni Lannes
Mare Mediterraneo o Mar Morto, cioè defunto? L'ex mare nostrum è la discarica dell'Europa e degli Stati Uniti d'America. I mass
media italidioti fanno a gara a chi la spara più grossa. Diamo un’occhiata alle
menzogne che scrivono e ripetono all’unisono, anzi a reti unificate:
«Ecco le Bandiere Blu 2015, 280 spiagge al top. Sono 147 i Comuni virtuosi. “Regina” dell’estate la Liguria. Seguono Toscana e Marche. La “regina” della prossima estate è la Liguria, dove sventoleranno 23 Bandiere Blu. Sul podio delle spiagge migliori anche la Toscana con 18 località e le Marche con 17. Quarta la Campania con 14 bandiere, quinta la Puglia che arriva ad 11. In tutto nel nostro Paese potranno fregiarsi delle Bandiere Blu 2015 - il riconoscimento assegnato dalla Fee (Foundation for environmental education) - 280 spiagge al top per «l’eccellente» qualità delle acque (il 7% del totale di quelle premiate a livello internazionale) ma anche per altre qualità `green´, distribuite in 147 comuni rivieraschi, mentre 66 sono gli approdi turistici doc. La Bandiera Blu sventolerà, tra l’altro, su alcune spiagge a Lerici in Liguria, a Sabaudia e Ventotene, Forte dei Marmi, Venezia Lido, Cattolica in Emilia Romagna, Gabicce mare nelle Marche, Roseto degli Abruzzi, Anacapri, Positano, Castellabate, Pollica, Maratea, Polignano a mare, Otranto, Melendugno, Trebisacce in Calabria, Lipari, La Maddalena. Il vessillo viene assegnato in base a determinati criteri guidati dallo spirito “verde” che vanno «dall’assoluta validità delle acque di balneazione» (devono avere una qualità “eccellente”) all’efficienza della depurazione, dalla raccolta differenziata alle aree pedonali, piste ciclabili e spazi verdi, fino alla dotazione di tutti i servizi sulle spiagge. Doppia Bandiera Blu al Lago Maggiore ».
Non bisogna necessariamente praticare immersioni
subacquee per scoprire quale sia il livello di agonia di Adriatico, Jonio e
Tirreno. Partiamo dall’inquinamento chimico, proveniente dagli insediamenti
industriali e urbani, dalle piattaforme per lo sfruttamento degli idrocarburi e
dalle numerose raffinerie di petrolio, nonché dalle attività belliche della
NATO. Dunque, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente (anno 2014):
«Mare
avvelenato, un punto inquinato ogni 51 chilometri di costa. Diffusi i risultati
delle analisi svolte dalla campagna Goletta Verde. Fuori legge il 55% dei 264
campioni prelevati. "Ma il portale del ministero è un bluff, comunica dati
sballati". La situazione più critica lungo l'Adriatico centrale». Non è cosa
da poco in considerazione degli 8 mila chilometri di costa dell’ex belpaese.
Basta scorre i dati ufficiali, a partire dalla Comunicazione
della Commissione Europea del 28 marzo 2014 inerente l’ avviamento della
procedura di infrazione 2014/2059 nei confronti dell’Italia (sull’attuazione
della direttiva 1991/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue
urbane) o prendere in considerazione la percentuale calcolata in rapporto al
numero totale degli agglomerati per regione (fonte: Annuario dei dati
ambientali 2013 – ISPRA) per capire il livello istituzionale di una gigantesca
menzogna.
Se ancora non bastasse si può esaminare l’ultimo rapporto scientifico dell’Unep ossia dell’Onu sul livello di inquinamento del Mediterraneo, e di particolare dei mari nostrani, ed inoltre il rapporto di Greenpeace intitolato “Veleni a galla”.
Evidentemente la Foundation for Environmental
Education deve essere abbastanza strabica oppure è tutta una truffa? Ecco,
infatti cosa scrive la FEE: «La Bandiera Blu è un riconoscimento
internazionale, istituito nel 1987 Anno europeo dell’Ambiente, che viene
assegnato ogni anno in 48 paesi, inizialmente solo europei, più recentemente
anche extra-europei, con il supporto e la partecipazione delle due agenzie
dell'ONU: UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e UNWTO
(Organizzazione Mondiale del Turismo) con cui la FEE ha sottoscritto un Protocollo
di partnership globale».
Ma c’è di peggio: la contaminazione nucleare. E’
chiaro che se i controllori istituzionali non cercano ovviamente non trovano.
Eppure, i rapporti ufficiali dell’IAEA attestano nel mar Ligure, come nel
Tirreno, nello Jonio e nell’Adriatico, un inquinamento radioattivo da plutonio
239 e 240, nonché cesio 137, solo per citare i più pericolosi. I primi due
radionuclidi artificiali vantano un’emivita di appena 24.400 anni. Senza
contare le centinaia di navi dei veleni affondate dolosamente e le migliaia di
container imbottiti di scorie micidiali, inabissati misteriosamente. Invece di
correre ai ripari si fa finta di niente in attesa dell’ecatombe.
riferimenti:
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