L'Unità - 16 luglio 1980 |
di Gianni Lannes
Ho dedicato 30 anni della mia vita al
giornalismo, prima di lasciare volontariamente questa professione per
sopravvenuta nausea, per non accettare compromessi e imposizioni. Spesso mi sono imbattuto nelle malefatte poco note di
Bettino Craxi, di certo non uno statista, bensì un latitante.
Dai retroscena reali dell’Achille Lauro (la telefonata mediata dal fascista Leeden, - attuale consulente internazionale dell’eterodiretto Renzi - tra Craxi e Reagan), all’opposizione del segreto di Stato sulla sparizione (assassinio) in Libano dei giornalisti Graziella De Palo ed Italo Toni che indagavano sul traffico di armi dello Stato tricolore, dall’inerzia all'omertà sulla strage di Ustica, dalla liberazione del criminale nazista Reder, alla concessione nel 1986 a Washington del territorio italiano da cui far decollare il bombardamento della Libia, infine dalle piste ecomafiose in Somalia del suo sodale affaristico Siad Barre, all'esecuzione a Mogadiscio il 20 marzo 1994 - per ordine del Sismi - di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ieri, riordinando il mio archivio mi è capitato una prima pagina del quotidiano L’Unità (per cui ho lavorato 10 anni) datata 16 luglio 1980, che riportava una sconvolgente notizia sul massacratore delle popolazioni civili di Marzabotto e di Vinca. Ogni tanto fa bene nella repubblichetta delle banane a stelle e strisce, rinfrescare la memoria collettiva.
Dai retroscena reali dell’Achille Lauro (la telefonata mediata dal fascista Leeden, - attuale consulente internazionale dell’eterodiretto Renzi - tra Craxi e Reagan), all’opposizione del segreto di Stato sulla sparizione (assassinio) in Libano dei giornalisti Graziella De Palo ed Italo Toni che indagavano sul traffico di armi dello Stato tricolore, dall’inerzia all'omertà sulla strage di Ustica, dalla liberazione del criminale nazista Reder, alla concessione nel 1986 a Washington del territorio italiano da cui far decollare il bombardamento della Libia, infine dalle piste ecomafiose in Somalia del suo sodale affaristico Siad Barre, all'esecuzione a Mogadiscio il 20 marzo 1994 - per ordine del Sismi - di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ieri, riordinando il mio archivio mi è capitato una prima pagina del quotidiano L’Unità (per cui ho lavorato 10 anni) datata 16 luglio 1980, che riportava una sconvolgente notizia sul massacratore delle popolazioni civili di Marzabotto e di Vinca. Ogni tanto fa bene nella repubblichetta delle banane a stelle e strisce, rinfrescare la memoria collettiva.
Tra il 29 settembre e il 18 ottobre
1944 proprio Reder fu incaricato di occuparsi di stroncare i partigiani nelle
zone vicine al fronte. La tattica della terra bruciata fu causa dei massacri di
civili a Monte Sole e zone limitrofe. A Bardine San Terenzo, Valla e Vinca,
dove fu stroncata la vita 960 civili italiani, uomini, donne e bambini.
Reder fuggì in Baviera, fu catturato
dagli alleati e venne estradato in Italia, nel maggio del 1948, con l'accusa di
aver commesso crimini di guerra. Il 31 ottobre 1951 fu giudicato colpevole e
condannato all'ergastolo dal Tribunale militare di Bologna, da scontare nel
carcere di Gaeta. Nel 1964 Reder si appellò al sindaco di Marzabotto per
ottenere il perdono dei sopravvissuti e ottenere la libertà. La minuscola
comunità diede 282 voti contrari e 4 a favore.
Il 15 luglio del 1980 una corte del
Tribunale militare di Bari (presieduta dal generale Montefrancesco, giudice
relatore Ranieri e giudici un colonnello e un tenente colonnello italiani) ne
decise la liberazione condizionale poiché «la criminalità di Reder - recitava
l’incredibile ordinanza che lo definiva anche "valoroso combattente in
guerra" - va ritenuta occasionale e contingente perché è collegata al
fattore scatenante la guerra e quindi al particolare stato d'animo dell'ex
maggiore».
Nel dicembre 1984 Reder, in una lettera
inviata agli abitanti del paese emiliano, espresse un finto rammarico per lo
sterminio della popolazione da lui messo in atto nel 1944.
Il 24 gennaio 1985 il governicchio
Craxi, indifferente alle proteste dei familiari delle vittime e a quelle delle
associazioni partigiane, si servì della «prevista possibilità» di scarcerazione
anticipata prevista dalla sentenza del 1980, e ne decise la liberazione nonché
il comodo rimpatrio in Austria, su un aereo messo a disposizione dal governo
italiano. Era ancora presidente della Repubblica Sandro Pertini (che terminò il
mandato al Quirinale il 23 giugno 1985).
Nel gennaio 1986, in un comunicato al
settimanale austriaco Die Ganze Woche, Reder dichiarava «Non ho bisogno di
giustificarmi di niente» e ritrattava la richiesta di perdono avanzata nel 1964
agli abitanti di Marzabotto, attribuendone l'iniziativa al suo difensore. Il macellaio nazista tirò le cuoia a Vienna nel 1991.
D'accordo sulla giustizia di guerra se però non si usassero due pesi e due misure. Chi tradi' furono coloro che non aderirono alla repubblica di Salò, ovvero tutti coloro che cambiarono bandiera da un momento all'altro, dopo l'annuncio dell'armistizio a firma di Vittorio Emanuele III e Badoglio, nientepopodimeno che la morte di una nazione e della sua sovranità con un colpo di penna. I veri voltagabbana vanno ricercati tra quelli che da fascisti passarono alla sponda opposta e, molti di essi,prima macchiandosi di crimini efferati a guerra finita e poi accaparrandosi poltrone per decenni in parlamento della repubblichetta delle banane fritte. Quando vedrò una via o una piazza, meglio ancora un monumento intitolato a martiri bambini come Giuseppina Ghersi, violentata, seviziata e uccisa dai macellai "porchigiani" a 13 anni per aver elogiato Mussolini in un tema scolastico, allora potremo iniziare a parlare di vera giustizia sui fatti della guerra, pienamente persa, grazie a casa Savoia, i cui discendenti scorrazzano oggi al festival di Sanremo a cantare Italia mia ti amo. Ognuno la veda come vuole, ma la ricerca della verità storica occorre oggettività, altrimenti diventa una farsa.
RispondiEliminaMussolini e Savoia: una iattura per l'Italia!
RispondiEliminaMussolini? Oggettivamente: un dittatore, criminale e traditore della patria, venduto agli stranieri!
RispondiEliminahttp://it.reuters.com/article/entertainmentNews/idITMIE59D0SH20091014?sp=true
http://www.theguardian.com/world/2009/oct/13/benito-mussolini-recruited-mi5-italy
http://www.lemonde.fr/europe/article/2009/10/14/une-nouvelle-competence-sur-le-cv-de-benito-mussolini-agent-du-mi5_1253682_3214.html
http://www.elmundo.es/elmundo/2009/10/14/internacional/1255513953.html
Non è mai cambiato nulla!!! Tra Fascisti, dittatori, nazisti...Mai cambiato nulla! Hanno sepellito questo paese, ridotto a brandelli! Un paese di falsi e traditori.Ci hanno rovinato ed il popolo è ancor peggio in quanto NON riesce ad essere unito per una causa comune!Quando il dittatore Mussolini ha lanciato il grido di guerra...la popolazione pecora gridava smaniosa di entrare in guerra senza sapere neppure i motivi. Non siamo capaci di nulla, tutti separati gli uni dagli altri. E' folle tutto questo ma è cio che sta accadendo! Questo paese è uno "spettacolo circense"
RispondiElimina