13.4.15

IL RAZZISMO DENTRO DI NOI

Esseri umani (Rom): foto Gianni Lannes


di Gianni Lannes


Parlano lingue sconosciute ai più e praticano culti sopravvissuti nei secoli. Sono diversi, anzi "intoccabili" che sopravvivono in Italia in condizioni infernali, perseguitati dalle forze dell’ordine e dai politicanti analfabeti. Cercarli sulla carta geografica è inutile. Non sono una Stato né una regione, ma un capro espiatorio quando la crisi morale non certo economica, naviga a gonfie vele. E sebbene si estendano in tutta l’Europa, non c’è nessuna traccia sulle mappe ufficiali del vecchio continente. Eppure nessuna repressione ha potuto cancellare la nazione che non c’è, eppure esiste, più viva che mai. Oltre 1.600 anni fa giunsero in Europa dove vennero chiamati in vario modo, zigani o gypsies. Il nomadismo di questi esseri umani non ha permesso la diffusione di una scrittura.

Secondo l’Associazione 21 luglio, che recentemente ha presentato il rapporto sulla situazione di rom e sinti in Italia, «nel 2014, su 443 episodi di discorsi d’odio contro i rom , l’87 per cento risulta riconducibile a esponenti politici». Vale a dire politicanti razzisti come quelli della lega nord, ma non solo. Certo, l’odio per il diverso alberga in tanti. Gli esempi? Da Grillo a Salvini.

Racconta Maurizio: «Oggi a Roma, alla Balduina, quartiere “bene” abitato in maggioranza da famiglie alto borghesi (anche piuttosto aged), c’era il banchetto pro Salvini e la fila per firmare. Su un target tanto permaloso, solo un argomento ha potuto dissolvere il rancore per tre decenni di slogan contro “Roma padrona”: i Rom. Questa gente si sente assediata dalla delinquenza (che è a livelli assolutamente inferiori rispetto alle altre metropoli europee) e ascrive ai Rom qualsiasi crimine, anche in assenza di prove. E così Nell’Italia della crisi e de declino Salvini sfonda a Roma promettendo di liberarla non dalla disoccupazione, non dalla caduta dei redditi, no: lui ci libererà dai rom. L’uomo nero sono seimila persone, in una città di tre milioni e mezzo di abitanti».


Toc toc! Chi rammenta il razzismo istituzionale e speculativo dell’ultimo esecutivo Berlusconi, addirittura racchiuso dentro il decreto del presidente del consiglio dei ministri 21 maggio 2008 (“Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia”)? 

Il 16 novembre 2011 con sentenza 6050 il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima l’emergenza nomadi decretata dal precedente governo perché non che non c’è effettivo “pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica” quando in un territorio ci sono insediamenti nomadi. L’emergenza, scrivono i giudici, non è supportata da dati, che ad esempio dimostrino l’incremento di determinate tipologie di reati a causa della presenza dei rom’. Tanto per fare un esempio documentato: nel 2006 sono stati 2384 i minori non rom passati dai Centri di giustizia minorile nelle regioni centrali italiane e 1434 i minori rom, percentuale elevata rispetto al numero assoluto di questa minoranza sul resto della popolazione.  

Nel 2013, la Cassazione, in ogni caso, ha rigettato il ricorso presentato il 15 febbraio 2012 dall’eterodiretto governo Monti, con il quale si richiedeva di cassare la sentenza del Consiglio di Stato che nel novembre 2011 aveva dichiarato l’illegittimità dell’ “emergenza nomadi” sul territorio italiano.

La vicenda aveva inizio il 21 maggio 2008, quando l’allora presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, con Decreto dichiarava lo «stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi», nominando i prefetti di Roma, Napoli, Milano commissari delegati «per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza» nelle regioni di Lazio, Campania, e Lombardia. Lo stato di emergenza, di durata annuale, sarebbe dovuto terminare il 31 maggio 2009 ma, contrariamente a quanto previsto, con un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri veniva prorogato al 31 dicembre 2010, estendendolo a sua volta alle regioni del Piemonte e del Veneto. Trascorsi più di due anni dalla sua dichiarazione, un ulteriore Decreto prorogava la durata al 31 dicembre 2011 nelle cinque regioni interessate.

In seguito ad un ricorso presentato da European Roma Rights Centre e da una famiglia rom, il Consiglio di Stato il 16 novembre 2011 con sentenza n. 6050 statuiva «l’illegittimità del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008». Contro di essa il 15 febbraio 2012 il Governo Italiano presentava ricorso presso la Corte Suprema di Cassazione. Oggi la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiudendo ogni possibilità di ulteriori appelli.

Durante la cosiddetta "emergenza nomadi", le comunità rom sono state sottoposte a un censimento illegale basato sull'etnia e private di salvaguardie nei confronti degli sgomberi forzati, che hanno lasciato migliaia di rom senza tetto in diverse città italiane. I rom sempre più spesso sono stati segregati nei campi allestiti dalle autorità municipali.
«La cosiddetta “emergenza nomadi” ha condotto a un livello senza precedenti di discriminazione nei confronti dei rom. Siamo felici che la Corte di cassazione abbia finalmente protetto i loro diritti» - ha dichiarato Jezerca Tigani, vicedirettrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

Nel febbraio 2012 il governo aveva presentato ricorso contro la sentenza del Consiglio di stato, mentre proseguivano le violazioni dei diritti umani dei rom. Amnesty International ha sollecitato le autorità italiane a dare priorità alla tutela e alla concreta attuazione dei diritti umani dei rom. «Il governo italiano deve dare seguito alla sentenza della Corte di cassazione e porre fine agli sgomberi forzati, alla segregazione nei campi e all'esclusione dall'assegnazione delle case popolari» ha concluso Tigani. L'organizzazione per i diritti umani ha inoltre chiesto alle autorità italiane di fornire rimedi efficaci rispetto a tutte le conseguenze negative derivate dall'attuazione della finta, ossia inventata “emergenza nomadi”. Nella stagione del disamore verso gli esseri viventi, i diversi per antonomasia,  gli "zingari", sono costretti ad arrancare in condizioni disumane.
















1 commento:

  1. La mobilità è stata la risposta di un popolo inerme e inoffensivo alle politiche persecutorie di società etnocentriche, per non essere un facile bersaglio,
    un popolo che non è giunto in Europa con intenti bellicosi,
    che non ha mai dichiarato guerra a nessuno,
    io nelle loro condizioni avrei dichiarato guerra ,
    che non ha mai attuato nessuna forma di terrorismo,
    io costretta nelle loro condizioni diventerei una terrorista,
    e non si è mai dotato di un esercito ,
    io mi armerei !
    La cultura romanì è una cultura pacifista,
    quando esistono le giuste condizioni le comunità romanès non hanno nessun problema a stabilirsi in un luogo e convivere con gli altri.
    La creazione di campi nomadi ,veri e proprie pattumiere sociali o lager moderni, come presunto mezzo per tutelare la cultura e la libertà di chi vuole essere nomade, ha in realtà creato una vera e propria situazione di segregazione razziale, una ghettizzazione socio politica e un degrado culturale tendente all’annientamento .
    L’opinione pubblica è ormai persuasa che sono i Rom che vogliono vivere in questo modo senza sapere che le comunità romanès non possono in alcuna maniera determinare il proprio futuro e spesso sfruttati dalle organizzazioni ‘pro zingari’ che attraverso un pseudo volontariato perseguono fini personali.
    Rinchiudere delle persone dentro una struttura che ricorda i lager nazisti, il cui unico scopo è toglierle dalla vista della società significa costringerle all’annientamento come esseri umani.
    Non può fiorire nessun tipo di cultura nel degrado di un campo Rom e se non impediamo alla politica italiana di costruirne altri i prossimi saranno per noi e questo non è molto lontano ve lo assicuro .

    https://ascesardegna.wordpress.com/2014/11/12/oltre-i-pregiudizi-e-le-superstizioni/#more-341

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Gradita firma degli utenti.