20.4.15

LA MACCHINA SCHIAVIZZA IL GENERE UMANO!





di Gianni Lannes

Sembra che l'uomo non riesca mai ad imparare dai propri errori, anzi perfeziona sempre le tecniche di distruzione dell’umanità e devastazione della natura. Quel genio di Nikola Tesla aveva predetto nel secolo scorso, che il moderno progresso della scienza è sempre più un allontanamento dall’umanità. Imporre il terrore è fonte di ogni obbedienza, mentre la nocività è una strategia globale di dominio.

La luce è vita. A prescindere, comunque dalle discutibili finalità e dal segreto di Stati direttamente coinvolti, schermare il sole con nuvole artificiali di metalli pesanti, viola l’integrità psico-fisica di esseri umani, animali e piante. A proposito che fa Darpa? Un’altra insidia? Quel veleno nanotecnologico inoculato ad invisibili dosi è già dentro di noi, mostrando i suoi deleteri effetti. Ecco l’illuminato documento della Royal Society, risalente al 2004:

“Nanoscience and nanotechnologies: opportunities and uncertainties”.

E’ sempre in vigore il collaudato adagio: la gente non deve sapere. La libertà si conquista e non può essere elemosinata l’aria pulita. Dimostriamo con l’azione individuale e collettiva l’amore per la vita.

Post scriptum

Non sono un esperto di scie chimiche, ma semplicemente un ricercatore immerso nella realtà. Non un teorizzatore, bensì un uomo d'azione. Da giornalista investigativo ho dedicato al. fenomeno circa dieci anni di studio e indagini. Per lavoro ho girato e fotografato il mondo per 30 anni. E tutto l'inquinameno bellico in atto mediante l'aerosolchemioterapia di massa, alla voce scie chimiche, per intenderci, semplicemente non c'era in Europa prima del 2001. Anche se nei primi anni Sessanta, mediante il bario, era stato realizzato dalla Nasa e dal Max Planck Institute il primo esperimento segreto in Sardegna. Ho un archivio fotografico con un milione di immagini paesaggistiche, a partire dal 1985.

So di non sapere. Non ho verità rivelata in tasca o nel cassetto. D'altro canto, in Italia e in Europa, attualmente, non esiste una combattività sociale in grado di opporsi alla guerra ambientale in atto. Soprattutto nell’italietta delle banane a stelle e strisce, a parte i negazionisti di sistema, incombono purtroppo mezze calzette, cialtroni che dispensano consigli per gli acquisti, tuttologi analfabeti, oscure barbe finte e guretti di periferia emiliana. E di conseguenza, tifoserie più o meno strumentalizzate. Per una lotta radicale, però, occorre unità e determinazione di intenti. Se non maturerà dal basso un’adeguata consapevolezza critica in grado di innescare un’azione unitaria e risolutiva, questa battaglia per la vita è persa in partenza. Non sarà la nostra generazione a cambiare questo mondo perverso, ma forse i bambini, quelli che oggi sono il sale della terra.
  
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