foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
©
|
di Gianni Lannes
A dir poco un pericoloso bidone volante dal costo
previsto per l’Italia nel 2008 di ben 18,2 miliardi di dollari: proprio il Belpaese ha già dilapidato (almeno fino al 2016) ben 3,5 miliardi di euro (denaro degli ignari contribuenti) per imposizione di Washington. Non serve
alla difesa dello spazio aereo ma per fare la guerra oltre i propri confini territoriali. Per giunta rende l'Italia un obiettivo strategico da colpire. Ogni velivolo avrà in
dotazione, da Washington, due bombe atomiche modello b 61 versione 12 (custodite ad Aviano e Ghedi). Gli
eterodiretti governi tricolore hanno decretato l’acquisto prima nel 1998 di
131 esemplari, poi calati a 90. L’attuale governo Lega-5 stelle, nonostante i proclami, non ne ha annullato l’acquisizione. Una macchina di morte comprata dall'Italia per fare la guerra sottraendo denaro pubblico alla sanità,
all'istruzione, alla cultura e all'assistenza sociale.
«Accrescere l’efficacia
operativa del sistema d'arma anche in ambienti complessi e a consentirne l’utilizzo in assoluta autonomia per le missioni
di proiezione in teatri lontani, di difesa
aerea, di attacco al suolo o in mare
e per il supporto
tattico alle operazioni di terra.
L'aereo nasce dal l’esigenza del Pentagono
americano di disporre
di un velivolo d'attacco comune
alle flotte dell'Air Force, del Corpo dei Marines e della Marina. In termini di volumi, il
mercato di riferimento è di oltre 3.000 unità, delle quali 2.450 circa per gli
Stati Uniti e 600 circa per i Partner
impegnati fin dalla fase di sviluppo. Il
costo di acquisizione (sviluppo,
velivoli ed equipaggiamenti, infrastrutture) è
ormai quantificato intorno ai 400 miliardi di dollari, cui vanno
aggiunti i costi della manutenzione e del supporto logistico, per un importo complessivo di
circa 1.500 miliardi di dollari (…) I quattro obiettivi della partecipazione italiana (strategico, industriale, occupazionale, tecnologico). L’Italia
ha previsto di acquisire due versioni del
velivolo F-35: quella convenzionale, che sarà impiegata dall’Aeronautica
Militare; quella a decollo corto e atterraggio verticale, che sarà impiegata
dall’Aeronautica militare e dalla
Marina Militare, per aumentare la
flessibilità di schieramento anche fuori area dello strumento militare,
“land-based” su base austera/pista corta o “sea-based” a bordo della portaerei
Cavour. (…) Secondo l’amministrazione della Difesa,
le esigenze operative delle forze
armate non potrebbero essere efficacemente perseguite con il solo
velivolo EF-2000, già in dotazione all’Aeronautica Militare italiana in numero
di 85 velivoli (dei 96 previsti), poiché tale apparato nasce come velivolo da superiorità aerea, con limitate possibilità
di utilizzo nei ruoli di attacco al suolo e di ricognizione, anche in ambienti
non permissivi. La capacità aria-suolo
e la
capacità informativa esprimibili dal velivolo
F-35, specialmente nell’ambito della guerra elettronica, hanno indotto
non solo l’Italia, ma anche il Regno Unito, a scegliere di dotarsi di una
flotta mista in cui F-35 e EF-2000 svolgano un ruolo non sovrapponibile, ma complementare
(…) Qualora vengano riscontrati errori o carenze di progettazione, si rende indispensabile modificare
i velivoli già
consegnati (231 velivoli a
marzo 2017)con il cosiddetto “retrofit”, che comporta
ulteriori costi a carico di ciascuno dei Partner, al momento attuale ancora non
quantificati. Quanto agli obiettivi
strategici, la Corte
non entra nel
merito della scelta dell’acquisizione, che ha natura
politica, ed è quindi sottratta alle valutazioni dell’organo di controllo.
Neppure ritiene possibile accertare,
ora per allora, se l’ingresso nel
programma come Partner di 2°
livello fosse opportuno, all’epoca in cui la decisione fu presa. L’opzione di
ridimensionare la partecipazione
nazionale al programma, pur
non soggetta di per sé a penali contrattuali (…) Per quanto
riguarda, infine, i profili
di sovranità nazionale, se il processo di
determinazione dei requisiti risulta condiviso con
i Partner attraverso numerosi
livelli decisionali, va mantenuta alta l’attenzione su taluni aspetti che
sono suscettibili di mettere in gioco
la sovranità operativa
sul velivolo. Essi
riguardano in particolare le
misure di protezione poste
alle chiavi di accesso ai
codici del software ALIS per la
gestione computerizzata del sistema
d’arma e la generazione autonoma
dei file di
minaccia. In proposito, occorre dare piena attuazione alle cautele che
sono state previste per assicurare il pieno
soddisfacimento del
requisito di sovranità relativo alla
non divulgazione di informazioni sensibili di interesse
nazionale».
Quale governo del cambiamento? Il ministro della
Difesa Elisabetta Trenta ha dichiarato: «Non compreremo altri F 35», ma per
“altri F 35” si intendono quelli eventuali oltre i ’90 già acquistati. Quindi
non cambia proprio nulla rispetto al passato e la decisione viene giustificata col
fatto che «rottamare l’ordine potrebbe costarci di più che mantenerlo».E' sufficiente leggere con un minimo d'attenzione la deliberazione numero 15/2017 della Corte dei Conti per smentire il ministro Trenta in quota pentastellata.
Per giustificare questo voltafaccia rispetto a
quanto detto da anni e cassato proprio all’ultimo momento dal programma
ufficiale dei Cinque stelle, si inventano penali contrattuali inesistenti.
Comunque è sufficiente tornare indietro di 11 mesi per
leggere sul blog delle stelle questo intervento di Alessandro Di Battista: «La
Corte dei Conti ha certificato quel che il Movimento 5 Stelle dice da 4 anni.
Ovvero che il programma F35 è un
programma fallimentare. Io ne parlai in aula alla Camera nel 2013. In pratica i
posti di lavoro creati da questo programma sono pochissimi e i costi sono
raddoppiati. Chi ci ha fatto entrare in questo programma dovrebbe essere preso
a calci in culo. È sempre la stessa storia. Ci fanno entrare in progetti
fallimentari (Tav, Tap, guerra in Afghanistan, programma F35), poi ci dicono
che si sono sbagliati ma è tardi per uscire perché i costi sarebbero esagerati».
Le analisi degli esperti come dell’US Air Force parlano
chiaro: l’F35, una volta risolti i problemi che finora hanno costretto a
smantellare i primi 200 esemplari prodotti per il costo proibitivo degli
aggiornamenti, potrà avere un ruolo positivo purché sia scortato e agisca in
concerto con i molto più efficaci caccia della generazione precedente; da solo
è soltanto una preda. Forse è proprio per tale ragione che le commesse USA si sono
dimezzate. Insomma, l’Italia acquista tanti F 35, senza avere il resto ovvero altri sistemi d’arma, ma soprattutto calpesta l'articolo 11 della Costituzione repubblicana.
Riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna 2014.
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna 2014.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2018/06/governo-del-non-cambiamento.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=m5s
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61
https://www.nexusedizioni.it/it/CT/parole-al-vento-5824
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.