29.6.18

IL GOVERNO CONTE APPROVA L’AVVOCATO CONTE



di Gianni Lannes

Alla voce Retelit (una società che ha cavi in fibra ottica per oltre 12.500 chilometri che collegano 9 grandi città italiane e Bari con Hong Kong) c’è un caso di omonimia o un palese conflitto di interessi? Il primo atto del governo presieduto da Giuseppe Conte, appoggiato da Cinquestelle e Lega non è stato verso il reddito di cittadinanza (privo di copertura finanziaria) o la flat tax (tanto cara al centro destra berlusconiano) a sostegno dei ricchi, ma un affare in cui è coinvolto a livello tecnico e professionale il presidente del consiglio dei ministri Matteo Conte. Nel comunicato stampa di Palazzo Chigi (consiglio dei ministri numero 7) però non c’è traccia, eppure, il 7 giugno il Cdm ha comunque deliberato per l’ esercizio da parte del governo di poteri speciali a tutela di asset relativi ad interessi nazionali, quali una rete di tlc.  Singolare coincidenza del signorsì. Il governo tricolore, come prima decisione in tema di finanza (come prima mossa nel mondo delle telecomunicazioni) ha esercitato un potere speciale su una vicenda dove il proprio il primo ministro Conte è coinvolto da tempo (per conto della cordata Mincione) in veste di avvocato e dove pure lo stesso Conte ha percepito un compenso economico. Conflitto di interessi?

Agli atti è stringata la nota del Cdm dove però si fa riferimento specifico alla modifica della governance della società Reti Telematiche Italiane s.p.a – alias Retelit – derivante dall’assemblea degli azionisti del 27 aprile 2018 durante la quale i tre investitori Bousreval, Axion e Svm (Shareholder Value Management AG) avevano presentato una lista di maggioranza per il rinnovo del Cda contrapposta a quella di minoranza presentata da Fiber 4.0, la società che fa capo al finanziere Raffaele Mincione, azionista di minoranza di Retelit con l’8,975 per cento.

I fatti in sintesi. La società Fiber 4.0 aveva segnalato alla Presidenza del Consiglio che Bousval, Axxion e SVM hanno compiuto un’omissione, grave a parere dell’azienda di Mincione, non comunicando al governo italiano di avere ormai il controllo di Retelit. Nella battaglia a colpi di consulenze, l’avvocato Conte ha stilato il parere pro veritate e supportato le ragioni di Fiber 4.0: a suo dire, l’obbligo di notifica, come prevede la legge, alla Presidenza del Consiglio dei ministri c’era eccome, proprio in ragione del passaporto libico della Bousval. Lo stesso Conte avvertiva che il governo avrebbe potuto sanzionare la mancata comunicazione sul nuovo assetto di controllo di Retelit, ricordando anche che «in casi eccezionali di rischio (…) il Governo può opporsi, sulla base della stessa procedura, all’acquisto». 

Al proposito, Retelit ha così reso noto che «le condizioni e prescrizioni sopra menzionate riguardano attività che vengono già regolarmente svolte dalla società nello svolgimento della propria attività ordinaria, la quale è altresì titolare di certificazioni nazionali ed internazionali». Di conseguenza, la società ritiene che «l’applicazione delle predette misure non comporterà costi e investimenti aggiuntivi ne’ restrizioni di carattere operativo e/o commerciale rispetto a quanto considerato nel piano industriale:. In altri termini, sono già osservate prescrizioni in tema di Golden Power .
Conte lo scorso 14 maggio aveva formulato un parere per Fiber 4.0 sull'assunzione del controllo dei libici e sull'eventuale violazione degli obblighi stabiliti in materia di Golden Power. A quei tempi, quando era già stato avanzato il suo nome per l'esecutivo, il finanziere Mincione gli aveva chiesto un parere che potesse sposare la sua linea . La società di Mincione, che ora ha l'8 per cento di Retelit mentre i Libici hanno il 14,5 per cento, aveva segnalato alla Presidenza del Consiglio che Bousval e Axxion avevano compiuto un'omissione, secondo lui, non comunicando al governo italiano di avere ormai il controllo della società di tlc. Nella battaglia a colpi di consulenze, Conte ha stilato il parere supportando le ragioni di Fiber 4.0: a suo dire, l'obbligo di notifica, come prevede la legge, alla Presidenza del Consiglio dei ministri c'era, era dovuto, proprio in ragione del passaporto libico della Bousval. Lo stesso Conte avvertiva, nel suo parere, che il governo avrebbe potuto sanzionare la mancata comunicazione sul nuovo assetto di controllo di Retelit. Il 7 giugno scorso il governo Conte ha sposato la tesi dell’avvocato avvocato. Adesso sarebbe interessante sapere se la Retelit continuerà ad essere assistita dallo studio legale di cui è socio Conte, e se i lauti onorari che continuerà a versare, finiranno pro quota anche nelle sue tasche.


Riferimenti: