28.4.16

IN SICILIA: UNA DISCARICA NUCLEARE SEGRETA DELLO STATO ITALIANO!





di Gianni Lannes

Vediamo se a qualche onorevole nostrano eterodiretto dall’estero ed assiso sulla poltrona pagata a caro prezzo dagli ignari contribuenti, torna la memoria, su una faccenda così delicata e dalle conseguenze catastrofiche per la salute collettiva. Che esperimento ha realizzato sotto mentite spoglie l'Enea nella colonia di Sicilia? Che danni ha prodotto la politica tricolore sotto il vessillo della corruzione e del trasformismo? Per quale ragione in punto di diritto costituzionale, ben 31 atti parlamentari specifici non hanno mai avuto risposta dai governi del belpaese, e, l'iter, risulta adesso paradossalmente "in corso" dal 1981, vale a dire dall'ottava legislatura, a tutta la diciassettesima sotto il segno dell'ineletto toscano? La nocività ambientale largamente diffusa come strategia di dominio? E perché mai la gente finalmente non si ribella a questa dittatura che annienta i diritti civili, toglie il respiro e uccide impunemente la vita?



«Per un intervento volto ad assicurare che non avranno alcun seguito le ipotesi di ubicazione nella miniera di Pasquasia del comune di Enna o in altra localita' della Sicilia di un deposito di scorie radioattive».

E’ il testo dell’interrogazione a risposta orale 3/03348 presentata da Sergio Mattarella il 3 marzo 1987: un atto parlamentare sottoscritto anche da 25 altri onorevoli di svariati partiti, indirizzato al ministro dell’industria Valerio Zanone (sotto il governo Craxi, con Scalfaro agli interni, Andreotti agli esteri e Spadolini alla difesa). 


Né quel governo, né tutti i successivi (Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti, Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema, D’Alema, Amato, Berlusconi, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta) fino a Renzi che il popolo italiano non ha votato, hanno mai fornito una risposta. Alla stregua di tutte le innumerevoli altre interrogazioni e interpellanze fino ai giorni nostri, inerenti la miniera di Pasquasia, trasformata segretamente dallo Stato tricolore, all’insaputa della gente siciliana, in una discarica nucleare.
Perché oggi Mattarella, in qualità di presidente della Repubblica italiana, e magari in veste di capo dello Stato, non ordina un’immediata bonifica del sito, per garantire salute pubblica e salubrità ambientale?

Per la cronaca documentata dai riscontri ufficiali: il primo interrogativo parlamentare in materia (interrogazione a risposta in commissione 5/02040 presentata da Boggio Luigi del pci), risale al 2 aprile 1981: «Sull'opportunita' che l'’Eni' acquisisca attraverso la 'Samim' un'ulteriore quota dell''Ispea', societa' che gestisce la miniera Pasquasia in provincia di Enna.



L’Eni ha realizzato a Borgo Sabotino in provincia di Latina, una centrale nucleare, in seguito ceduta all’Enel; e a Trisaia di Rotondella in provincia di Matera, nel centro ricerche nucleari del Cnen, poi Enea, ora Sogin, ha gestito in consocietà con una multinazionale governativa inglese, una fabbrica di lavorazione del combustibile nucleare. Dove sono andate a finire le scorie più pericolose del cane a sei zampe, che dal 1992 è sotto le grinfie straniere?
Il 25 giugno 1986 è stata depositata l’interrogazione a risposta scritta  4/16058, anch’essa a tutt’oggi mai beneficiata da una risposta governativa:
«Sulla ventilata trasformazione della miniera di Pasquasia, in provincia di Enna, in un deposito di scorie nucleari».


Lo stesso giorno di 30 anni fa, l’interrogazione a risposta scritta 4/16084 insiste ma invano sul rovente argomento:

«Per l'apertura di un'inchiesta in merito alla ventilata utilizzazione della miniera di Pasquasia (Enna) come deposito di scorie nucleari».




L’11 marzo 1987 nell’interrogazione a risposta scritta 4/20910 è scritto a chiare lettere: «Per un intervento volto a chiarire le finalita' dei lavori eseguiti dall''enea' nella miniera di Pasquasia (Enna), anche in relazione alle notizie riguardanti la ventilata creazione di un deposito di scorie radioattive, in una miniera della Sardegna».



Il 24 marzo 1987 l’interrogazione a risposta orale 3/03394 recita: «Per un intervento volto ad evitare la realizzazione di un deposito di scorie radioattive presso la miniera di Pasquasia (Enna)».


 Il 4 agosto 1987 risulta depositata ma tutt’oggi inevasa, l’interrogazione a risposta scritta 4/00885:«Sulle iniziative che si intendono assumere al fine di evitare la ventilata utilizzazione dell'antica miniera di sali potassici sita in Pasquasia (Enna) quale deposito di scorie radioattive.


Perché è stata improvvisamente chiusa una miniera altamente produttiva a livello mondiale e più che remunerativa?

L’interrogazione a risposta scritta 4/16883 del 20 novembre 1989, presentata da Altero Matteoli (in seguito smemorato ministro dell’Ambiente) coglie nel segno: «Sul mancato rinnovo, da parte della regione Sicilia, della concessione alla miniera di Pasquasia (Enna)».


A tutt’oggi, nessun governo italiano ha mai fornito la benché minima risposta agli atti parlamentari (24 richieste di chiarimenti dal 1981 al 2011 e ben 7 nella corrente legislatura) sul caso Pasquasia. Perché? Quale verità indicibile hanno da nascondere all'opinione pubblica?


riferimenti:

Gianni Lannes, ITALIA, USA E GETTA, Arianna Editrice, Bologna, 2014;









 










  

 








Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.