di Gianni Lannes
Dopo l’autorizzazione regionale all’ennesimo
inceneritore di rifiuti nell’antica Daunia, imposto da un prenditore del nord a Sant’Agata
di Puglia, ecco un altro colpo mortale alla vita, eredità di "Svendola Puglia". A Bari ritengono che i Dauni abbiano l'anello al naso e che la Daunia sia una colonia barese, grazie purtroppo ai politicanti foggiani venduti al miglior offerente.
Carburante dai rifiuti di plastica in una pregiata area agricola tra il Tavoliere e i Monti Dauni. «L’impianto proposto è, anche per affermazioni indirette della società proponente, un impianto altamente inquinante con missioni pericolose e nocive, con tossicità acuta e cronica ad azione cancerogena» è quanto scrive il 16 luglio 2015, il sindaco di Ascoli Satriano nella Daunia. L’atto di diffida è stato indirizzato al presidente della Regione, Michele Emiliano, nonché agli assessori e dirigenti regionali.
Un progetto calato dall’alto, anzi imposto alla collettività ascolana. Addirittura, denaro pubblico dell’ignaro contribuente, elargito a chi inquina un pregiato territorio agricolo, ricco di tesori archeologici. Il gruzzolo è di quasi 5 milioni di euro, concesso appunto dalla Regione alla ditta Ecofuel. Si tratta di una società a responsabilità limitata che vanta un capitale di appena 10 mila euro, costituita di recente, e controllata al 32,50 per cento dall’Ecoambiente, a sua volta detenuta al cento per cento dalla Finba S.p.A. dei fratelli Matarrese. Esatto: quelli che edificarono la saracinesca edilizia a Punta Perotti, sul lungomare di Bari.
Per la cronaca ignota o poco nota, la stessa furbata
industriale Ecofuel è già stata bocciata a Modugno, ma riproposta in stile
copia e incolla nella provincia di Foggia.
«Il progetto di Ecofuel Apulia srl (una società
controllata dal gruppo saudita Fal Holdings e ammessa a un finanziamento della
Regione Puglia) - spiega una nota del Comune barese - prevede la realizzazione
di un impianto di depolimerizzazione della plastica per la produzione di
combustibile (tipo cherosene) utilizzando rifiuti di plastica». Infatti nel
bollettino della regione si rinviene una precedente localizzazione proprio
nell’area industriale di Modugno, sottoposta a sequestro dalla Guardia di
Finanza, a causa di un grave inquinamento. Ecco cosa si legge:
«SOCIETA’ ECOFUEL APULIA - Verifica di
assoggettabilità alla procedura di V.I.A. La Ditta EcoFuel Apulia Srl con sede
legale in Bari alla Via Rosario Livatino, 94, 70124, e-mail:
info@ecofuelapulia.com, tel. 080.5651424 - fax 080.5039442, ai sensi e per gli
effetti dell’articolo 20 del D.Lgs. n. 152/2006, avvisa di aver trasmesso
all’Autorità Ambientale competente ovvero al Servizio Ecologia - Ufficio VIA-
VAS l’istanza di verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA unitamente
allo studio preliminare ambientale relativo al progetto di un “IMPIANTO DI
DEPOLIMERIZZAZIONE DELLA PLASTICA PER LA PRODUZIONE DI LIQUIDO COMBUSTIBILE
ASSIMILABILE A GASOLIO ECHEROSENE” che si intende realizzare in Zona ASI Bari /
Via delle Mammole, 26, 70030 - Modugno (BA)».
La Gazzetta del Mezzogiorno dell’8 febbraio 2014
riporta testualmente:
«No al progetto di insediamento, nella zona industriale
nel territorio di Ecofuel Apulia Srl, azienda di depolimerizzazione della
plastica: lo ribadiscono in una nota inviata alla Regione Puglia e al Comitato
regionale di Valutazione di impatto ambientale (Via) il sindaco di Modugno,
Nicola Magrone, e l’assessore all’Ambiente del comune barese, Tina Luciano.
Nell’impianto è previsto si bruci plastica per ricavarne olio combustibile
assimilabile a gasolio e a kerosene. Il Comune di Modugno si è già pronunciato
in senso negativo rispetto alla proposta del nuovo insediamento industriale e
lo ha fatto, nel luglio 2013, con un atto di Giunta col quale - si ricorda
nella nota - “sono state presentate osservazioni scientifiche contrarie alla
proposta di insediamento ed è stato chiesto di assoggettare il progetto Ecofuel
a Valutazione di Impatto Ambientale”».
L’inquinamento dell’aria non conosce limiti o barriere
amministrative e perdura nel tempo. «Alcune emissioni nocive persisterebbero
nell’area circostante l’impianto per vari decenni; anche successivamente alla
chiusura dell’attività produttiva» ha denunciato il sindaco Savino Danaro.
Allora? Progetto Ecofuel bocciato per sempre. La salute prima di tutto,
soprattutto a scanso di torbide speculazioni. E' chiaro il concetto Emiliano?
riferimenti:
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