15.3.18

MORO: I SEGRETI DI STATO!



Moro e Kissinger

di Gianni Lannes

Una vergogna istituzionale all'italiana. A tutt’oggi, dopo 40 anni, nonostante i proclami altisonanti di Renzi per desecretare i documenti, esistono ben 12.500 atti relativi al sequestro e alla uccisione dello statista Aldo Moro attualmente secretati. 474 di questi sono stati emessi da Stati alleati, come ad esempio gli USA. Moro in veste di ministro degli esteri, era stato già minacciato di morte da Kissinger in persona nel 1974.

Moro va liberato dal “caso Moro” e dai relativi misteri alimentati ad arte dai brigatisti rossi telecomandati dall’estero, e va restituito alla sua dignità di persona e di politico di elevatissimo profilo etico. Moro è stato lo statista che più di tutti ha rappresentato la stagione più importante per l’Italia di crescita economica e di democrazia politica. La sua eliminazione ha spezzato l’ultimo tentativo per guadagnare l’indipendenza e la sovranità. Dopo di lui c’è stato il buio e la fallimentare seconda repubblica, ossia l’impossibilità dei politicanti correnti di guidare i processi sociali ed economici, nonché di dare risposte per il bene comune della collettività. Moro aveva scritto sulla necessità per l’essere umano di avere fame e sete di giustizia. L’Italia ha perso il suo uomo migliore.

Quando diventai grande ero alle scuole medie. Roma, 16 marzo 1978. Alle ore 8,05 Aldo Moro esce di casa in via del Forte Trionfale 79. E’ scortato dal maresciallo dell'Arma Oreste Leonardi, dal carabiniere Domenico Ricci, dai poliziotti Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. E’ interessante sapere quali telefonate ricevono le auto della Polizia e dei Carabinieri relativamente al percorso per condurre Moro in Parlamento, poiché l'itinerario delle persone scortate è suggerito via radiotelefono dal ministero dell’Interno. Quando il 29 maggio 1979, nella casa dell’agente del KGB, il professor Giorgio (Dario) Conforto, sono arrestati Valerio Morucci ed Adriana Faranda, nei pantaloni di Morucci viene trovato un biglietto con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di un maresciallo di PS, Antonio Esposito, napoletano, iscritto alla P2, in servizio proprio all’Ufficio scorte del Viminale.
 
All’angolo di via Fani la notte del 15 marzo di 40 anni fa viene parcheggiata una Austin Morris (targata Roma T50354), acquistata un mese prima dalla società Poggio delle Rose, collegata ai servizi segreti italiani con sede a Roma, in via della Libertà 10, dove si trova la sede dell’immobiliare Gradoli che ha appartamenti in via Gradoli ed ancora altre società di copertura dei servizi d’intelligence. La società Fidrev, azionista di maggioranza della Immobiliare Gradoli, svolge assistenza tecnica attraverso la società Gus e Gattel, ovvero società di copertura del Sisde.

L’azione dei cosiddetti brigatisti, denominata “Fritz” dura dalla ore 9,02 alle 9,05. Inizia con un  mazzo di fiori alzato dalla ventenne brigatista Rita Algranati, moglie di Alessio Casimirri. Il governo italiano, peraltro, non ne ha mai chiesto l’estradizione. Alla richiesta della Commissione Moro-2 il Nicaragua risponde sostenendo che Casimirri è cittadino nicaraguense. E’ figlio di una cittadina vaticana e del capo ufficio stampa dei pontefici Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI. Casimirri in realtà, viene arrestato dai carabinieri di Roma il 4 maggio 1982; tuttavia grazie ad una rete di complicità istituzionali, si sottrae alla giustizia. Di recente è saltato fuori dalla carte nascoste il cartellino dell’arresto.



Riferimenti: