25.3.18

ADRIATICO: TRIVELLE STRANIERE E TERREMOTI ITALIANI




Aree di prospezione idrocarburi






di Gianni Lannes

A caccia dell’oro nero sparando onde acustiche letali per i mammiferi marini, dinanzi alle coste di Monopoli, Ostuni, Brindisi, Carovigno. Il cronoprogramma delle concessioni FR 39 NP e FR 40 NP parla chiaro: le operazioni di airgun saranno eseguite fra il 12 marzo 2018 e il 15 aprile 2018. Da anni, infatti, le multinazionali straniere, spesso senza alcuna seria valutazione di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, iniettano onde sismiche sui fondali dei mari italiani, provocando sommovimenti tellurici, come nel caso del sisma registrato la notte a cavallo fra il 23 e il 24 marzo 2018 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Peraltro, la letteratura scientifica attesta che i terremoti possono essere innescati dall'avida mano dell'uomo; uno dei segni più evidenti in tal senso, è la scarsa profondità (ipocentro). Alla voce "terremoti indotti" la letteratura scientifica è prodiga di esempi documentati. Caviaga docet.

 
Cronoprogramma Northern Petroleum


Attenzione. È partita l’ennesima crociera sismica- autorizzata dal governo italidiota - per rapinare il petrolio amaro italiano, al prezzo di sconquassare la vita marina e terrestre. Il progetto della Northern Petroleum, una società inglese con sede a Londra, che il 27 luglio 2017 ha mutato il suo nome in Cabot Energy è attualmente denominato “Prospezione geofisica 3 D Adriatico”. Si tratta di un’area prospiciente Ostuni che si estende in mare per 860 chilometri quadrati al limite delle 12 miglia dalla battigia.
Dopo gli invasivi rilievi sismici piomba il pozzo esplorativo e poi quello permanente. Infine: infrastrutture a terra e a mare, impianti di raffinazione, oleodotti, trasporti, eventuali riversamenti. Un qualsiasi incidente sarebbe fatale, poiché l'Adriatico impiega un secolo per il solo ricambio superficiale delle sue acque.

Oltre alla Northern Petroleum i nostri mari sono rapinati e degradati dai nordamericani della Global Med, dagli australiani della Global Petroleum Limited, dai norvegesi della Spectrum, e dall'ENI che non è più sotto bandiera tricolore. Chi oggi nega tale invasiva evidenza è un'analfabeta, funzionale agli interessi speculativi stranieri.


Riferimenti:



Gianni Lannes, TERRA MUTA, Pellegrini editore, Cosenza 2013.