di Gianni Lannes
Ecco chi è Gentiloni: uno che di nascosto da ministro degli esteri ha regalato una fetta di mare italiano ad una nazione straniera. La notizia della cessione
segreta di ben 339, 9 chilometri quadrati dell’Alto Tirreno è emersa per caso,
soltanto perché le autorità marittime transalpine (una motovedetta della Gendarmerie Maritime) hanno
sequestrato il 13 gennaio 2016, il peschereccio italiano Mina intento a pescare
gamberi rossi. La motivazione del fermo è lo sconfinamento dell'imbarcazione
italiana in acque territoriali francesi.
Le acque in cui la barca è stata fermata dai prepotenti transalpini, però, al capitano di bordo risultavano nostre: avrebbero «cambiato colore» proprio nel bilaterale Gentiloni-Fabius del 21 marzo 2015, avente per oggetto lo scambio di acque territoriali. Le autorità francesi, infatti, hanno giustificato il sequestro sulla base dei nuovi confini stabiliti con l'accordo bilaterale tra Italia e Francia il 21 marzo 2015.
Le acque in cui la barca è stata fermata dai prepotenti transalpini, però, al capitano di bordo risultavano nostre: avrebbero «cambiato colore» proprio nel bilaterale Gentiloni-Fabius del 21 marzo 2015, avente per oggetto lo scambio di acque territoriali. Le autorità francesi, infatti, hanno giustificato il sequestro sulla base dei nuovi confini stabiliti con l'accordo bilaterale tra Italia e Francia il 21 marzo 2015.
Secondo quanto si apprende dal comunicato ufficiale
del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale il
Governo italiano «ha ceduto il mare al nord della Sardegna, sino a 40 miglia
sul lato est e oltre 200 miglia su quello ovest, e una porzione rilevante sul
piano qualitativo della Liguria, in cambio della tutela della linea retta di
confine sull'arcipelago toscano». Non si tratta di un'indiscrezione ma di un
documento ufficiale della Farnesina della che ha solennemente affermato: «Nel
corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell'Accordo, la parte
italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di
base per l'arcipelago toscano, già fissata dall'Italia per la delimitazione del
mare territoriale nel 1977».
Si tratta di un’ammissione gravissima e che
costituisce un atto lesivo dell’interesse economico della Sardegna e non solo; nel
testo ufficiale è anche scritto che «per il mare territoriale tra Corsica e
Sardegna, è stato completamente salvaguardato l'accordo del 1986, inclusa la
zona di pesca congiunta». In realtà è un'affermazione del tutto priva di
fondamento, vale a dire menzognera. Infatti, nell'accordo di Caen è specificato
che tale accordo, quello richiamato del 1986, sarà abrogato integralmente. Le
aree di pesca comune riguardano invece un solo minuscolo spazio sul lato ovest,
ma nessuno spazio comune ad est, nella parte più importante e rilevante.
Insomma, il ministero degli Esteri dichiara fatti privi di fondamento e afferma
che la Sardegna è stata sostanzialmente scambiata con la Toscana; non esistendo
nessuna possibile comparazione tra quanto ceduto e quanto ricevuto in quello
che la Farnesina definisce negoziato appare evidente che il danno è tale da far
derivare un gravissimo nocumento all'interesse nazionale. E’ una cessione
gratuita di sovranità davvero inaccettabile. Non è tutto. E qui viene il
succulento. Nell'ambito dell'accordo è disciplinata anche la parte relativa ai
possibili giacimenti di idrocarburi, gas e petrolio, in quelle porzioni di mare
cedute alla Francia; è evidente che tale disciplina non è casuale essendoci
sull'area ovest soprattutto un grande interesse da parte di soggetti
interessati alla ricerca di idrocarburi. Forse il governo dell’ineletto Renzi
ha in animo di concedere una nuova proroga nella procedura di richiesta di
autorizzazione per la prospezione petrolifera per i norvegesi della Tgs Nopec?
Esistono notoriamente, rilevazioni nella disponibilità dello stesso ministero
dello sviluppo economico per 1,4 trilioni di metri cubi di gas e 0,42 bilioni
di barili di petrolio; lo studio dichiarato dalla stessa TGS Nopec dichiara la
possibile presenza un 1,4 «Trilioni» di metri cubi di gas, mezzo bilione di
barili di petrolio, 2,23 milioni di barili di gas naturale in forma liquida. E’
questo il «malloppo» che le multinazionali petrolifere sotto mentite spoglie stanno
cercando di accaparrarsi. Un rapporto riservato in mano al ministero dello
sviluppo economico attesterebbe che in quella fascia «provenzale» c’è petrolio
e gas. I norvegesi della TGS Nopec stanno tentando in tutti i modi di
proseguire le devastanti perlustrazioni
a colpi di bombe sismiche (Air Gun) anche nel santuario dei cetacei. I
cacciatori di gas e petrolio hanno chiesto una nuova proroga per continuare a
sperare nel l’autorizzazione a devastare l'intera area, in pèarticolare dinanzi
alla costa tra Alghero e Oristano. la nave sismica R/V Akademik Shatskiy sta
già scaldando i motori. E’ un piano messo in piedi nei minimi dettagli, visto che
il ministero dello sviluppo economico ha individuato quell'area in base a studi
ritenuti strategici forniti da un server a stelle e strisce, e sottoposti a
regimi di riservatezza.
Il vero
obiettivo di tutta l’operazione occulta portata avanti dal 2006, sotto i
governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta & Renzi - sono in particolare i
giacimenti di idrocarburi, più che le allettanti zone di pesca. Anche se nei
mari passati da Italia a Francia in un baleno si trova «uno scrigno naturale
dove si riproducono e vivono i gamberoni rossi. Una specie pregiatissima,
venduta all’ingrosso a 40 euro al chilogrammo e a 70/80 euro in pescheria. Si
tratta della cosiddetta «Fossa del cimitero», fascia nella quale in deroga
all’accordo stesso, che prevede un’«intesa di vicinato», la Francia avrebbe
ottenuto l’esclusiva del pescato.
riferimenti:
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