Avvelenamento infinito ed impunito. Peggio della mafia c'è soltanto l'omertà dello Stato italiano. Le autorità tricolori ad ogni
livello hanno consentito all'Eni di
seminare malattie e morte in un paradiso terrestre. E' accaduto a
Manfredonia, ma non solo: una strage legalizzata di ignara popolazione e ancora speculazioni
in grande stile, incluse le trivelle petrolifere, a danno della gente. La legge
426 del 1998 ha inserito questa zona nei 16 siti di interesse nazionale da
bonificare. Con decreto del ministero dell'ambiente datato 10 gennaio 2000, il
territorio da mettere in sicurezza e bonificare è stato perimetrato. Soltanto l'area
marina inquinata dall'Eni - senza contare la terraferma - si estende per 853 ettari, pari a 8,5 chilometri
quadrati. Nel 2008 l'Ispra ha rilevato proprio in loco, ovvero nella zona
prospiciente il petrolchimico Anic-Enichem concentrazioni abnormi di veleni industriali,
ma soprattutto il letale mercurio. A tutt'oggi, grazie anche all'evidente
disinteresse istituzionale, nonostante i recenti rilievi dell'Arpa, non è stato disinquinato un
centimetro quadrato di questo mare in agonia. Proprio qui dove il pericolo
sismico e idrogeologico è notoriamente presente, il governo italiano intende
autorizzare l'Energas/Kuwait Petroleum ad installare un impianto produttivo di
gas a petrolio liquefatto, a rischio di incidente rilevante (secondo le
direttive Seveso) da 300 mila tonnellate annue. Nel 2013 l'Italia ha aderito alla
convenzione mondiale di Minamata, un trattato internazionale legalmente
vincolante. Siamo alla resa dei conti, al redde rationem. E' l'ora di chiamare ufficialmente dinanzi alla Commissione
europea, al Consiglio d'Europa, al Parlamento Ue, alla Corte di giustizia Ue e alla Corte dei diritti dell'Uomo,
lo Stato italiano e l'Eni ad un atto concreto di responsabilità, in
ossequio alla Convenzione di Aarhus (chi inquina paga). Occorre una nuova etica
tra giustizia sociale ed ecologia, per un progetto che abbia il rispetto della
vita e la conservazione dell'ambiente, come parte fondamentale delle scelte
economiche, politiche e sociali.
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