28.5.18

5 STELLE: LA SCATOLA NERA



di Gianni Lannes

Marionette: alla voce controllo e manipolazione delle masse. Segreti, menzogne, truffe, conflitti di interessi, curriculum taroccati, obbedienza cieca, dati privati usati a scopi elettorali, un vortice di soldi e così via con i travagliati. La nuova casta? Dilettanti manovrati allo sbaraglio. Ho provato a far luce sulla genesi pentastellata e sulle conseguenze nefaste del grillismo in salsa anglo-americana. Li seguo da due lustri: ho deciso di smascherarli definitivamente con tanto di prove inoppugnabili.

Accade solo in Italia. Parassiti istituzionali: una ristretta orda di politicanti nullafacenti - succubi del potere economico - comanda da anni nel belpaese, senza che ad essa si applichi la regola del “Chi sbaglia paga”, che invece vale per tutti gli altri comuni mortali. Costoro sanno perfettamente che gli elettori non hanno il potere di costringerli a cercare un lavoro. Intascano crasse prebende economiche e, in concreto non faticano come milioni di cittadine e cittadini; sovente non hanno neanche un titolo di studio universitario e sono privi di qualunque barlume di etica.
 
Il m5s, per esempio, è soltanto un esperimento algoritmico della Casaleggio associati (Rousseau docet) o una scalata dei Di Maio e Di Battista? Ora il capetto dei pentastellati a digiuno di lingua italiana, idioma inglese e soprattutto diritto costituzionale, strepita istericamente contro le prerogative costituzionali del capo dello Stato. Ma cosa dice la Costituzione? Torna nel vocabolario della politica italiana la parola “impeachment”. Si tratta della messa sotto accusa del presidente della Repubblica, previsto all’articolo 90 della Costituzione repubblicana, in caso di alto tradimento o attentato alla Costituzione. “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri”. In Italia il verdetto finale spetta alla Corte costituzionale. Come primo passo viene presentata, sostenuta da tutto il materiale probatorio, una richiesta di messa in stato d’accusa al Presidente della Camera che poi trasmette il materiale a un Comitato formato dai componenti della "Giunta per le autorizzazioni a procedere" di Senato e Camera. Una volta stabilita la legittimità dell’accusa dopo un verdetto votato a maggioranza, viene presentata una relazione al Parlamento riunito in seduta comune. Il dossier a questo punto, può essere archiviato o posto in votazione nell’Aula riunita sempre in seduta comune che deciderà sull’autorizzazione a procedere. Nel caso in cui non siano avanzate richieste di ulteriori indagini, si apre la discussione sulla competenza parlamentare dei reati imputati. Se la relazione propone la messa in stato d’accusa, il voto è a scrutinio segreto e la destituzione scatta solo se si raggiunge la maggioranza assoluta. La questione passa infine alla Consulta che, coadiuvata da sedici giudici aggregati estratti a sorte, potrà, dopo un vero e proprio processo, emettere la sentenza inappellabile. 
 
Andiamo al sodo. In apparenza occupano posizioni diverse, e sovente fingono di accapigliarsi, ma è soltanto fumo negli occhi della massa inebetita. Scelgono i candidati, partecipano alle farsesche elezioni politiche con regole truccate da loro stessi stabilite, comandano su quelli eletti in Parlamento, selezionano i ministri da imporre al capo dello Stato ed i soggetti di fiducia destinati ad occupare tutti i posti di comando del sistema. Sono sempre loro, e non gli elettori - trasformati in adepti e fan - divisi in accanite tifoserie, che decidono se qualche nuovo affiliato può unirsi al loro esclusivo gruppo di nullafacenti a vita. Tutto il sistema eterodiretto italiano dipende da loro.
Lontano dai riflettori mediatici sono arroganti e cinici, in pubblico propinano menzogne quasi ad ogni esternazione. Nessuno li caccia, per ora. Rimangono a capo del sistema telecomandato da Washington e Londra, a gestire le briciole, indipendentemente dai risultati delle elezioni politiche fuorilegge mediante leggi elettorali palesemente incostituzionali, come nel caso della 270/2009 (vedi pronunciamento della Consulta numero 1 datata 13 gennaio 2014 e sentenza della Cassazione dell’aprile 2014). Qualcuno ha cambiato casacca, qualcuno è passato alla finta opposizione oppure al governo per conto terzi, altri manovrano le leve del potere economico.

Le elezioni politiche hanno soltanto l’effetto di aumentare o diminuire il potere dei singoli all’interno del gruppo per assicurare salti di carriera. Hanno un ruolo determinante nell’assegnazione dei posti di comando. Sovente rimescolano le carte, ma il mazzo rimane sempre lo stesso. Il risultato è che l’orda dei politicanti parassiti rimane immutata. La casta degli scansafatiche per antonomasia, cioè i politicanti italidioti, in sostanza è autoreferenziale perché prescinde dalla volontà dell’elettorato: seleziona la "classe dirigente" (si fa per dire, sic!) senza correre mai il rischio di perdere il cadreghino. Tutti senza esclusione sono in particolare accomunati da un interesse fondamentale: difendono il clan di cui fanno parte, perché è la fonte del loro potere su scala tricolore e dei loro privilegi nazionali.

Al fine di ottenere il suddetto scopo, i politicanti hanno concordato una strategia comune, assicurandosi che il loro gioco di squadra non sia visibile agli occhi del popolo. In sostanza, sono complici ma si comportano in modo che ad ogni consultazione gli elettori premino ora una fazione ora l’altra, ma non caccino mai via l’intera orda, che quindi rimane salda al comando del governatorato a stelle e strisce.

La maggioranza degli italiani non percepisce l’esistenza di questa banda di sanguisughe: scorge solo coalizioni, al massimo cordate di politicanti. In effetti, tanti elettori alla stregua di meri tifosi, esultano pure quando alcuni politicanti vengono sostituiti al governo da altri, per rimanere delusi quando si rendono conto che i nuovi aspiranti governanti non risolvono i problemi lasciati in eredità dai loro predecessori. Insomma, non riescono a comprendere che in realtà nulla cambia perché è l’orda dei politicanti in massa, la vera regista. Così, appunto l’orda perpetua se stessa.

I politicanti hanno però un grosso problema: l’analfabetismo funzionale e l’assenza di idee innovative. I politicanti hanno trasformato la sete di cambiamento degli elettori in una risorsa nelle loro grinfie. Per offrire un bersaglio al malcontento ed al contempo seguitare ad intercettare il voto popolare, i politicanti tricolore si sono divisi in fazioni (partiti e finti movimenti) che si scambiano fino alla noia accuse reciproche sulle cause del pessimo funzionamento del sistema. In tal modo l’orda evita la dispersione del voto e garantisce ai membri della casta di nullafacenti la sopravvivenza ben remunerata dagli allocchi dei cittadini, alimentando quotidianamente il rimpallo di responsabilità nei salotti televisivi. Il fine è sempre il medesimo:  dividere gli elettori in alcune fazioni, ognuna convinta che tutti i mali siano causati dagli avversari. I telespettatori si arrabbiano con l’una o l’atra parte, ma proprio a nessuno viene in mente di cacciare via l’intera orda che ha occupato da anni lo Stato peggio di una cancrena mafiosa. Grazie a tale dinamica perversa non alla luce del sole, il voto popolare non è mai contro il sistema, bensì organico ad esso. Per conseguire questo risultato l'orda di politicanti mette in scena un giorno sì e l’altro pure, una rissa al proprio interno fagocitando il consenso dell’ignaro elettorato. La lite diventa sempre più offensiva e volgare, gli insulti in diretta tovvù più minacciosi, i contenuti oltraggiosi, affinché gli elettori si confondano e perdano di vista il vero e nebuloso quadro d’insieme. Più lo scontro è violento e più i cittadini s’illudono che il loro voto sia decisivo per l’Italia. In realtà, accade l’esatto contrario: l’orda di politicanti blinda il sistema e impedisce la nascita di qualsiasi movimento politico che provenga realmente dal basso. 

Se soltanto si diradasse appena il fumo negli occhi alimentato ad arte, la realtà sarebbe sotto gli occhi di tutti. E sarebbe fin troppo evidente che l’orda dei politicanti è la principale responsabile del declino politico, economico e culturale dell’Italia. La casta dirigente è dunque selezionata dall’alto, mentre dal basso è soltanto legittimata. L’unica soluzione è spazzare via tutta l’orda di parassiti e cambiare le regole. Allora, occorre almeno una rivoluzione delle menti. E invece non accade, per il momento, perché gli elettori sono all’oscuro di quel che accade dietro le quinte, sulla scena del potere, sia pure per conto terzi.


Riferimenti:

https://www.nytimes.com/2018/02/28/world/europe/italy-election-davide-casaleggio-five-star.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2018/05/colonia-italia.html 

https://www.nexusedizioni.it/it/CT/grillo-e-casaleggio-da-washington-a-roma-5753 

https://www.nexusedizioni.it/it/CT/grillini-5-stelle-casaleggio-e-il-pizzo-a-rousseau-5799 

https://www.nexusedizioni.it/it/CT/vaccini-5-stelle-5802 

https://www.nexusedizioni.it/it/CT/reddito-di-cittadinanza-o-bufala-a-5-stelle-4750?parentSlug=redazione-1&fixed_cms=sezioni 

https://www.nexusedizioni.it/it/CT/reddito-di-cittadinanza-5-stelle-un-bluff-5738?parentSlug=economia-21&fixed_cms=sezioni 

https://www.nexusedizioni.it/it/CT/5-stelle-e-droni-bellici-5778?parentSlug=italia-16&fixed_cms=sezioni