JALLOUD: UNO STRAGISTA OSPITE DELL'ITALIA!

di Gianni Lannes

Ustica e Bologna: due stragi connesse ancora senza verità dopo 43 anni. Qual è stato il ruolo di Israele? Gli è stato offerto riparo in Italia per difenderlo dai pericoli in Libia o per proteggere inconfessabili e compromettenti segreti italiani? Quali agenti segreti tricolore per ordine di Roma hanno negoziato con Abd al-Salam Jalloud, sulla base di quale ordine, impartito da chi e in cambio di cosa? Nell'agosto 2011 imperversava il quarto governo del piduista Silvio Berlusconi (tessera gelliana numero1816).

Ancora invano alcuni familiari delle vittime della strage di Ustica chiedono al governino italiano e alla magistratura di cercare il libico Jalloud, ex premier e braccio destro del colonnello Gheddafi, perché possa dire tutto quello che sa sulla notte del 27 giugno 1980, quando il velivolo della compagnia Itavia ammarò nel Tirreno con 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio. Quando l'esecutivo Cossiga sacrificò 81 civili (tra cui 13 bambini) per una non rivelabile ragion di Stato, anzi di Stati (alleati: Washington, Londra e Tel Aviv).

Come avvenuto in passato, la richiesta è quella di «trovare Jalloud - ripete Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime -. Chiediamo che venga interrogato perché possa riferire in merito a quanto Gheddafi aveva sempre sostenuto, cioè, di essere stato la vittima designata quella notte». Jallud era entrato in rotta di collisione con il colonnello e allo scoppiare della rivolta in Libia nel 2011 venne salvato dai servizi segreti italiani e condotto, almeno inizialmente, nella Penisola. 

In passato l’ex politico e militare libico, che fu anche ministro degli esteri e capo dei servizi segreti gheddafiani, è stato segnalato anche in Sardegna, presso una base gestita dall’intelligence italiana non lontano da Alghero, oltre che in Qatar.

Dopo la rivoluzione libica furono i servizi segreti inglesi a entrare in possesso degli archivi dell’intelligence libica. Non è dato sapere se a Tripoli sia rimasta qualche traccia. Perciò i familiari della vittime chiedono all'eterodiretto governo Meloni di rivolgersi non solo a Parigi, per conoscere l’effettivo ruolo dei caccia francesi in quella notte di guerra aerea sul Tirreno, a anche a Londra oltre che a Tripoli. E magari - suggeriscono i fatti - anche a Tel Aviv e Washington.

«Non ho sentito Macron» sul caso Ustica, «lo vedrò a breve. Come sapete, sto per partire» per il G20 dell’India, ha detto ieri Giorgia Meloni. «Sto seguendo il dibattito, nessun problema a porre la questione sul piano diplomatico nei confronti dei nostri partner, ma queste cose si fanno sulla base di elementi oggettivi che ho chiesto a Giuliano Amato. Se ci sono elementi, sarò la prima ad agire e muovermi».  

Jalloud aveva rilasciato una dichiarazione pubblica scegliendo poi di fare scena muta davanti ai magistrati. Come ministro degli Esteri era venuto a Roma e aveva ribadito che l’aereo italiano era stato colpito durante un attacco contro Gheddafi. Parlò anche di un altro Mig, oltre a quello precipitato sulla Sila, che si sarebbe inabissato nel Tirreno.  A proposito: Jalloud - unitamente ad Aisi ed Aise - potrebbe anche chiarire il mistero del rapimento (sparizione) di Davide Cervia, avvenuto a Velletri nel 1990.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=jalloud

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=cervia