Roche (foto web). |
di
Gianni Lannes
Dei
danni provocati dalle diossine di Seveso pensavamo di conoscere
tutto. Purtroppo, non è così. Le tracce di quell’incidente sono
ancora presenti oggi in Italia e fanno vittime ignare del pericolo
che portano in corpo. 36 anni di menzogne, misteri, insabbiamenti,
cinismo sono stati scoperchiati di recente da alcuni scienziati. Per
la cronaca di allora: il 10 luglio 1976 l’esplosione di una valvola
di sicurezza allo stabilimento chimico dell’Icmesa di Meda
(proprietà Hoffmann-La Roche) provocò la fuoriuscita di un’immensa
nube tossica di diossine che investì in particolare il comune di
Seveso in Brianza. Più recentemente uno studio epidemiologico - poco noto se non agli addetti ai lavori -
realizzato dal team di Andrea Baccarelli dell’Università degli
Studi di Milano in collaborazione con i ricercatori della Harvard
School of Public Healt di Boston - pubblicato nel 2008 sulla rivista Plos
Medicine - documenta come gli effetti di quell’avvelenamento siano
ancora riscontrabili nei neonati partoriti da mamme che all’epoca
erano bambine. Quello che la ricerca scientifica non ha ancora
accertato e che i famigerati bidoni di diossine (1.600
tonnellate di “prodotti clorurati”) sono stati occultati e
bruciati nell’inceneritore Montedison (nel 1982 Montepolimeri) di
Mantova col favore e la copertura dello Stato italiano che intendeva
addirittura affondarli in mare (esistono riscontri ufficiali in sede
Ue).
“Caro
sindaco, prima di morire devo dirlo a qualcuno: nell’inceneritore
abbiamo smaltito la roba di Seveso” così parlò nel 2002 un anziano ex operaio della Montedison.
A
Mantova i danni sanitari non sono stati mai volutamente acclarati. Basterebbe
un’indagine epidemiologica per accertare una verità inconfessabile dello Stato italiano.
A
Seveso i bimbi delle madri che vivevano nell’area contaminata
risultano infatti, “sei volte più della media, a rischio di
alterazioni della tiroide”. «Una diminuzione delle funzioni
tiroidee - ha spiegato il dottor Baccarelli - che può determinare in
qualche caso diminuzione dell’accrescimento corporeo e dello
sviluppo cerebrale. Non sappiamo con quali possibili effetti sulla
salute».
Beata
disinformazione - «Siate calmi, non lasciatevi prendere dalla paura.
Non credete alle voci allarmistiche che alcuni fanno correre per
l’interesse politico» aveva tuonato nel ’76 il cardinale
Giovanni Colombo durante la messa celebrata a Seveso a pochi giorni
dallo scoppio. E ancora: «Sento nel mio cuore che l’ora della
consolazione è molto più vicina di quanto non prevedano quei
sapientoni che non ne sanno molto più di noi sulla diossina». Ed il
parroco di Seveso: «La madonna ha steso un velo sulla chiesa per
salvarla, come pure gli oratori, che sono rimasti fuori dalla zona
inquinata». Perfino gli esperti dell’istituto Mario Negri, avevano
deciso che il rischio era minimo dichiarando che “esiste un livello
accettabile di diossina nella misura di 5 microgrammi per ettaro”.
Dichiarazioni
pazzesche di cui i bambini che allora non erano ancora nati scontano
adesso gli effetti. Come se niente fosse, infatti non vale il
principio di precauzione e la Convenzione europea di Aarhus, si
autorizza il gruppo industriale Marcegaglia (specializzato tra
l’altro in ecomafie, come hanno accertato alcune indagini
giudiziarie che hanno portato all’incriminazione del patron Steno e
alla condanna penale del figlio Antonio, fratello di Emma) ad
impiantare illegalmente inceneritori, gran produttori di diossine
soprattutto nel Sud Italia, come è accaduto in Puglia (due impianti
grazie al beneplacito dell'ambientalista Vendola) ed in Calabria a Cutro.
Attualmente
sono note ben 210 i tipi di diossine, un veleno che persiste
nell’ambiente si accumula nell’organismo vivente. In particolare,
il tipo di diossina sprigionata dall’incidente dell’Icmesa, la
“2,3,7,8- tetraclorodibenzo-p-diossina” (TCDD), è la più
pericolosa in circolazione. È stata classificata dall’Organizzazione
mondiale della sanità come “cancerogena di prima classe”.
La
multinazionale farmaceutica elvetica deve risarcire la popolazione
di Mantova e dintorni. Cosa aspetta la magistratura ad aprire
un’inchiesta penale a carico dei proprietari del gigante svizzero?
Oppure esistono al mondo entità intoccabili che fanno stragi umane
impunemente?
PLOS
medicine - Neonatal
Thyroid Function in Seveso 25 Years after Maternal Exposure to Dioxin
http://img838.imageshack.us/img838/9716/journalpmed0050161.pdf
http://img838.imageshack.us/img838/9716/journalpmed0050161.pdf
Occupandomi professionalmente di ambiente ormai da moltissimi anni, sento spesso la popolazione di questo o di quel territorio devastato, come ormai da prassi, dall’inquinamento a scopo di lucro, invocare ricerche epidemiologiche, credendo di trovarci la verità. Ora, è indispensabile sapere che una ricerca epidemiologica appena decente richiede spesso decenni di rilevamenti accurati per potersi definire attendibile. Tempi inferiori possono dare, e spesso danno, indicazioni del tutto fuorvianti. Altra cosa da sapere è che forse nessuna disciplina in ambito medico è più facilmente taroccabile dell’epidemiologia. Così, se l’epidemiologo non dispone di dati assolutamente certi e completi (che provengono da fonti disparate, non tutte controllabili) o se viene pagato proprio dagl’inquinatori, il risultato sarà inevitabilmente fasullo.
RispondiEliminaCi sono, poi, istituti di cui io non mi fiderei per nessuna ragione al mondo. Uno di questi è il Mario Negri di Milano. Tanto per non citare che un episodio, Silvio Garattini che del Mario Negri è fondatore e direttore, l’anno scorso rifiutò d’incontrami a proposito delle mie analisi sui vaccini (io ero davanti alla sua porta insieme con un giornalista che aveva preso appuntamento) perché “si sa che Montanari è contro i vaccini.” Credo che solo la pietà impedisca un commento su qualcuno che viene definito “scienziato”.
Da ultimo, lasciate stare il clero quando si parla di scienza o anche solo di Medicina pur se scienza a rigor di termini non è. Anche Manzoni, cattolicissimo, non è tenero verso il cardinale Borromeo che organizza una megaprocessione per contrastare la peste a Milano, in quel modo diffondendo e moltiplicando l’infezione. Tutto il rispetto per i preti, ma solo se parlano di religione.
Ben detto! Confermo in toto.
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