4.9.12

IDROCARBURI: LE FACILITAZIONI DI VENDOLA

Candela,  turbogas Edison.
di Gianni Lannes
 
Coltivazioni di idrocarburi: semine ed aratri, però, non c'entrano un fico secco. Elementare Watson. In Puglia da quando nel 2005 è asceso al trono il governatore “ambientalista”, le trivelle in mare e sulla terraferma sono spuntate, addirittura in aree archeologiche, parchi naturali, pregiate aree agricole, zone altamente sismiche e sottoposte a dissesto idrogeologico. Basta fare lo slalom nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia (Burp) e del Ministero dello Sviluppo Economico per riportare a galla le amnesie dello smemorato di Terlizzi. Allora, piedi per terra a solcare il territorio e prove alla mano per smascherare l'aspirante primo ministro. I dati ufficiali attestano che attualmente 3.401,34 kmq del territorio pugliese (di cui 1.485,74 kmq nella sola provincia di Foggia) sono stati concessi per lo sfruttamento petrolifero. Il governatore non ha risparmiato neppure le zone sacre a Federico II di Svevia (“Puer Apuliae”). E se la caccia al petrolio amaro non basta, sono già pronti i progetti per i parchi eolici off shore: buoni a violentare il mare Adriatico dalle Tremiti al Gargano, fino a Margherita di Savoia e Barletta.

Via libera - L'ultimo pezzo di carta in materia della Regione Puglia, seppure non aggiornato, vanta un titolo disarmante “Rapporto Coltivazione Idrocarburi”. E attacca così: «Titoli vigenti su terraferma. Concessioni di coltivazione idrocarburi (tutte in province di Foggia): Candela (331,90 kmq), Lucera (155,86 kmq), Macchia Di Pierno (83,19 kmq), Masseria Acquasalsa (41,22 kmq), Masseria Grottavecchia (53,26 kmq), Masseria Petrilli (118,28 kmq), Masseria Spavento (94,78 kmq), Melanico (59,14 kmq), Monte Vrecciaro (31,84 kmq), Pecoraro (40,87 kmq), Sedia D'Orlando (4,22 kmq), Tertiveri (157,59 (kmq), Torrente Celone (79,80 kmq), Torrente Vulgano (41,75 kmq), Valle del Rovello (37,49 kmq)». Il documento regionale, inoltre, evidenzia tre province sottoposte alla caccia indiscriminata delle risorse sepolte nel sottosuolo (Lecce, Taranto, Foggia) e fa riferimento ai «Permessi di ricerca: Manduria (959, 40 kmq), Massafra (956,20 kmq), Posta Nuova (154,55 kmq)». Infine, le autorizzazioni - tra permessi di ricerca, concessioni di coltivazioni e nuove proroghe - indicano ben 12 «Intese rilasciate (3 da Fitto e 9 da Vendola, ndr)». 
 
Capitanata, pozzo Eni.


Rapina coloniale - Non è tutto: ecco inauditi sconti (niente valutazione di impatto ambientale) e doni a profusione in tempi di vacche magre. Si parte da un omaggio alla società Gas Plus per sottrarre ingenti quantitativi di gas dalle viscere di Lucera, ad un tiro di schioppo dalla città. La delibera di Giunta Regionale numero 230 del 26 febbraio 2008 recita: «... la Giunta udita la relazione e la conseguente proposta dell'Assessore Losappio... A voti unanimi delibera di esprimere il proprio assenso alla proroga della vigenza della concessione di coltivazione idrocarburi. Firmato il Presiedente della Giunta On. Nichi Vendola». Molto onorevole anche senza bivaccare in Parlamento? Il gruppo Gas Plus è il quarto produttore italiano di gas naturale (fonte AEEG) dopo Eni, Edison e Shell Italia E&P. È inoltre attivo nei principali settori della filiera del gas naturale, in particolare nell’esplorazione, produzione, acquisto, distribuzione e vendita sia all’ingrosso sia al cliente finale e nel trasporto regionale. Un lancio dell'Agenzia Asca (14 maggio 2012) riferisce che «Gas Plus accelera sulla redditività e archivia il primo trimestre con un risultato netto di 8,2 milioni rispetto al pareggio dello scorso anno a fronte di un ebit a 14 milioni contro 0,8 milioni del 2011 mentre i ricavi si attestano a 117 milioni dai 280 del 2011». Morale: ai lucerini neanche le briciole di una risorsa che giace sotto la loro terra. Neanche la miseria di un lavoro in nero. E ancora. Un'altra delibera della giunta Vendola (numero 1871 del 7 ottobre 2008), rivela che «... In conformità a detto accordo il Ministero dello Sviluppo Economico con nota n. 16931 del 12.10.07, ha trasmesso l'istanza con la quale la Società ENI SpA ha chiesto la proroga quinquennale della concessione di coltivazione idrocarburi "CANDELA", situata in territorio della provincia di Foggia per 330,19 Kmq e di Potenza per 1,71 Kmq. Dal giacimento ivi presente si sono prodotti a partire dal 1965 sino a fine 2007, 21,7 Miliardi Smc di metano, di questi circa 1,8 Miliardi nell'ultimo quinquennio. Le riserve residue in posto presenti nelle due parti di giacimento, caratterizzate in funzione della composizione della mineralizzazione una a gas "dolce", area Nord-Ovest, e l'altra a gas "povero", area Sud-Est, sono stimate in circa 15 Miliardi di Smc. A seguito del Nulla Osta del Ministero Sviluppo Economico prot. n. 10270 del 13.06.2006, i gas estratti nelle due aree sono trattati cumulativamente nella centrale "Candela" e la miscela consegnata alla Centrale Termoelettrica EDISON, in subordine nei periodi di fermo di detta centrale il gas qualitativamente idoneo viene immesso nella rete metanifera nazionale. L'ulteriore proroga quinquennale richiesta consentirà: la prosecuzione dell'attività di produzione con la valorizzazione di altri 1,8 Miliardi Smc; l'ultimazione della posa in opera del collettore da 18"; l'ultimazione dei lavori di adeguamento della centrale di trattamento "Candela"; la perforazione del pozzo "Palino 39 dir", subordinata ai risultati di produzione ottenuti dai nuovi pozzi. Detti lavori ed il differimento della perforazione erano già previsti dal programma approvato per il periodo di proroga in scadenza. L'UNMIG - Ufficio F7 con nota 4329 del 26.9.07 ha comunicato che la Società ha adempiuto sostanzialmente agli obblighi derivanti dal programma lavori assentito per la proroga in riferimento ed espresso il proprio parere tecnico favorevole. Il Settore Ecologia Regionale, con nota n.9423 del 30.6.08 ha stabilito che le attività a farsi non vanno assoggettate a procedura di VIA. L'Autorità di Bacino della Puglia con nota n.7090 del 17.07.08, ha comunicato che i lavori programmati per il quinquennio di proroga richiesto 2008-2013 (differimento della perforazione del pozzo "Palino 39 dir"; il completamento del collettore di vettoriamento del gas "povero"; revisione del modello di giacimento) sono stati già autorizzati dalla stessa Autorità con nota n.1333 del 14.3.06, per cui esprime parere di conformità al PAI a condizione che non si mutino le condizioni di posa del metanodotto. Le limitazioni contenute nella Delibera G.R. n.1793 del 30.11.04, con la quale è stata rilasciata formale intesa alla concessione della precedente proroga, si ritiene che possano essere superate attesa la conformità al PAI degli interventi a farsi e l'assenza di vincoli ambientali, e tenuto conto che, nel periodo chiesto, si valorizzeranno ulteriormente gli idrocarburi...». Al braccio destro di Vendola, l'assessore Michele Losappio è sfuggita la seguente dichiarazione: «Non è la prima volta che rilasciamo autorizzazioni di questo tipo., utili e necessarie per lo sviluppo di questo settore». Conferma Gianni Pitta, ingegnere del gruppo Pitta: «Nella nostra non sono pochi i pozzi, alcuni già tappati, altri ancora in uso. Dopo l'apertura - assicura il tecnico - possono essere utilizzati per lungo tempo, quasi fino all'esaurimento. A quel punto, si possono tappare oppure lasciare a società minori, che trasportano il gas su carri bombolai. Questo perché per le grandi società, come l'Eni quando si avvicinano all'esaurimento non sono più convenienti». Così entrano in gioco le società in odore di ecomafie come l'Agecos Spa (dei fratelli Bonassisa), con sede a Paterno in provincia di Potenza, base logistica a Troia (Foggia) ma operatività in Italia e all'estero. I germani Bonassisa, Rocco e Maurizio - secondo quanto accertato dal Noe carabinieri di Bari e dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno inquinato il fiume Cervaro (nei pressi di Castelluccio dei Sauri) occultando circa 500 mila tonnellate di rifiuti pericolosi nell'alveo del corso d'acqua. Malgrado il grave danno ambientale e sanitario, la Regione Puglia ha concesso alla società Elce Energia (del clan Bonassisa), l'autorizzazione a realizzare impianti eolici. Ultime di cronaca. Il 12 ottobre 2011 la società Medoilgas Italia S.p.A., titolare della concessione di coltivazione per idrocarburi liquidi e gassosi “Torrente Celone”, ha presentato la domanda di attivazione procedura di verifica di assoggettabilità a VIA presso il settore Ambiente della Provincia di Foggia per il Progetto denominato “Masseria Sipari 1 Dir”. Il progetto in esame consiste nella perforazione (a 1.261 metri di profondità dal piano campagna) del prospetto esplorativo denominato “Masseria Sipari”, nel quale si presume la presenza di idrocarburi gassosi, mediante l’esecuzione del pozzo denominato “Masseria Sipari 1 Dir”, 5 chilometri a sud dal capoluogo provinciale.

Nichi non a caso il 23 gennaio 2010 ha aperto la sua campagna elettorale a Monopoli, coadiuvato dalla collaudata ditta assessorile Losappio & Introna. «Qualunque ritorno a una idea antica di crescita economica fondata sullo stupro ambientale da noi sarà rigettata con fermezza e determinazione… Il nostro petrolio sono i giovani, sono i ricercatori, sono i talenti». Soltanto parole, perché i fatti e le omissioni sono di tutt’altro segno. Il giorno che Vendola deve aver rimosso particolarmente dalla sua memoria è quello del 12 febbraio 2008, quando la Giunta Regionale Pugliese da lui presieduta, si riunisce e delibera (nella stessa seduta) ben 6 provvedimenti a favore dello “stupro ambientale” per usare le espressioni vendoliane, tanto care agli adepti del Sel ed ai fans di “Pugliamo l'Italia”. Le delibere (datate 12 febbraio 2008) sono le seguenti: numero 131 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Fiume Bradano”; numero 132 Piano Regionale Attività Estrattiva – Proroga termini prosecuzione attività estrattiva; numero 133 Concessione di coltivazione idrocarburi “Torrente Celone” Istanza variazione integrativa programma lavori; numero 134 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Monte Carbone”; numero 135 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Manduria”; numero 136 Istanza permesso di ricerca idrocarburi “Massafra”. In tutti e sei casi la “Giunta Vendola delibera di esprimere il proprio assenso” su relazione dell’Assessore all’Ecologia, Prof. Michele Losappio. Quattro delibere (131, 134, 135, 136) si riferiscono ad Istanze di permesso di ricerca idrocarburi: in pratica sono casi gemelli di quello della famosa lettera “smarrita”. In questo caso la Regione non ha perso nulla e ha dato il proprio assenso ai campi petroliferi (in terraferma) denominati “Manduria”, “Massafra”, “Fiume Bradano” e “Monte Carbone”. Quest’ultimo (delibera 134) si riferisce ad una zona a cavallo tra le province di Bari, Taranto e Matera (Basilicata) ed interessa i comuni pugliesi di Altamura, Santeramo, Laterza e Ginosa; prevede entro tre anni lo scavo di un pozzo esplorativo della profondità di 4 mila metri. Sotto il coperchio “Manduria” (delibera 135), che interessa una zona di 959,40 Kmq, ci sono 30 comuni, quasi tutti ricompresi nel versante orientale della Provincia di Taranto, capoluogo incluso (Manduria, Maruggio, Avetrana, Crispiano, Statte, San Giorgio, Monteiasi, San Marzano, Sava, Grottaglie, Carosino, Monteparano, Torricella, Lizzano, Faggiano, Rocca Forzata, Fragagnano, Montemesola). Tra i Comuni di Brindisi e Lecce vi sono San Pancrazio Salentino, Francavilla Fontana, Oria, Villa Castelli, Erchie, Torre S. Susanna, Porto Cesareo, Salice Salentino e Nardò. Sotto il titolo “Massafra” (956,20 Kmq da esplorare) per un investimento di oltre 6 milioni di euro, i comuni interessati sono 14 distribuiti tra le province di Bari, Taranto e Matera ed includono Ginosa, Laterza, Altamura, Santeramo, Acquaviva, Gioia, Castellaneta, Mottola, Palagianello e Palagiano. La delibera 133 si riferisce ad un’area che dista appena 6 chilometri a sud est di Foggia (torrente Celone). E' noto: Nicola Vendola è rispettoso delle legalità. Infatti, la delibera numero 132, controfirmata come sempre dal segretario della Giunta, Romano Donno, «proroga a proseguire l'attività estrattiva in assenza dell'atto formale di autorizzazione». La lettura degli atti amministrativi dell'ex California d'Europa è illuminante. Nell’occasione, il Vicepresidente del Consiglio regionale, Luciano Mineo e il Consigliere regionale Paolo Costantino (Ds), dichiararono: «L’annuncio di questi investimenti corposi è un dato positivo in sé, la Puglia potrebbe addirittura configurarsi a nuovo Texas d’Europa anche se questi sono solo dati futuribili, peraltro relativi a fonti fossili di incerta entità ed esistenza. L’eventuale scoperta di giacimenti fossili può aprire nuovi scenari».

In mare - Il Governo Berlusconi e poi quello Monti hanno concesso permessi per prospezioni idrocarburi al largo della Puglia: dal parco marino delle Isole Tremiti al Mar Jonio. La zona di mare antistante Monopoli è già interessata da una trivellazione dell’Eni risalente all’anno 2006 (su cui Vendola non ha fiatato, forse perché regnava Romano Prodi); a fianco della quale si sommano le zone soggette alle indagini della Northern Petroleum. Nel procedimento autorizzativo ci si addentra in numerose zone d’ombra. La nota di protocollo del 5 gennaio 2009, infatti, testimonia in entrata al Comune di Monopoli la lettera della Northern Petroleum per la trasmissione della «documentazione tecnica relativa alla procedura di valutazione di impatto ambientale». Ricevuta e protocollata. Il documento è stato inviato anche ai Comuni di Mola, Polignano, Fasano, Ostuni, Carovigno, Brindisi e Bari, nonché alla Regione Puglia. Nel tempo utile nessun opposizione è stata inviata al Ministero dal Governo regionale. Infatti, nel decreto 1349 del Ministero dell’Ambiente, attuato con quello dei Beni culturali (Ministri Prestigiacomo e Bondi, datato 15 ottobre 2009) che conferisce alla Northern Petroleum l’autorizzazione alle indagini sottomarine, è espressamente scritto che «non è pervenuto (dopo un anno, ndr) il parere della Regione Puglia da rendersi ai sensi dell’articolo 25 comma 2 del decreto legislativo 3 aprile 2006 numero 152 come modificato dal dlgs del 16 gennaio 2008 n. 4». A tempo quasi scaduto, con le incombenti elezioni regionali dell'anno 2010, Vendola fu costretto - per salvare la faccia - a presentare un inutile ricorso al Tar del Lazio. Mentre il sistema di potere decideva di ridurre anche l'Adriatico meridionale ad un colabrodo nero, il divino Nichi cosa faceva? Nel 2004 Vendola era impegnato nella Camera dei Deputati. Precisamente dal 20 giugno 2001 al 3 maggio 2005 ha fatto parte della VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) dal 20 giugno 2001 al 3 maggio 2005. La commissione svolge attività legislativa, di indirizzo, di controllo e conoscitiva in ambito ambientale. Dal 2005 Vendola è governatore della Regione. Il primo permesso di ricerca è stato conferito il 21 giugno 2007 (aree F39 ed F 40). Allora?

Inquinamento legalizzato - Meglio non far sapere nulla, come sempre. Trattano la popolazione locale peggio di carne da macello. Le attività di perforazione ed estrazione, in particolare dell'Eni, dell'Edison e della Medoil Gas - in base ai riscontri segreti delle stesse aziende - hanno provocato l'inquinamento del sottosuolo di Capitanata, in particolare delle falde acquifere da cui attingono ignari contadini e pastori per dissetare il bestiame e le colture agrarie. Basta esplorare la pianura tra Ascoli e Candela per rendersi conto dei danni. Nella Daunia non è stata mai realizzata un'indagine epidemiologica, eppure i resoconti di ospedali, medici di base e specialisti sanitari, segnalano da oltre un lustro numerose patologie tumorali e malformazioni neonatali tra i 650 mila residenti. In compenso sia la Regione che la Provincia hanno sfornato valutazioni di impatto ambientale, totalmente accomodanti per chi rapina le risorse della terra e attenta impunemente alla vita. Ho chiesto lumi direttamente a Vendola, ma il sedicente “poeta” non risponde: è perennemente indaffarato nei salotti tv a profferire il verbo del terzo millennio. Risorse predate e portate altrove, in cambio di malattie e povertà dilagante. Altro che royalties: i silenti autoctoni pagano le bollette del gas alla società francese Edf, dopo aver sborsato quattrini sudati per anni all'Italcogim (con sede legale a Milano). Quanti sono i pozzi attivi e quanti quelli dismessi? La Regione ha mai effettuato controlli? Non è dato sapere. Fatto sta che il presidente Vendola, sotto sotto, ha ipotecato metà del Tavoliere. Nell'altra metà ha consentito la realizzazione illegale di un inceneritore della Marcegaglia (Manfredonia), due mega-centrali turbogas (Ascoli Satriano, San Severo), discariche infinite (soggette ad ampliamenti per accogliere la spazzatura della Campania) senza contare 9 milioni di metri cubi di discariche per rifiuti speciali nella sola provincia di Taranto e una miriade di impianti eolici e fotovoltaici (la maggiore concentrazione d'Italia) di proprietà - in gran parte - di alcune potenti banche, mascherate con società a responsabilità limitata. Maria Rita D'Orsogna, l'esperta abruzzese che vive e lavora negli Usa non ha dubbi. «Le nuove pratiche per estrarre il gas - il fracking - sono pericolose, perché come abbiamo detto più e più volte occorre iniettare enormi quantità di acqua e sostanze chimiche sottoterra per fratturare la roccia che contiene il gas. Un solo pozzo produce 4 milioni di litri d'acqua di scarto, spesso saturi di sali corrosivi, sostanze carcinogene come il benzene e radioattive come il radio, anche lui carcinogeno. Alcune di queste sostanze sono naturalmente presenti sottoterra e il fracking li mescola all'acqua di scarto, altre invece vengono immesse artificialmente dall'uomo nelle miscele perforanti». L'Environmental Protection Agency rileva che i pericoli e i rischi associati al fracking sono maggiori di quanto si credesse. «La radioattività del materiale di scarto arriva anche ad essere 1000 volte superiore a ciò che prevede la legge e non c'è nessuna garanzia che i depuratori eliminino totalmente gli scarti, così molta di quell'acqua torna a circolare in natura con dentro tracce di materiale radioattivo». Secondo la D'Orsogna «è impossibile vivere vicino a terreni dove si estraggono idrocarburi. Le esalazioni fanno ammalare ed uccidono».
 
Bollettino Ufficiale delle Regione Puglia - BARI, 29 AGOSTO 2006

Bollettino Ufficiale delle Regione Puglia - BARI, 4 MARZO 2008

Bollettino Ufficiale delle Regione Puglia - BARI, 12 MARZO 2008

Bollettino Ufficiale delle Regione Puglia - BARI, 12 GIUGNO 2008

Bollettino Ufficiale delle Regione Puglia - BARI, 22 OTTOBRE 2008

Rapporto Coltivazione Idrocarburi

Capitanata, rapina Eni.

Capitanata, rapina Eni.

Capitanata, rapina idrocarburi Eni.

Eni, inquinamento ambientale i Capitanata.











10 commenti:

  1. Vendola può a ragione competere con i suoi "compagni di merenda" lucani. Aspettiamo che la sua bella faccia di ca@@o, con tanto di orecchino e parlar forbito...faccia da sponsor all'ENI.
    Non solo MISERABILI LUCANI, ma anche MISERABILI PUGLIESI, una jam session Appulo-Lucana...come ai vecchi tempi dei TRENINI.....
    http://agnesepozzi.blogspot.it/2012/08/miserabili-lucani.html

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  2. Mi sovviene alla mente quell'attorucolo lucano, che si è penosamente venduto all'Eni e più recentemente ha chiesto scusa alla Basilicata. Che schifo!

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  3. Manca l'ultimo permesso a Torremaggiore, vicino San Severo (FG) dove c'è una turbogas riconducibile al Gruppo Techint. Il ministero al sottosviluppo ha già autorizzato un gasdotto da Torremaggiore a Larino, in Molise, dove è anche attiva una turbogas.

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  4. Grazie del suggerimento, ma non avevo dimenticato la situazione di Torremaggiore e dintorni che sarà trattata a parte. Infatti, in loco esiste anche un progetto per un inceneritore di rifiuti presentato dal gruppo Falck di Milano. E purtroppo, tanto altro ancora!

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  5. Ottimo articolo. Solo una piccola precisazione. Salice Salentino, Porto Cesareo e Nardò non sono in provincia di Brindisi ma di Lecce. Inoltre vorrei capire se il riferimento in fine articolo alla fratturazione idraulica, tecnologia perniciosissima come Maria Rita D'Orsogna va ripetendo da anni) è stato casuale, o ci sono piani per introdurla anche in Puglia (orrore).

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  6. Infatti nel testo dell'inchiesta è chiaramente specificato: "Tra i Comuni di Brindisi e Lecce vi sono San Pancrazio Salentino, Francavilla Fontana, Oria, Villa Castelli, Erchie, Torre S. Susanna, Porto Cesareo, Salice Salentino e Nardò". Ergo: nessuna confusione sui confini amministrativi delle due province pugliesi. Fracking? Niente accade per caso alle latitudini vendoliane. Meditate...

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  7. peccato che le competenze siano statali. http://www.csun.edu/~dorsogna/nodrill/NorthernPetroleum_D.149.DR.NP/OSSERVAZIONI_d149_Colucci.pdf http://news.websoul.it/Cronaca/3100/Pugli
    a%3A+il+Ministero+dell%26rsquo%3BAmbiente+autorizza+le+trivelle+Northern+Petroleum+%28La+voce+dell%26%23039%3BEmergenza+-+il+Blog%29.htm
    http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=17126 http://www.monopolitube.it/politica/6928-il-no-della-regione-alle-trivelle-esulta-il-no-petrolio.html?fontstyle=f-larger http://www.greenstyle.it/petrolio-alle-tremiti-nicastro-clini-autorizza-le-trivelle-11318.html

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  8. scusa avevo letto letto male. Ancora complimenti per l'analisi coraggiosa.

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  9. Notoriamente, in punta di diritto, la competenza in materia sulla terraferma è della Regione, mentre in mare spetta allo Stato (la Regione esprime un parere)! Vendola con azioni e omissioni opportune si è dato da fare, violando, oltretutto la Convenzione di Aarhus. Ho parlato qualche giorno fa con persone residenti nelle province dove il governatore Vendola ha rilasciato le autorizzazioni alle multinazionali dell'oro nero e nessuno, ma proprio nessuno sapeva del misfatto.

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  10. ...e infatti il post http://agnesepozzi.blogspot.it/2012/08/miserabili-lucani.html lo scrissi proprio per quel pappa-Leo che oggi però...nell'ultimo lancio pubblicitario dell'ENI "iperself" non mostra più la sua faccia da ebete lucano. Speriamo che si vergogni almeno un po' anche se non mi risulta abbia chiesto scusa a nessuno. Se l'ha fatto..non serve, perché perfino i suoi concittadini di Lauria...gli battono le mani, invece di tirargli uova marce. C'est la Lucanì...

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