foto Gilan |
Sono
orfano di madre fin da bambino. Avevo 7 anni quando lei mori'. E'
stato per me il vuoto assoluto, il panico totale, il dolore piu'
grande, la paura senza limiti, la sofferenza incommensurabile. Era
impossibile che da un giorno all'altro, improvvisamente, lei non ci
fosse piu'. Ogni volta che tornavo a casa mi illudevo di ritrovarla,
di rivederla li', col suo sorriso solare, nello studio di mio padre,
intenta a preparare una lezione. Tutte le sere prima di addormentarmi
spalancavo gli occhi nel buio per scrutare la stella piu' splendente,
sicuro di trovarla accanto per raccontarmi una storia e rassicurarmi col suo calore materno. Per me non era morta: ai miei amici
raccontavo che era lontana per curarsi. Poi col tempo ho smesso di
parlarne e di pensare cosi' intensamente a lei. Non volevo piu'
soffrire. Chi mi amava non c'era piu'. Ed io non volevo amare piu'
nessuno, non per vendetta ma per sopravvivere. Se ora riesco a
chiudere gli occhi e a scriverne e perche' ho capito che prima o poi
il dolore implacabile ritorna e non bisogna opporgli resistenza. Oggi ho accettato quel destino per avermela strappata via quando ero
piccino. Adesso penso all'immensa fortuna di quanti bambini una madre
ce l'hanno, viva, accanto a loro. Sapere che esiste e rientrando
poterle dire: “mamma sei in casa?”. E tirare un sospiro di
sollievo col cuore in gola dopo che ha risposto con un abbraccio. L'ultimo gesto di mia madre prima di
andarsene per un viaggio senza fine fu di accarezzarmi il viso
bagnato di lacrime. Allora il mio cuore era in fiamme, sul punto di scoppiare. Avevo sette primavere. Quale puo' essere il
dolore di un figlio che perde la madre? Io la rivedo sempre nei colori dell'arcobaleno e nella danza di una farfalla.
Gilan
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