di Gianni Lannes
Sono tra noi e potrebbero esplodere in qualsiasi momento. Un solo ordigno potrebbe disintegrare una
città come Brescia o Milano. Le bombe atomiche B61-12, che sostituiranno le
attuali B-61 schierate dagli Usa in Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia,
in palese violazione del TNP, rappresentano - nelle intenzioni del Pentagono -
«un chiaro segnale di deterrenza a qualsiasi potenziale avversario, che gli
Stati uniti posseggono la capacità di rispondere da basi avanzate alla
escalation».
Anche nell’ultimo piano di guerra nucleare del Pentagono, il
cosiddetto «Nuclear Posture Review 2018», validato di recente dalla White House,
l’Italia è il primo avamposto contro la Russia. Dal 2021 - specifica il
Pentagono - le B61-12 saranno disponibili anche per i caccia degli alleati, tra
cui i Tornado italiani PA-200 del 6° Stormo di Ghedi (con piloti italiani dell'AMI che da decenni si addestrano in Sardegna e Friuli Venezia Giulia allo sganciamento degli armamenti nucleari). Ma, per guidarle
sull’obiettivo e sfruttarne le capacità anti-bunker, occorrono i caccia F-35A.
«I caccia di nuova generazione F-35A - sottolinea il rapporto del Pentagono - manterranno
la forza di deterrenza della Nato e la nostra capacità di schierare armi
nucleari in posizioni avanzate, se necessario per la sicurezza».
Non a caso Washington ha lanciato nel 2014 - sotto l’amministrazione
Obama - il maggiore programma di riarmo nucleare di tutti i tempi, dal costo
attuale di oltre 1000 miliardi di dollari.
«Il programma di modernizzazione delle forze nucleari Usa - ha
documentato Hans Kristensen della Federazione degli scienziati americani - ha
già permesso di realizzare nuove tecnologie rivoluzionarie che triplicano la
capacità distruttiva dei missili balistici Usa».
La finalità fondamentale della ristrutturazione bellica è quella
di acquisire «capacità nucleari flessibili», sviluppando «armi nucleari di
bassa potenza» utilizzabili anche in conflitti regionali o per rispondere a un
attacco (vero o presunto) di hacker ai sistemi informatici. La principale arma
di questo tipo è la bomba nucleare B61-12 che, conferma il suddetto rapporto,
«sarà disponibile nel 2020», ovvero prossimamente.
Come attesta la Federazione degli scienziati United States
of America, quella che il Pentagono schiererà nelle «basi avanzate» in Italia
ed Europa non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova arma con
una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, un sistema di
guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo, la capacità di
penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando.
La guerra fredda non è mai finita, mentre il belpaese privo
di sovranità e con governanti accucciati sotto la NATO e telecomandati dall’estero, è ormai ridotto peggio di una portaerei a stelle e strisce.
Riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna
2014.
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__italia-usa-e-getta-libro.php
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__italia-usa-e-getta-libro.php