5.5.17

IL GOVERNO ITALIANO APPROVA TRE GASDOTTI IN PUGLIA


di Gianni Lannes

Dopo le trivelle a riva di mare autorizzate con recente decreto apposito dal ministro Calenda, manca solo una centrale nucleare e un deposito di scorie radioattive per annichilire un'antica terra ed il suo mare alimentando il profitto di pochi a danno di tanti, incluse le future generazioni. Tabula rasa: la Xylella introdotta ad un convegno del Cnr nel 2010, sarà pur servita a qualcosa. Gli interessi speculativi internazionali hanno deciso di sfregiare per sempre la regione levantina contro la volontà popolare. Infatti, con decreto direttoriale della direzione generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche del Ministero dello sviluppo economico, datato 31 gennaio 2017, recante «Aggiornamento della Rete Nazionale dei Gasdotti», si dispone la pubblicazione dell'elenco aggiornato al 10 gennaio 2017, dei gasdotti facenti parte della Rete nazionale dei gasdotti.  I metanodotti elencati sono: IGI della Poseidon s.a. autorizzazione alla costruzione e all'esercizio in data 2 maggio 2011, che verrà collegato ad Otranto (Lecce); il TAP della TAP AG che verrà collegato a Melendugno (Lecce); EAGLE LNG che interconnetterà, tramite metanodotto di 110 chilometri di lunghezza ricadenti in mare e 18 chilometri in terraferma, un rigassificatore in Albania nella campagne di Torchiarolo in provincia di Brindisi. Tuttavia, il piano di sviluppo della rete energetica nazionale che approvvigionerà l’Europa devastando al contempo l'Italia, non è stato sottoposto alla necessaria valutazione ambientale strategica.

EAGLE LNG è attualmente in fase di progetto (ai sensi dell'articolo 36 della direttiva 2009/73/CE e dell'articolo 1, comma 17, della legge n. 239 del 2004), che permette ai soggetti proponenti di poter richiedere un'esenzione dalla disciplina che prevede il diritto di accesso dei terzi, ovvero dall'applicazione delle rispettive tariffe regolamentate, o da entrambe le fattispecie, nonché l'esenzione dalla disciplina relativa alla separazione dei sistemi di trasporto e certificazione dei gestori dei sistemi di trasporto. Nel «Piano decennale di sviluppo delle reti di trasporto di gas naturale 2015-2024», predisposto da Snam Rete Gas S.p.A., la suddetta società in merito al progetto EAGLE LNG si dichiara «predisposta per attuare le misure necessarie a favorire il loro collegamento alla rete nazionale, allorquando lo stato di avanzamento dei rispettivi progetti prefiguri un effettivo impegno alla loro realizzazione».
Il 19 luglio 2016 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato, su proposta della Commissione, una decisione concernente una proposta volta a definire l'elenco dei progetti di infrastrutture energetiche della Comunità dell'energia. La proposta contiene un elenco di progetti attualmente in corso di esame da parte delle istituzioni della Comunità dell'energia, che potrebbero potenzialmente diventare progetti di interesse per la Comunità dell'energia (PECI). Nell'elenco dei progetti d'interesse comune (Pmi) vi è anche: «EAGLE LNG e gasdotto». L'elenco definitivo della Comunità dell'energia è stato sottoposto al Consiglio ministeriale per decisione il 14 ottobre 2016.

Il 25 luglio 2016 il dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri invia alle Camere una relazione del 21 luglio 2017 del Ministero dello sviluppo economico dove si evince che il Governo ritiene che il progetto della EAGLE LNG non possa apportare benefici alla diversificazione degli approvvigionamenti gas in Italia. Eppure il progetto della EAGLE LNG risulta ancora nell'elenco della rete nazionale dei gasdotti. Eagle Lng è ancora presente nella lista dei gasdotti e arriverà in Puglia. Per il Pd non bastano gli inutili gasdotti Tap e Poseidon: confermando per l’ennesima volta l’assenza totale di visione, favoriscono ancora le fonti fossili, aumentando la nostra dipendenza dall’estero. I Governi italiani hanno previsto questo gasdotto sin dal 1 gennaio 2013, l’Unione Europea nel 2016 ha quindi incluso questo gasdotto tra quelli di interesse comune e a breve potrebbe inserirli in quelli definitivi da realizzare, esattamente come è avvenuto per Tap e Poseidon.
Il 3 dicembre 2008 Il Sole 24 ore scrive:

L'Italia sigla in Albania accordi per 2,2 miliardi. L'Albania diventa una fettina d'Italia. Dal punto di vista dell'energia. Ieri, durante la visita ufficiale di Silvio Berlusconi a Tirana sono stati firmati accordi nel settore dell'energia per 2,2 miliardi di euro. La siciliana Moncada costruirà una grande centrale eolica e una linea di alta tensione sotto il canale d'Otranto per importare in Italia la corrente ecologica; il gruppo metaniero molisano Falcione farà un rigassificatore e un metanodotto per portare in Puglia il gas sbarcato in Albania via nave. Progetti che fanno dell'Albania una grande risorsa energetica per l'Italia, e viceversa. Ma c'è anche l'Enel con una centrale a carbone sulla costa albanese, anch'essa da connettere con l'Italia. Tant'è che ieri a Berlusconi il premier albanese, Sali Berisha, ha detto di voler fare del Paese «una piccola superpotenza energetica dei Balcani» e di vedere «l'Italia come il primo partner dell'Albania nella cooperazione dell'energia nucleare». Secondo Berisha, l'Albania ha pronti progetti per investimenti italiani del valore di 3 miliardi, e il Governo vuole incentivare le imprese italiane a realizzare nuovi progetti, e soprattutto progetti con finalità energetiche e ambientali. Gli investimenti in energie rinnovabili (come nel caso delle centrali eoliche di Moncada) possono riscuotere i "certificati verdi" e i crediti di emissione previsti dal Protocollo di Kyoto. Molti sono i progetti incentivati nei Balcani dal ministero italiano dell'Ambiente. I contratti firmati ieri riguardano in particolare l'energia, ma coinvolgono anche la Colacem (per un nuovo cementificio del costo di 160 milioni) e Todini Costruzioni Generali (per la strada Levan-Dames del valore di 33 milioni). Qualche dettaglio. L'imprenditore agrigentino Salvatore Moncada ha sottoscritto con il ministro dell'Energia Genc Ruli l'impegno ad avviare entro un anno la costruzione della più grande centrale eolica mai progettata in Europa, per 500 megawatt, a Sud-Est di Valona, e di un cavo sottomarino da 500 megawatt per portare in Italia una parte di quell'energia (il rimanente sarà usato dagli albanesi). L'opera prevede una spesa di 1,015 miliardi di euro. La costruzione della centrale comporterà 500 assunzioni in Albania; la gestione ne assorbirà altre 100. Vale un miliardo il progetto firmato ieri da Edmondo Falcione per costruire il rigassificatore a Levan, nel sud del Paese. Il progetto di Falcione prevede la costruzione di un terminale per riportare allo stato gassoso il gas liquefatto importato via nave. Avrà la capacità di 8 miliardi di metri cubi l'anno, incrementabili a 12 (il consumo annuo italiano è di circa 83 miliardi). Il metano sarà in gran parte convogliato in Italia attraverso la posa di un nuovo gasdotto, e sarà in parte utilizzato anche per il fabbisogno albanese».

 Nel 2013 la Falcione Costruzioni di Campobasso ha presentato domanda di concordato preventivo al Tribunale locale. Nonostante il fallimento il distruttivo gasdotto va avanti. Perché la regione Puglia non si oppone? Emiliano è in letargo o ancora in campagna elettorale?


riferimenti:



 

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