di Gianni Lannes
E' una storia poco nota, anzi segreta, di cui mi
sono occupato nel mio ultimo libro di inchiesta, in materia di nucleare militare: ITALIA,
USA E GETTA. Dal 1960 al 1963 vennero schierati sulla Murgia, in Puglia e
Basilicata, in palese violazione della Costituzione italiana, per ordine del presidente Dwight David Eisenhower, coadiuvato dal suo vice Richard Nixon, tenendo
all'oscuro il Parlamento e la popolazione italiana, proprio come oggi con la guerra
ambientale a base di scie chimiche e bombardamenti elettromagnetici, a cui si
presta anche l'arma azzurra tricolore, ben 30 IRBM (missili balistici a medio
raggio) statunitensi PGM-19 Jupiter, organizzati in 10 siti di lancio, a
controllo misto Italiano - USA nell'ambito della 36ª Aerobrigata Interdizione
Strategica dell'Aeronautica Militare. Con un mastodontico ponte aereo furono impiantate nel già martoriato Mezzogiorno d'Italia, 30 testate nucleari per un totale di
43,5 Megaton. Una potenza gigantesca, che avrebbe potuto disintegrare lo
Stivale e l'intero Mediterraneo, Europa inclusa, equivalente a 3.500 bombe
atomiche simili a quella che nel 1945 distrusse Hiroshima. In questa landa meridionale dell'Italia, allora, si verificarono una
serie di gravi incidenti nucleari, poiché oltretutto tali dispositivi bellici top secret non erano
schermati dai fulmini, ma la popolazione venne tenuta all'oscuro di tutto, come
sempre. La sorveglianza esterna era affidata ai compiacenti carabinieri.
Ancora adesso le conseguenze sul territorio e sulla
popolazione non sono mai state valutate. Soltanto in seguito alla crisi di Cuba
(27 ottobre 1962), Kennedy, contro il volere del governo italiano che temeva di
perdere lo status di nazione atomica in Europa, in
contropartita a Nikita Krusciov, ordinò lo smantellamento in Italia e in Turchia
delle postazioni nucleari puntate contro l'Unione Sovietica. Poi negli anni '80 ci furono gli euromissili a Comiso. In ogni caso, l'Italia dal 3 settembre 1943 (venduta dai Savoia e da Badoglio con l'armistizio corto di Cassibile) è sempre più una colonia a stelle a strisce, dove la nocività ambientale è una strategia di dominio di un popolo cavia, ben sottomesso. Oggi, va anche peggio: i cosiddetti alleati, grazie all'ubbidienza dei fantocci governativi italidioti, in palese violazione del trattato di non proliferazione (TNP) hanno dislocato un arsenale nucleare da Ghedi e Aviano fino a Sigonella in Sicilia, ai piedi del vulcano attivo Etna. L'Italia, attualmente, non è in declino, ma proprio in agonia, grazie all'inerzia, anzi alla passività dei codardi italiani.
Ecco la traduzione di un rapporto segreto
declassificato redatto nel 1961 dopo una visita alla base, che descrive nel dettaglio
missili, impianti e situazione.
"Report
on Visit to Jupiter Sites in Italy", 18 September 1961, by Alan James,
Bureau of European Affairs, U.S. Department of State. Original classification:
secret.
Ho passato il giorno 15 Settembre a Gioia del Colle, la base
principale dei due squadroni italiani degli Jupiter, che dista 40 minuti di
macchina da Bari. Gioia è il centro del complesso Jupiter. A Gioia, un ex piccolo aeroporto della NATO, c'è il quartier generale del Comandante, Generale
di Brigata Grazziani, e il Vice Comandante, un Colonnello dell’US Air Force.
Qui i missili ricevono la manutenzione, armi e missili arrivano e partono via
mare. Qui c'è anche il Posto di Comando. C'è una lunga ma stretta pista
d'atterraggio usata regolarmente ma non frequentemente. Alla base di Gioia ci
sono anche le strutture amministrative statunitensi e italiane, gli alloggi
italiani, le strutture di supporto (di nuova costruzione) statunitensi,
commissario e cose del genere. Le strutture di supporto degli Stati Uniti non
sono attualmente utilizzate, per richiesta del Governo Italiano; fino alla
riduzione graduale della presenza statunitense, il nostro personale continuerà
ad usare le strutture di supporto a Taranto. Dopo, quando il personale
statunitense sarà stato ridotto, saranno usate le strutture di supporto a
Gioia. Il personale statunitense è acquartierato per la maggior parte a Taranto
circa 50 minuti di guida da Gioia. Come attestato da Home, la Forza Aerea desidera
costruire gli alloggi per gli americani e le loro famiglie a Gioia per
alleggerire un po’ la fatica del viaggio di un paio di ore ogni giorno e per
consolidare il personale statunitense così da poterlo raggiungere e radunare in
breve tempo in caso d'emergenza.
In un raggio da Gioia con distanze che vanno da 10 a 30
miglia ci sono 10 postazioni in ognuna delle quali stanno tre Jupiter. Ogni
postazione ad eccezione della 1, che è vicino a Gioia, ha un proprio sito
logistico di supporto. Ho visitato solo la postazione 9, ma suppongo che sia
tipica delle altre. Alcune postazioni sono localizzate su piccole colline,
altre in campo aperto, una è molto vicina alla linea ferroviaria, molte
vicinissime e visibili dalla strada. Crescono diversi alberi vicino alla
maggior parte delle postazioni, benché ci siano stati dei tagli dalla scorsa
stagione. I Carabinieri perlustrano sporadicamente i boschi e i campi
circostanti ma non esiste un pattugliamento regolare oltre la doppia
recinzione. Di notte il luogo è [illeggibile] con luci e dall’alto ogni
posizione può essere chiaramente individuata ed identificata.
Nessuna testata è attualmente stoccata a Gioia; tutte le
testate sono attualmente sui 30 missili e non ce ne sono di riserva per quanto
ne sappia. Ci sono, comunque, strutture per lo stoccaggio di testate a Gioia.
Ho visto la costruzione che non è a forma di igloo ma una struttura quadrata, a
non più di 200 yarde dalla pista di atterraggio. Mi sono detto che corrisponde
ai criteri della NATO come locazione, ma ho pensato che per sicurezza dovrebbe
essere più lontano dall'area di atterraggio. Mentre eravamo a Gioia 3 missili
non erano operativi a causa di necessità di riparazioni e uno per la
manutenzione ordinaria. Presumo (benché non sappia perchè che il sito che ho
visitato li aveva tutti e tre operativi) che quando un missile deve essere
rimosso dal sito, la testata debba essere rimossa e immagazzinata
temporaneamente in un edificio in cemento più o meno al centro di ogni
postazione. In ogni postazione si trovano due ufficiali della US Air Force e
due avieri americani. Loro prestano servizio per 48 ore di continuo e poi messi
in libertà. Gli Ufficiali sono Ufficiali di Autenticazione del Lancio (LAO) e i
soldati semplici sono custodi delle testate. I custodi (solo uno alla volta è
di servizio) stazionano in un punto dove si può osservare tutto il tempo che le
testate siano sui tre missili. E' tutto quello che facciamo quando le testate
sono montate; quando le testate sono rimosse bisogna naturalmente essere presenti
all’operazione. Le unità italiane in ogni posizione devono fare un giro di 8
ore ogni 24. Questo permette poca flessibilità per malattie o permessi, e gli
statunitensi hanno provato a persuaderli a fare in modo che le loro squadre
siano 4 piuttosto che 3. Un ufficiale italiano di grado Tenente Colonnello o
Maggiore è al comando di ogni postazione.
Le 10 postazioni sono collegate a Gioia da linee di terra e
microonde. A tutte le postazioni possono essere date istruzioni
contemporaneamente, Gioia è connessa allo SHAPE (comando centrale delle forze
NATO, all'epoca a Parigi, ndr) da circuiti di terra come con la radio. Secondo
ufficiali statunitensi, la comunicazione non è un problema serio, per lo meno
sulla loro linea. Ricevono le istruzioni di lancio dallo SHAPE, naturalmente,
ma se lo SHAPE fosse eliminato l'AFSOUTH (all'epoca comando delle forze NATO in
sud Europa, a Napoli, ndr) potrebbe trasmettere ordini. Un minuto e mezzo
dopo che l’ordine di lancio è stato ricevuto al Quartier Generale di Gioia, le
istruzioni per l'inizio del conto alla rovescia possono essere trasmesse alle
postazioni. Tutti i missili operativi devono essere pronti al lancio dopo un
conto alla rovescia di 15 minuti. In ogni caso il vicecomandante statunitense
stimava che solo il 60 % di questi missili poteva essere lanciato entro il
conto alla rovescia dei 15 minuti; il 20% entro altri 15 minuti e il resto, chi
lo sa?
Quando l'ordine di lancio viene trasmesso alle postazioni,
l’Ufficiale di Autenticazione del Lancio italiano inserisce una chiave e avvia
la procedura di lancio. Appena prima del completamento del conto alla rovescia,
l’ufficiale statunitense inserisce e gira una chiave. La chiave non è portata
al collo ma è custodita nella Postazione mobile trainata di Controllo del Lancio.
Gli ufficiali statunitensi hanno messo ben in chiaro che la chiave di lancio
statunitense non è il solo modo che abbiamo per controllare lanci non
autorizzati. Anche nel caso che il LAO statunitense fosse spraffatto e gli
fosse presa la chiave, ci sono molte cose che si possono fare al di fuori della
postazione mobile trainata per impedire il lancio del missile -- taglio
dell'ossigeno liquido, del carburante, energia ecc. Per il supporto tecnico gli
italiani sono molto dipendenti da noi. I dati di bersaglio tenuti nel Posto di
Comando a Gioia possono essere tenuti riservati. Inoltre, gli italiani non
sono, nell'opinione degli ufficiali statunitensi a Gioia, capaci di disporre il
lancio di un missile, anche se forse più avanti potrebbero sviluppare questa
capacità.
Varie
La produzione di sufficiente quantità di ossigeno liquido da
mantenere il rifornimento di carburante di ogni missile abbastanza elevato da
permettere il lancio del missile entro 15 minuti è il maggiore problema
operativo. Gli ufficiali statunitensi pensano di aver sistemato il problema,
comunque, rendendo operativo un impianto da 25 tonnellate di LOX (ossigeno
liquido) proprio la scorsa settimana.
Gli alloggi, come ho detto in precedenza, sono di critica
importanza. Il personale statunitense è disperso in tutto il circondario,
benché in genere concentrato a Taranto. Solo un ufficiale all'infuori del Vice
Comandante statunitense può essere raggiunto telefonicamente a Taranto cosicché
si è escogitato un sistema di staffette. Raggruppare un numero sufficiente di
personale statunitense per affrontare un’emergenza o un allarme richiederebbe
qualche ora. Quindi è molto importante avere alloggi per gli ufficiali e i
soldati e loro famiglie nella base di Gioia. Come evidenzia l’Ambasciata in un
dispaccio recente, è essenziale che se l'USAF costruisce alloggi per il nostro
personale a Gioia adempia all’obbligo che gli italiani ritengono abbiamo
assunto due anni fa e costruire alloggi anche per loro. Certo, ma solo circa
metà degli alloggi necessari per le famiglie italiane, è attualmente
disponibile alla base.
La carenza di personale italiano tra gli ufficiali inferiori
e nei soldati semplici è un problema serio. Il comandante, Grazziani, ha
ottenuto i pieni voti dagli ufficiali statunitensi. All'apparenza ha grinta e
motivazione e sta facendo un buon lavoro, E' anche assistito da abili
ufficiali. Gli istruttori italiani sono considerati competenti e alcuni proprio
al nostro livello. Tuttavia, la missilistica non sembra molto appetibile a
moltissimi ufficiali italiani, che sentono l'andare a Gioia come un esilio.
Considerazioni personali e di carriera hanno giocato un certo ruolo nel porare
alcuni ufficiali della IAF (forza aerea italiana) ed EM (?) alla conclusione di
non voler restare nel campo della missilistica. Perciò c’è una forte carenza di
personale che abbia capacità d'imparare. Come mi è stato fatto notare, le IAF
si sono molto assottigliate con la partecipazione ai programmi per lo Jupiter,
dei NIKE (missili superficie-aria) e degli F-104.
144-b - Mi è stato detto che nessun RD (?) è stato passato
agli italiani, né il distaccamento statunitense ha dato istruzioni di
comunicarne. Per quanto concerne la parte americana, l’accordo 144b farebbe
molto poca differenza per le capacità operative degli italiani. Sarebbe un po’
più conveniente se gli italiani fossereo capaci di assistere nel montaggio e
smontaggio delle testate e sarebbe utile averli in posizione tale da assolvere
a qualcuna delle funzioni degli statunitensi in caso di emergenze o incidenti.
In assenza dell'autorità per trasmettere RD, gli [illeggibile] statunitensi non
hanno potuto confermare o negare agli italiani la presenza di testate nucleari
statunitensi a Gioia. Questa è naturalmente una situazione anomala perchè gli
italiani sanno chiaramente che ci sono – si capisce dai nostri [illeggibile]
movimenti, in caso di incidenti, o preparazione per la gestione di incidenti
nucleari. Non ho idea se negare questa informazione bruci agli italiani; non ne
hanno parlato con gli ufficiali dell'USAF.
Segretezza - Non ha chiaramente nessun senso continuare a
classificare l'esistenza degli Jupiter e il loro posizionamento, ma il Governo
Italiano sembra voglia così, per ragioni politiche. Quando il Ministero degli
Esteri ha dato a me, al Senatore Pastore e al membro del Congresso Price il
permesso di visitare Gioia, ci fu sottolineato che il permesso era accordato a
condizione che non venisse fatta pubblicità.
Sicurezza - La guardia italiana prende le sue responsabilità
molto seriamente, direi che il mero atto della guardia è ben fatto. Comunque i
missili rimangono vulnerabili al sabotaggio. E’ possibile, benchè non proprio
realistico se si tiene conto dell’intensa attività dei Carabinieri nelle aree
adiacenti, che un sabotatore possa rovinare la pelle di uno degli uccelli con
un fucile. Un piccolo aereo veloce potrebbe entrare e fare qualche danno. Non
ci sono né NIKE né altre difese aeree nelle immediate vicinanze (comunque
sembra che ci sia qualcosa sulla costa.) Non ho idea di che grado di probabilità
ci sia che questo possa avvenire. La dispersione delle postazioni rende
certamente meno probabile che possano essere arrecati danni critici a molti
degli uccelli per mezzo di sabotaggio tanto da colpire seriamente la capacità
della brigata di portare a termine la sua missione. Per colpire tutte le dieci
postazioni sarebbe richiesta l’attività di un numero di persone elevato che i
Carabinieri potrebbero facilmente intercettare. Inoltre, un sabotaggio è piu
probabile che accada, presumo, in un momento di tensione elevata quando il
nemico ha la paura o il sospetto di un nostro lancio degli uccelli. Durante
questi periodi, i Carabinieri sarebbero scuramente incrementati, l’area ben
pattugliata e fornita la protezione aerea. In breve, noi e gli italiani stiamo
assumendo qualche rischio dall'aver satabilito le potaizioni dove sono ora, ma
è una cosa calcolata e non può essere così seria da danneggiare l’essenziale
utilità degli Jupiter così come l’abbiamo immaginata.
Jupiter come sistema - Credo che siano meglio di niente su
questo fronte. Come qualcuno ha già specificato, fanno ridislocare parte della
forza missilistica sovietica che deve coprirli. Quanto sia sostanziale quella
forza non ho idea, ma i 30 Jupiter sono largamente sparpagliati e direi che una
simile quantità di missili russi sarebbe abbattuta dagli Jupiter a Gioia.
L’Ambasciata ha ancora la tremarella per il telegramma del Dipartimento che ha
sollevato la possibilità di cancellare il programma Jupiter in Italia. Gli
italiani hanno preso una difficile decisione e dobbiamo essere molto attenti su
come o quando ritirarci dal programma Jupiter.
riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA, USA E GETTA, Arianna, Bologna, 2014.
riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA, USA E GETTA, Arianna, Bologna, 2014.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=italia+usa+e+getta
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=b+61
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