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I miei due grandi maestri non vantano una cattedra, ma rappresentano una scuola di vita quotidiana ricca di gioia e di meraviglia. Il più piccolo ha appena terminato le elementari, eppure entrambi nella realtà sono temeraria linfa vitale. Da
loro, nei momenti critici o di sconforto, ho appreso e comprendo il senso nobile della vita. Da bambini hanno perso
improvvisamente la mamma per un male incurabile; hanno così provato nell'età in cui si ha più bisogno della propria madre, il dolore più profondo; qualcosa che un adulto non potrà mai capire. Sono due timidi giganti
liberi, dalla nobiltà e forza d'animo incommensurabile. A volte mi prendono per mano e la loro tenerezza mi commuove, ma a loro nascondo sempre le lacrime. Questi due arcobaleni mi sorprendono in positivo continuamente, anche quando capita che mi fanno un pò arrabbiare. I loro insegnamenti
mi guidano negli attimi bui. Mia moglie, insegnante d'altri tempi, mi ha donato una preziosa
eredità di luce solare. A loro devo molto, sicuramente l'attuale mio essere meno selvatico e più aperto al dialogo. La fonte della mia poesia narrativa sgorga dalla loro cristallina esistenza. Il mio debito di riconoscenza verso questi due grandi maestri è immenso.
Gilan