concentrazione di Plutonio 239 e plutonio 240 |
mappa tratta da: Delfanti R., Schirone A., Conte F., Papucci C., Anthropogenic Radionuclides: distribution, mass-balance and future trends in the Mediterranean Sea ENEA, Marine Environment Research Centre, La Spezia, Italy. |
di Gianni Lannes
Oggi, mentre l'Italia certifica il fallimento economico a causa della distrazione annuale e della prigionia virale imposta dal governicchio grulpiddino del Conte smascherato, la Sogin, ovvero la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari nel Belpaese, ha pubblicato con appena 4 anni di ingiustificabile ritardo, la lista delle possibili zone in cui l’Italia dovrà costruire l'ennesimo deposito nazionale delle scorie radioattive. Inizia così, almeno sulla carta, una fase di consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, in cui le Regioni e gli enti locali possono formulare osservazioni e proposte tecniche. In realtà, i giochi speculativi sono stati decisi e conclusi da tempo. Ciò che i maggiordomi tricolore dell'Unione europea mandano in onda è il solito fumo negli occhi della popolazione, teso a mascherare sua pure maldestramente il contagioso affarismo, sulla pelle della gente sempre più ignara. Sono 67 le aree candidate ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Le aree sono collocate in Piemonte, Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia, Sardegna, e Sicilia. Il vero dramma eluso: lo Stivale, isole incluse, è stato trasformato proprio dalle autorità statali in collaborazione spesso con le ecomafie, in una gigantesca discarica nucleare, ormai insanabile. Per la cronaca documentata: più di 180 mila persone muoiono ogni anno in Italia a causa del cancro, provocato dall'inquinamento ambientale. Altro che nuovo coronavirus. Senza contare il pericolo nucleare degli arsenali atomici targati United States of America, presenti nello Stivale, in palese violazione del TNP e della Costituzione repubblicana italiana.
È quanto indicato nella Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee elaborata dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin), con il nulla osta dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. Il documento individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito che dovrà contenere in sicurezza le scorie italiane e nordamericane (stipate illegalmente alla Trisaia di Rotondella).
Le aree candidate non hanno lo stesso punteggio e sono divise per colore dove con il verde (scuro e chiaro) si identificano quelle più favorevoli, con il giallo quelle meno indicate e celeste per le isole sulle quali viene tenuto in considerazione il fattore del trasporto marittimo. Le aree verdi (scuro e chiaro), sono in totale 23:
8 in Piemonte tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo e così via);
2 in Toscana tra Siena e Grosseto (che comprendono i Comuni di Pienza, Campagnatico);
7 nel Lazio in provincia di Viterbo (comuni di Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Corchiano);
6 in Basilicata/Puglia tra Matera e Bari (Comuni di Altamura, Matera, Laterza e Gravina di Puglia).
Piemonte– In Piemonte sono 8 le aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. In particolare le 8 aree sono collocate tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Carmagnola, Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio; Bosco Marengo, Novi Ligure, Torino, Caluso, Mazzè, Rondissone, Castelnuovo Bormida e Sezzadio).
Sardegna– Le 14 aree della Sardegna sono collocate in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio) e nel Sud Sardegna (Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei e altri). Tutte e 14 le aree sono identificate con il colore celeste, e quindi meno idonee, per le quali viene tenuto in considerazione il fattore del trasporto marittimo.
Puglia e Basilicata – Le 17 aree sono collocate tra Potenza, Matera, Bari, Taranto (Comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso). Di queste 17 aree sono 6 quelle in zona ‘verde’, la cui candidatura è più favorevole (Comuni di Altamura, Matera, Laterza e Gravina di Puglia).
Lazio– Le 22 aree del Lazio sono collocate in provincia di Viterbo (nei comuni che comprendono i Comuni di Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano). Di queste 22 aree, però, quelle identificate con il colore verde, e quindi considerate più idonee, sono 7 (comuni di Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Corchiano).
Sicilia – Le 4 aree della Sicilia sono in provincia di Caltanissetta, Trapani e Palermo con i comuni di Calatafimi-Segesta, Petralia Sottana e Butera.
Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi.
L’Unione Europea (articolo 4 della Direttiva 2011/70) prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati. La maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi per mettere in sicurezza i propri rifiuti a bassa e media attività.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=cnapi
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=sogin
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=plutonio
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=moro%2Btnp
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.
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