30.6.17

VACCINI E MALATTIE: SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA




di Gianni Lannes

L'Italia non è una colonia e gli italiani non sono cavie dalla culla alla tomba. Dopo alcune sentenze di condanna dei tribunali italiani in materia di danni da vaccini, ignorate dai mass media, il 21 giugno scorso, mentre in Italia un governo senza consenso elettorale impone mediante il decreto legge incostituzionale numero 73 del 7 giugno 2017 (non ancora convertito in legge e  trasmesso al Senato con un giorno di ritardo, in evidente violazione dell'articolo 77 della Costituzione repubblicana italiana, ma già accompagnato da una circolare operativa datata 10 giugno 2017, firmata dal direttore generale del ministero insanità, tale Raniero Guerra, già membro del consiglio d’amministrazione della fondazione Glaxo Smith Kline), e gli esperti ufficiali a partire dalle associazioni mediche finanziate dai produttori di vaccino seguitano a propagandare la bontà dei vaccini tossici, cancerogeni e mutageni da inoculare forzatamente a neonati, bambini e adolescenti sani, la Corte di Giustizia europea ha sentenziato che 

«il difetto di un vaccino e il nesso di causalità tra questo difetto e una malattia possono essere provati con un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti. Anche in mancanza di consenso scientifico». 



Osservazione fondamentale: le sentenze si rispettano subito, non alle calende greche. Non c'è ragione che ben 8 milioni di minori italiani sani siano sottoposti ad una sperimentazione di massa per testare gli effetti collaterali di sostanze assemblate in laboratori industriali di multinazionali a cui interessa solo il profitto economico. Lo stesso esperimento può essere effettuato unicamente a carico di tutti i politicanti italidioti favorevoli al bombardamento simultaneo di iniezioni tossiche. Scherzi a parte, il cardine fondamentale della legislazione italiana in materia di sanità è la prevenzione, non a caso nel 1978 fu promulgata la legge 833, ancora in vigore. A quel tempo, almeno il ministro della sanità aveva una laurea addirittura in medicina.


Anche il potere giudiziario a livello nazionale ed europeo ritiene pericolosi i vaccini. Dunque, i vaccini non sono innocui - attualmente più di 1.500 studi scientifici a livello mondiale ne attestano la pericolosità - esattamente il contrario di ciò che pontifica Roberto Burioni. Si tratta di un esperto alle cronache che vanta anche la titolarità di brevetti sui vaccini e prende lo stipendio al famigerato San Raffaele fondato dal pluripregiudicato don Luigi Maria Verzè.



Questa recente sentenza della Corte di Giustizia europea, occupandosi di una causa che vede opposti un cittadino francese, ammalatosi di sclerosi multipla, e Sanofi Pasteur, produttrice di un vaccino contro l'epatite B ha messo un punto fermo in ambito giuridico. La prossimità temporale tra la somministrazione del vaccino e l'insorgenza di una malattia, l'assenza di precedenti medici personali e familiari della persona vaccinata e l'esistenza di un numero significativo di casi repertoriati di comparsa di tale malattia a seguito di simili somministrazioni possono eventualmente costituire indizi sufficienti a formare una simile prova, secondo i giudici di Lussemburgo.

Anche alla luce di tale pronunciamento giudiziario, poiché non è in atto alcuna epidemia o pandemia, come certifica anche l'OMS, e in base al diritto costituzionale italiano, nonché alle normative nazionali ed internazionali di salvaguardia dei minori, invito il governo Gentiloni a dimettersi per aver cercato di attentare all'integrità vitale di 8 milioni di neonati, bambini e ragazzi italiani in buona salute, su istigazione del governo di Wasgington il 29 settembre 2014. Chiedo al contempo alla Corte Costituzionale di porre in stato d'accusa l'attuale inquilino pro tempore del Quirinale, tale Sergio Mattarella, per aver co-firmato il suddetto decreto legge 73/2017 che calpesta la Costituzione italiana. La magistratura ordinaria ha il dovere costituzionale di aprire istantaneamente un'indagine giudiziaria sull'operato dell'esecutivo italiano, a fronte della palese violazione di norme costituzionali, civili e penali.


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