16.6.15

ITALIA: TRUFFA NUCLEARE!






di Gianni Lannes


Speculazione infinita, ma più di tutto pericolo radioattivo dilagante. I conti non tornano. Sogin attesta che:

«Il Deposito Nazionale è un infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza tutti i rifiuti radioattivi… Il Deposito è una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo i più recenti standard AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) che consentirà la sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività».

In questo deposito definito impropriamente “unico”, quando in realtà ne esistono già una mezza dozzina definitivi, sparsi dal Piemonte alla Lucania, saranno conferiti rifiuti radioattivi di prima, seconda e terza categoria (ad alta attività, ovvero i più pericolosi), mentre nelle disposizioni dell’Ispra, vale a dire nella guida tecnica numero 29, si fa esplicito ed unico riferimento, soltanto ai «criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività». Vale a dire: hanno progettato un magazzino in superficie per le scorie meno pericolose, ma poi si stipano insieme anche quelle più pericolose. E per indorare la pillola, la Sogin ovvero lo Stato tricolore, chiama questo imbroglio, pagato dagli ignari contribuenti, addirittura “parco tecnologico”. Quanti soldoni pubblici ha dilapidato la Società Gestione Impianti Nucleari, dal 1999 ad oggi, senza ancora portare a compimento il suo compito istituzionale?
 
Le scorie radioattive ad alta attività restano mortali per millenni e andrebbero seppellite a grandi profondità, ma questo non si può fare, altrimenti il costo del nucleare diverrebbe insostenibile. Allora, come fare? La Francia che il quotidiano La Repubblica in un eccesso di propaganda spaccia addirittura per un buon esempio, per decenni ha smaltito illecitamente i suoi veleni nucleari in Africa, nell’Atlantico e nel Mediterraneo, salvo, infine, contaminare anche il suo stesso territorio nazionale, come attestano studi e ricerche.



Nel belpaese l’eredità nucleare  - imposta a suo tempo allo Stivale da Washington e dalla banca mondiale  - giace pericolosamente in Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana, Lazio, Campania, Lucania e in altri luoghi d’Italia, a dimostrazione che il problema delle scorie non è stato ancora risolto dalla scienza, nemmeno per le centrali che sono state dismesse da più di 20 anni. E gli italidioti? Quelli continuano a pagare nella bolletta elettrica senza fiatare, i costi di smaltimento. 

Alcune nazioni, in primis gli Stati Uniti d’America, hanno trovato naturalmente, un altro sistema per riciclare le scorie atomiche, utilizzandole come contrappesi negli aerei (vedi la Boeing) e per le armi all’uranio impoverito, usate in mezzo mondo: Somalia, Irak, Afghanistan, Yugoslavia, Libano, Palestina, avvelenando i territori e uccidendo migliaia di persone, civili e militari, anche italiani.

L’energia nucleare è obsoleta, pericolosa e improponibile: questo sono i suoi lati positivi. Il nucleare con le sue 490 centrali atomiche sparse nel globo terrestre fornisce soltanto il 5 per cento dell’energia mondiale. raddoppiando il numero di questi impianti, nel giro di 20 anni si riuscirà a supplire solo al 7 per cento del fabbisogno mondiale, in quanto raddoppierà anche la domanda. Inoltre, sul finto costo basso del nucleare, vanno aggiunte le voci di assicurazione e smaltimenti dei rifiuti radioattivi. Nessuna compagnia di assicurazione, però, vuole assicurare una centrale nucleare. Come mai?


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