7.2.24

PIANI DI SICUREZZA NUCLEARE: IGNOTI ALLA POPOLAZIONE!

 

 

di Gianni Lannes

I piani di emergenza nucleare in Italia sono super segreti. Il governino Meloni tace per nascondere il gravissimo pericolo che incombe sull'ignara popolazione italiana, distratta come sempre dalle canzonette del festival di Sanremo? Coi venti di guerra, il Belpaese - privo di indipendenza e sovranità - è stato trasformato dagli anglo-americani non solo in una gigantesca discarica militare "alleata", ma soprattutto in un obiettivo atomico, col beneplacito dell'attuale inquilina pro tempore di Palazzo Chigi, esautorando ancora una volta il Parlamento. Infatti, in base agli ordini e agli interessi economici di Washington e Londra, l'Italietta senza più dignità è scesa in guerra nel Mar Rosso, come aveva annunciato, auspicato e suggerito mister Edward Luttwak, addirittura sulle paginette di un giornaletto berlusconiano. In sintesi: in caso di conflitto nucleare l'ex giardino d'Europa potrebbe essere annientato in un lampo. Alla prova dei fatti, l'esecutivo di Giorgia dopo quasi un anno e mezzo non risponde all'interrogazione parlamentare numero 4/01583, indirizzata il 14 settembre 2023 ai ministri rispettivamente di interno, difesa e protezione civile. 

I ministri Piantedosi, Crosetto e Salvini non fiatano in ossequio allo zio Sam? Nel predetto atto di sindacato ispettivo peraltro si legge:

«L'attuale prefetto di Pordenone è stato denunciato per omissione d'atti d'ufficio. La Tavola per la pace del Friuli Venezia Giulia e il Comitato di Liberazione Nazionale di Pordenone avrebbero in più occasioni sollecitato i rispettivi Prefetti di Trieste e Pordenone a rispondere alle richieste di rilascio di copia dei piani nazionali per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari e dei piani di emergenza esterna per le aree portuali, con riferimento alla base di Aviano e al porto di Trieste, piani previsti dalla legge e dalle direttive europee, anche alla luce delle nuove norme in argomento contenute nella direttiva Euratom 2013/59, recepita dal Parlamento italiano con decreto legislativo 31 luglio 2020 n. 101, senza averne riscontro; l'Italia, pur aderendo al Trattato di non proliferazione nucleare, continua a mantenere riservate per motivi di sicurezza notizie riguardanti la presenza di ordigni nucleari sul proprio territorio, impedendo di fatto la corretta valutazione dei rischi e costringendo le istituzioni ad omettere importanti conoscenze e informazioni verso gli enti locali e la popolazione riguardo i rischi della presenza di tali ordigni e le relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto bellico deliberato, che si dovessero verificare; al contrario appare quanto mai doveroso tenere informata la popolazione sui rischi inerenti l'attività nucleare, sul territorio italiano e sulle relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto bellico deliberato, di concerto con gli enti locali e l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione».

Secondo la cronaca documentata, nel mese di aprile 2023 un aereo C-17 Globemaster proveniente dagli Stati Uniti d'America ha trasferito trenta nuove testate nucleari B61-12, per sostituire le vecchie B61-11, nelle basi Nato di Ghedi (Brescia), di Aviano (Pordenone) e di Incirlik in Turchia. Si tratta dell'ultima fase del piano di rinnovamento dell'arsenale nucleare statunitense su territorio europeo, nel contesto del programma Nato di condivisione nucleare tra Belgio, Germania, Olanda, Italia, Turchia e Stati Uniti, in palese violazione del Trattato di non proliferazione (TNP), nonché della Costituzione repubblicana italiana.

Le testate nucleari B61-12 rappresentano una versione tecnologicamente più avanzata di quelle attualmente dislocate sul continente europeo, con una potenza regolabile da 0,3 a 50 kilotoni che possono esplodere anche sotto la superficie terrestre, aumentando la loro capacità distruttiva contro obiettivi sotterranei, fino a raggiungere l'equivalente di un'arma a scoppio in superficie con una resa di 1.250 kilotoni: circa 83 bombe come quelle usate a Hiroshima.

Riferimenti:

https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/01583&ramo=C&leg=19

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=f35 

Gianni Lannes, Italia USA e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.

https://www.raiplay.it/video/2024/02/Il-dottor-Stranamore-ovvero-come-imparai-a-non-preoccuparmi-e-ad-amare-la-bomba-2cc98868-d201-40f1-b2ba-f6451536c451.html 

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/nel-mar-rosso-serve-marina-italiana-non-finta-2272572.html

 

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