13.2.24

ITALIA: A SCUOLA DI PUNIZIONE E REPRESSIONE!

di Gianni Lannes

Scuola: prigione o campo di concentramento? Accade ora nel Belpaese dove non è ammesso dalle autorità il dissenso, mentre le scuole, sempre più insicure, da anni cadono a pezzi. Studentesse e studenti che hanno protestato ad Acerra contro il potenziamento di un pericoloso inceneritore di rifiuti si sono ritrovati denunciati a scuola. "Chi occupa una scuola e la danneggia va bocciato": parola del ministro pro tempore Giuseppe Valditara, che forse non vede o ignora i gravi problemi strutturali (alla stregua dei suoi predecessori). Insomma, la scuola come luogo di pena. Evidentemente per il governino neofascista sottomesso a Washington, Tel Aviv e Londra, sono ancora insufficienti le misure plasmate per reprimere le occupazioni studentesche, tra richeste ai dirigenti di denunciare gli studenti, la riforma della condotta e i processi sommari nelle scuole, senza tentare di comprendere che cosa accade realmente ai giovani insieme agli insegnanti in quei contesti. Quindi tutti colpevoli a prescindere, senza alcuna presunzione di innocenza. Di sicuro, con la paura minacciata e la repressione istituzionale non si aiutano gli adolescenti. Una scuola fondata sulla punizione e sulla repressione è un fallimento annunciato della missione educativa. In altri termini, chi comanda per conto terzi pretende una scuola conformistica che educa sempre meno alla partecipazione attiva, alla democrazia, a sviluppare il senso critico. L'obbedienza, come ha dimostrato don Lorenzo Milani, non è una virtù.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuole 

Gianni Lannes, Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.

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