19.12.23

“STERMINATELI TUTTI”!

Distruzione e rastrellamento del ghetto di Varsavia


di Gianni Lannes

Parola d'ordine: "sterminateli tutti". Tre ostaggi israeliani fuggiti dai loro carcerieri reggono un bastone con un pezzo di stoffa bianca, ma i soldati israeliani pur riconoscendoli come propri connazionali, eseguono l'ordine di sparare e li uccidono senza pietà.

Dopo le dichiarazioni di Netanyahu su “Hitler che non voleva uccidere gli ebrei”, c'è di peggio nella “terra promessa” dove infuria la guerra di sterminio. «L'intera Striscia di Gaza deve essere svuotata. Rasa al suolo. Come Auschwitz. Facciamone un museo perché tutto il mondo veda cosa Israele può fare. Dovrebbe assomigliare al campo di Auschwitz»: questa la frase testuale pronunciata da David Azoulai, sindaco della città israeliana di Metulla in Palestina, resa alla radio israeliana 103 Fm, domenica 17 dicembre 2023. Tra i primi a condannare le parole del primo cittadino c'è il museo Auschwitz-Birkenau: “Azoulai sembra voler usare il simbolo del più grande cimitero del mondo come una sorta di espressione malata, odiosa, pseudo-artistica - ha scritto su X il museo del lager nazista in Polonia, simbolo della Shoah - Le sue parole potrebbero suonare come un appello all'omicidio su una scala simile a quella di Auschwitz. In quel campo di sterminio furono assassinate 1,1 milione di persone, di cui 1 milione di ebrei. Il museo ha chiesto al governo israeliano di intervenire. Tempo perso, dinanzi all'orrore quotidiano somministrato ai Palestinesi da Tsahal.

In un'intervista ai media israeliani +972 e Local Call, un ufficiale di Tsahal è stato inequivocabile: i barbari di Hamas uccidono i civili e lanciano razzi alla cieca sulle città israeliane, nella speranza che non vengano intercettati e possano fare qualche danno. Tsahal incarna invece la civiltà: mica sgozza i civili; lancia bombe scegliendo i bersagli con l'aiuto dell'intelligenza artificiale. Ha elaborato un programma denominato Habsora (Vangelo) che genera automaticamente i suoi obiettivi e funziona come una “fabbrica del massacro”. 

«Nulla accade per caso - ha spiegato l'alto graduato - quando una bambina di tre anni viene uccisa in una casa a Gaza, è perché qualcuno nell'esercito ha deciso che non era un grosso problema ucciderla, che era un prezzo da pagare per colpire un altro obiettivo. Noi non siamo Hamas. Questi non sono razzi casuali. Tutto è intenzionale. Sappiamo esattamente quanti danni collaterali ci sono in ogni casa». Ecco un esempio illuminante di quella razionalità strumentale teorizzata nel 1896 da Teodor Herzl, il padre spirituale di Israele nel suo volume Lo stato degli ebrei (la bibbia del sionismo, in cui definiva questo futuro staterello preda del fanatismo religioso, addirittura come “un bastione dell'Europa contro l'Asia, una sentinella della civiltà contro la barbarie”).

Insomma, dalla prima Intifada nel 1988, la soglia di tolleranza dei danni collaterali è notevolmente aumentata e non si contano più i bambini morti sotto i bombardamenti a tappeto e i mitragliamenti mirati. I barbari di Hamas hanno spietatamente ucciso 1.200 israeliani, di cui 800 civili; Tsahal ha trucidato ad oggi, appena 25 mila palestinesi, di cui non più di 2 mila combattenti di Hamas. Tutto è pianificato: la distruzione di scuole, ospedali, asili, strade, moschee, cimiteri; compresa l'evacuazione forzata di oltre un milione di persone sui 2,3 milioni che sopravvivono a Gaza nella parte meridionale. Anche le malattie e le epidemie sono sapientemente dosate da Israele. Da mezzo secolo si mette in pratica l'eliminazione sistematica dell'intellighenzia palestinese: non solo prima i dirigenti di al-Fatah e ora quelli di Hamas, ma medici, giornalisti, poeti e scrittori. Numerosi osservatori dell'ONU presenti in Palestina hanno lanciato l'allarme inascoltato: la popolazione palestinese è sottoposta a un massacro organizzato e implacabile, sradicata e privata delle più elementari condizioni di sopravvivenza umana. A Gaza e dintorni la guerra israeliana presenta i tratti inconfondibili del genocidio.

Da perseguitati a persecutori. La memoria dell'Olocausto è celebrata ritualmente come una religione civile dell'Unione europea e la difesa d'ufficio di Israele è diventata la ragion di Stato in ogni nazioncina soggiogata da Washington, come ad esempio l'Italietta. In nome di questa memoria del passato si invoca il sostegno acritico a un regime totalitario, dotato di un arsenale nucleare segreto in grado di annientare il mondo - mantenuto e protetto dagli USA (dai tempi di Nixon, Kissinger, Golda Meir e Peres) - che sta perpetrando un autentico genocidio sotto gli occhi passivi del mondo.

Il 7 ottobre scorso: l'attacco di Hamas è l'esito estremo di decenni di occupazione, colonizzazione, oppressione, umiliazione e vessazioni ininterrotte. Tutte le proteste pacifiche dei palestinesi sono state represse nel sangue; gli accordi di Oslo sono stati impunemente calpestati da Israele. La violenza palestinese ha la forza della disperazione: non si tratta di condividerla, bensì di comprenderne le radici. L'antisemitismo non c'entra proprio niente, come se Hamas detenesse il potere e gli ebrei fossero una minoranza oppressa.

La distruzione di Gaza da parte di Tel Aviv ricorda quella del ghetto di Varsavia rasa al suolo dal generale tedesco Jürgen Stroop; e i combattenti che sgusciano dai sotterranei per colpire un esercito di occupazione che li designa come “animali”, rievocano i combattenti ebrei del ghetto. Il fatto che nelle bandiere di Tsahal ci sia una stella di David e non una svastica è terrificante, ma non le rende innocenti. Quantomeno è stupefacente che questa violenza tellurica della lotta partigiana suscita ormai orrore e condanna - a senso unico - nella nostra epoca così incline alla retorica dei “diritti umani”, e al contempo si è assuefatta alla violenza dei bombardamenti sulle aree abitate, dei bersagli focalizzati su uno schermo elettronico, delle bombe “intelligenti”, degli attacchi “chirurgici” che annientano città abitate da milioni di esseri umani, grandi e soprattutto piccini. Nella stagione del disamore corrente i nostri “diritti umani” servono soltanto a legittimare le nostre “guerre umanitarie”? Le bombe intelligenti di Tsahal sono moralmente superiori ai razzetti di Hamas? Oltre Orwell: rovesciando la realtà le multinazionali del pensiero dominante hanno così disegnato una narrazione paradossale: da effettivo oppressore, Israele si è virtualmente trasformato in vittima. La propaganda come al solito ha lo scopo di di mascherare la realtà agli occhi degli ingenui, dei ciechi ad oltranza e dei disinformati. Dal 1948 ad oggi, è in gioco la sopravvivenza del popolo palestinese, non l'esistenza di Israele. Si sappia e non si dimentichi, mai.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=israele 

 


Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.