18.12.23

INCUBO NUCLEARE!

 


di Gianni Lannes

A un secondo dall'apocalisse nucleare per il dominio del mondo e la sottomissione dell'umanità. Dopo la guerra fredda torna alla ribalta mondiale la guerra calda. Il primo attore sulla scena è il regime totalitario e genocida di Israele, che grazie alle autorità francesi e alla solita copertura United States of America (previa eliminazione del presidente John Fitzgerald Kennedy) sponsorizzata in dollaroni e pressioni dalla mafiosa Aipac, a partire dal 1957 si è dotata segretamente di un arsenale nucleare, bombardando nel frattempo gli impianti nucleari di Iraq (1981) e Iran (2007). Il premier Begin è responsabile della strage di Ustica (27 giugno 1980). Oggi Tel Aviv dispone di missili Jerico III con una gitta di 5 mila chilometri, in grado di annientare qualsiasi obiettivo sulla Terra.

Pure Washington non scherza e resuscita la bomba atomica b61, aggiornata in versione 12 - in volo anche sui cacciabombardieri a capacità nucleare F35 - e la disloca in gran quantità in sei nazioncine dell'Europa sottomessa alla NATO: Italia, Germania, Olanda, Belgio, Turchia e Grecia, dove già esistono arsenali atomici a stelle e strisce. La terza guerra mondiale sarà l'ultima, poiché poi non resterà anima viva.

Ovviamente l'accucciata inquilina di Palazzo Chigi non fiata e neanche il condomino del Quirinale, anche se la Costituzione repubblicana italiana è stata palesemente violentata e il Belpaese non vanta ormai più alcuna indipendenza o sovranità.

Il governino eterodiretto della Meloni pretende di riportare l'energia nucleare nel Belpaese. Tra i più attivi sostenitori della follia nucleare c'è tale Mattteo Salvini, lo stesso individuo che vuole a tutti i costi il ponte mafioso sullo Stretto di Messina.

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA), organo dell'ONU, ha delineato nel 2015 una tabella di marcia in 19 punti, destinata a tutti i paesi interessati a intraprendere la via del nucleare. I passaggi sono suddivisi in tre categorie: regole norme, sviluppo di infrastrutture di supporto (come quelle per la gestione dei rifiuti radioattivi), la sicurezza e l'adeguamento delle rete elettrcia nazionale, la realizzazione di una catena di approvvigionamento per la produzione e il rifornimento delle centrali.

In Italia, però, non è stata nemmeno minimamente risolta la questione del deposito nazionale per le scorie radioattive delle centrali dismesse: una questione che ancora non è stata completamente liquidata dopo decenni di errori politici e sperpero di denaro pubblico da parte della Sogin. Il 13 dicembre 2023, il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha reso noto, con jun notevole ritardo, l'elenco dei luoghi adatti per la realizzazione del deposito (Cnai) dove saranno stoccati 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e, temporaneamente, altri 17mila metri cubi ad alta intensità provenienti da ex centrali nucleari e altri impianti legati all'energia atomica. Dato che ancora nessuna delle aree ha dato il suo consenso, è stato previsto un periodo di trenta giorni in cui anche gli altri Comuni italiani, non inclusi nella lista, ma desiderosi di ospitare il deposito, possono presentare autonomamente la propria candidatura (in base a un decretino meloniano). Sebbene il processo di selezione sia pianificato per concludersi entro un anno, la costruzione effettiva del deposito nucleare richiederà almeno quattro anni. Sebbene l'Italia abbia interrotto la produzione elettrica da nucleare alla fine degli anni Ottanta, il nostro paese detiene notevoli competenze e capacità nel settore. Per esempio Edison ha recentemente stabilito accordi con la francese Edf per la realizzazione di nuovi reattori modulari di piccole dimensioni in Europa, in cui è coinvolta anche Ansaldo nucleare che, parallelamente, sta partecipando al progetto Iter per la fusione nucleare sul sito di Cadarache in Francia e nella ristrutturazione dell'Unità 1 di Cernavoda in Romania. Anche Eni è impegnata sulla fusione nucleare all'estero in quanto azionista del Commonwealth fusion systems (Cfs), una costola del Massachusetts institute of technology (Mit) finalizzato ad accelerare l’industrializzazione della fusione a confinamento magnetico. Oppure, Enel che gestisce centrali nucleari in Spagna, Romania, Slovacchia e sta progettando una nuova struttura in Slovenia. Sempre Enel è tra i finanziatori di Newcleo, la startup che ha ideato un modo innovativo (si fa per direr) per utilizzare le scorie nucleari come combustibile per le centrali, ma che, pur vantando competenze e investitori italiani, opera principalmente in Regno Unito e Francia.  

Riferimenti:

Gianni Lannes, Italia USA e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.

Gianni Lannes, Ustica e Bologna. Due stragi senza verità, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/12/italia-telenovella-nucleare.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61


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